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IL PERSONAGGIO

L'Imperatore

Torna il torneo di Indian Wells, uno dei tanti giocattoli di Larry Ellison. Sfruttando un'idea mai utilizzata da IBM, ha reso la sua Oracle leader mondiale nella gestione dei database. Ha sfidato Bill Gates, distrugge gli avversari e si diletta con lo sport. Sarà lui a regalare al tennis un nuovo Slam?

Riccardo Bisti
7 ottobre 2021

932 giorni dopo, il torneo di Indian Wells è tornato. Si tratta, senza ombra di dubbio, dell'unico e vero Quinto Slam, titolo tanto effimero quanto significativo. È il torneo del circuito con il montepremi più alto, possiede il secondo stadio tennistico più grande, è stato il primo ad accogliere Hawk-Eye su tutti i campi e ha potuto prendersi – più o meno di forza – un posto in calendario a sette mesi di distanza dalla collocazione abituale (che tornerà nel 2022). Tutto questo è stato possibile grazie a un uomo: Larry Ellison, multimiliardario che nel 2009 ha acquistato un torneo boccheggiante. Quando rilevò Indian Wells era il quarto uomo più ricco del mondo, mentre le fonti attuali lo collocano in settima posizione con un patrimonio di 117 miliardi di dollari (anche se avrebbe appena superato Mark Zuckerberg, travolto dal blackout di Facebook, Instagram e Whatsapp). Inoltre supera Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google. La sua Oracle è certameno meno conosciuta di Facebook, Microsoft e Amazon, eppure si tratta di uno dei principali attori nella gestione dei database, e vanta clienti come American Airlines, CIA e Ford. Più in generale, oltre la metà delle cento più grandi aziende americane utilizza i servizi di Oracle.

E allora vale la pena conoscere meglio un uomo che potrebbe (e forse può) fare davvero quel che gli pare anche nel tennis. A 10 mesi di età, sua madre lo lasciò a una zia perché avrebbe faticato a mantenerlo. Cresciuto con i genitori adottivi, quasi 50 anni dopo individuò la madre biologica, le ha comprato una casa in California e ha pagato il college per la sua sorellastra. Studente non proprio brillante (si è ritirato per due volte dall'università), si sentiva spesso dire dal padre adottivo Louis Ellison che non avrebbe combinato nulla. A inizio anni '70, spese tutti i suoi risparmi per acquistare una Ford Thunderbird Premium e partì per la California, senza soldi in tasca. Trovò lavoro in una banca grazie alle sue capacità di programmazione. La sua bravura non passò inosservata e gli fu commissionato un lavoro addirittura dalla CIA, che gli affidò lo sviluppo di un database relazionale. A quel tempo, i database erano statici: si poteva sapere se un visitatore di un bar avesse consumato una brioche, ma non era possibile controllare quante brioche erano state vendute in un giorno. Le tabelle relazionali, invece, permettevano di sviluppare i dati esistenti per ricavarne di nuovi. L'idea non fu di Ellison, ma era stata lanciata da IBM nel 1970. Scelsero di non svilupparla perché pensavano che il nuovo prodotto avrebbe indebolito i database esistenti. Errore madornale.

ASICS ROMA
«Mi sentirò meglio solo rendendo il mondo un posto migliore. Ma il mio non è altruismo: è egoismo. Potete chiamarlo egoismo illuminato» 
Larry Ellison

Due anni e mezzo dopo, l'Indian Wells Tennis Garden torna a ospitare il suo torneo

Insieme a due soci, e con un capitale di 2.000 dollari, ha fondato nel 1977 Software Development Laboratories, che nel 1982 sarebbe poi diventata Oracle (dal nome di un lavoro per US Air Force). Gli anni 80, in pieno edonismo reaganiano, permisero alla sua azienda di conquistare profitti da capogiro, peraltro con manovre piuttosto audaci: per esempio, licenziava chi chiedeva troppo potere o non era sufficientemente devoto alla sua visione. Inoltre, si sussurra che i fatturati fossero artificialmente gonfiati. Nel 1990 arrivarono le prime perdite, conseguenze di una strategia folle: registravano le vendite del trimestre successivo rispetto a quello in corso. Per questo, la capitalizzazione della società crollò dell'80%. Ellison ammise l'errore: “Oracle è gestita da adolescenti, me compreso” disse. Allora cambiò tutto: licenziò 400 persone (il 10% del personale), assunse i migliori manager su piazza e rilanciò l'azienda. Gli anni '90 furono quelli della rivoluzione digitale, con l'avvento di internet. Oracle capì prima di altri che le regole del gioco stavano cambiando e riuscì nell'intento di distruggere il principale concorrente, Informix. Le due aziende si diedero battaglia a suon di spot e cartelloni pubblicitari. Phil White (CEO di Informix) commise l'errore di andare sul personale e fu costretto a vendere nel 2001. Ancora più affascinante il derby informatico vissuto negli anni '90 con un altro colosso, nonché appassionato di tennis: Bill Gates. Sia pure con specializzazioni diverse, Oracle e Microsoft erano i principali produttori di software.

I due diedero vita a una dicotomia perfetta: il nerd contro il belloccio, il lavoratore contro la rockstar, la classe operaia contro quella privilegiata. Probabilmente Ellison avrebbe perso, ma ebbe un colpo di fortuna: Gates voleva schiacciarlo nel settore dei database, ma dovette spendere molte energie nella lotta contro Netscape, il browser rivale di Internet Explorer. Fu una battaglia furibonda, anche oltre i limiti della legge, ma alla fine vinse Gates. Nel frattempo, Oracle se la rideva. “Pensavano di occuparsi di noi dopo aver schiacciato Netscape – disse un trionfante Ellison – ma oggi anche un gattino può scrivere un browser, mentre i nostri database sono molto più complessi. E non ci raggiungeranno mai”. Aveva ragione: ancora oggi, Oracle domina il settore. A ben vedere, le due aziende non avevano grossi punti di contatto. Una volta, Vanity Fair scrisse che la rivalità Gates-Ellison sembrava una discussione tra bambini su chi avesse più giocattoli. Nel 2000, Oracle ingaggiò degli investigatori privati per investigare sullo scandalo Watergate: voleva scoprire se Microsoft facesse pressioni per ostacolare il libero mercato. L'agenzia mise le mani nei segreti di Microsoft, rubando persino diversi computer, ma Ellison evitò sanzioni perché dimostrò che cercava di ottenere informazioni esclusivamente con metodi legali. Oggi i rapporti si sono aggiustati, al punto che spesso Gates viene ospitato nel palco residenziale a Indian Wells.

Qualche anno fa, Bloomberg realizzò questo fumetto per descrivere l'impatto di Larry Ellison nel mondo del tennis

Un bel documentario sulla vita e sulla carriera di Larry Ellison

Grande oratore, Ellison si è fatto attirare dalle sirene della bella vita. Inizialmente voleva entrare nel mondo dello spettacolo, al punto da creare il tabloid Buzz. Tuttavia, non si è mai distratto dagli affari. Soltanto nel 2001 è iniziato il percorso che lo ha portato a essere il personaggio che conosciamo oggi: cedette il 2% delle quote di Oracle per 885 milioni di dollari, e con il ricavato apri una sorta di parco giochi personale. Ha comprato diverse case, un'isola alle Hawaii (Lanai, di cui possiede il 98%) e diversi aerei da combattimento, compreso un MiG-29 di fabbricazione russa. Inizialmente gli impedirono di portarlo negli Stati Uniti perché, anche disarmato, è considerato una vera e propria arma. “In effetti potrebbe bombardare un paio di città, ma questo non fa parte dei miei piani” scherzò Mr. Oracle. Per nulla insensibile al fascino femminile, si è sposato quattro volte e spesso sono state notate Miss USA al suo fianco. Attualmente è fidanzato con la modella ucraina Nikita Kahn. Uno dei suoi principali metodi di corteggiamento? Chiedere alla ragazza di turno se desiderasse un auto sportiva in omaggio. E poi c'è lo sport. Cresciuto a Chicago, era un grande tifoso dei Bulls, tuttavia il suo vero obiettivo era un team di vela (anche se qualche anno fa arrivò a un passo dall'acquisto dei Golden State Warriors: non gli fecero fare l'ultimo passo perché avrebbe alzato troppo il livello medio degli stipendi). Nel 2004 arrivò secondo alla Coppa America e la prese malissimo. “Non ho fatto bene il mio lavoro e siamo arrivati secondi. Il secondo è il primo dei perdenti”. Ovviamente, avrebbe vinto le due successive edizioni.

Infine, il tennis. Il suo obiettivo era (sarebbe) riportare il tennis americano ai tempi di Sampras e Agassi. Per cominciare, ha acquistato il torneo di Indian Wells per 100 milioni di dollari e ne ha investiti altrettanti per lo sviluppo dell'impianto. Quest'anno sarà dispiaciuto per l'assenza di Rafael Nadal, suo amico personale, che solitamente durante il torneo risiede direttamente nella tenuta di proprietà Ellison a due passi dai campi (249 acri, acquistata nel 2011 per 43 milioni di dollari. Chiunque entra. Deve firmare un documento sulla riservatezza). Prossime idee? Rendere Indian Wells una sorta di Las Vegas del tennis e poi convincere la Federazione Internazionale ad aggiungere un quinto Slam in calendario. Ovviamente, a Indian Wells. Ma non finisce qui: vorrebbe acquistare Tennis Channel, ma sta litigando sul prezzo con l'attuale proprietà. Benefattore no, ma filantropo sì: ha lanciato un tour americano per lo sviluppo di nuovi giocatori e ha disposto che buona parte della sua eredità vada a organizzazioni benefiche. Come se non bastasse, ha investito 200 milioni per la realizzazione di un centro oncologico in California, oltre a dare una mano al suo Paese d'origine: Israele. Una volta gli hanno chiesto cosa lo spingesse a essere così altruista: “Non mi interessa diventare il più ricco di tutti – rispose – mi sentirò meglio solo rendendo il mondo un posto migliore, ma questo non è altruismo. È egoismo. Potete chiamarlo egoismo illuminato”. Pensate a come sarebbe il mondo se ci fossero più egoisti come Larry Ellison. E magari, da oggi, potrete osservare il BNP Paribas Open con occhi diversi.