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IL PERSONAGGIO

Il sottovalutato

Nessuno pensava che Casper Ruud sarebbe stato un serio candidato alle ATP Finals. Gli davano del terraiolo, lui ha risposto dominando a San Diego sotto gli occhi di Laver. Non ama fare il personaggio e parla soprattutto con la racchetta. Un'eventuale qualificazione sarebbe una grande impresa.

Riccardo Bisti
5 ottobre 2021

Casper Ruud ha dovuto faticare per ogni singola conquista. Persino per prendersi un posto in questo mondo. La sua nascita, il 22 dicembre 1998, fu particolarmente tribolata. Mamma Lele Lolheim rimase in ospedale undici giorni e fu necessario un parto cesareo per dare il primogenito a lei e al marito Christian. L'energia della paternità regalò forza inedite al padre, che qualche settimana dopo batté per la prima (e unica volta) un top-10 in un torneo del Grande Slam, sconfiggendo Alex Corretja in Australia. Lo stesso Corretja che due mesi prima aveva vinto le ATP Finals. Quelle stesse ATP Finals che oggi sono l'incredibile obiettivo di Casper, il bravo ragazzo del tennis mondiale, un po' come era Corretja negli anni 90. Pochi pensavano che potesse entrare tra i top-10, nessuno che ci riuscisse così velocemente. Motivo? Casper non ruba l'occhio. Non possiede l'intensità di Sinner, l'estro di Musetti, il servizio di Berrettini. Nello spogliatoio ATP, probabilmente, nessuno direbbe “voglio rubare questo colpo a Ruud”. Affidandosi al suo dritto carico di topspin e due gambe da maratoneta, forgiate alla scuola della fatica spagnola, prima ad Alicante e poi a Manacor, quest'anno ha vinto cinque titoli ATP. Nessuno ha vinto quanto lui.

Si è imposto a Ginevra, poi ha azzeccato il trittico a Bastad, Gstaad e Kitzbuhel. Quei successi avevano generato un battibecco social con Nick Kyrgios, ma la risposta vera – come sempre – è arrivata sul campo. Il norvegese ha vinto un bel match contro Opelka in Laver Cup (sotto gli attoniti dello stesso Kyrgios) e poi, con l'australiano tornato in officina in vista del 2022, ha dominato il torneo ATP di San Diego. Superando Murray, Sonego, Dimitrov e Norrie ha cancellato il luogo comune secondo cui può essere competitivo solo sulla terra battuta. Per carità, ha raccolto oltre il 70% dei suoi punti respirando la polvere di mattone, ma le cose stanno cambiando. Prima di San Diego aveva raccolto gli ottavi in Australia ed è stato costretto a ritirarsi prima di affrontare Zverev nei quarti ad Acapulco. “Si è fatto male al polso negli ultimi minuti del match precedente, e si è svegliato il giorno dopo con il polso gonfio. Non poteva tenere in mano la racchetta” racconta papà Christian, che è anche il suo allenatore dopo averlo lasciato crescere secondo il metodo spagnolo. Per anni, l'head coach è stato Pedro Rico, adesso Casper è supervisionato dalla Rafa Nadal Academy, ma gioca... nel nome del padre. “È stato emozionante essere premiato da Rod Laver a San Diego – dice lui – ogni volta che mi vede gioco bene, gli ho chiesto di venire anche a Indian Wells, magari mi porta fortuna! Il record di titoli? È divertente, ma Djokovic ha vinto tre Slam e un ATP 250, farei volentieri cambio”.

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    I punti ATP conquistati da Casper Ruud lontano dalla terra battuta nel 2021. 925 sono arrivati sul cemento all'aperto, 55 sull'erba

In finale a San Diego, il norvegese ha lasciato appena due game a Cameron Norrie

L'umiltà è una dote innata di Casper. L'ha sempre avuta, con modi soft che non aiutano a costruire il personaggio. “Di lui mi colpisce che non abbia mai avuto passaggi a vuoto, è sempre andato nella giusta direzione e mi sorprende che si trovi così a suo agio tra i migliori – dice il padre, che ha vinto 115 partite nel circuito ed è stato n.39 ATP – ma rimane un ragazzo molto umile, e questo mi rende orgoglioso”. Il merito del padre è aver capito in tempo in che direzione stava andando il tennis. A suo dire, bisognava sviluppare un colpo particolarmente incisivo, un'arma a cui appigliarsi nei momenti difficili. Hanno scelto il dritto, creando una palla pesantissima e carica di topspin. Il colpo non lascia a bocca aperta, ma chi lo deve fronteggiare, poi, non lo dimentica. Dicevano che sarebbe servito solo sulla terra battuta ma lui sta smentendo tutti, anche se accoglie con piacere le parole di Patrick McEnroe: “Credo che vincerà il Roland Garros entro il 2024”. Quest'anno ha combinato un pasticcio, perdendo al terzo turno contro Davidovich Fokina, ma non mancheranno occasioni di riscatto. Quando Casper ha vinto tre tornei di fila in estate, candidandosi per un posto a Torino, in pochi l'avevano preso sul serio.

Con l'arrivo delle superfici dure – pensavano – si sarebbe eclissato. “Mi piacerebbe centrare una semifinale Masters 1000 sul duro, e magari vincere un torneo” diceva ad agosto. Il titolo è già arrivato, adesso si presenta a Indian Wells nelle migliori condizioni possibili, peraltro in un torneo che si distingue per la lentezza della superficie. Sarà una tappa decisiva per consolidare la settima posizione nell'ATP Race, perché poi arriveranno i tornei indoor. E lì, in effetti, non ha ancora conquistato punti in tutto il 2021. È impossibile raccontare la storia di Casper senza intrecciarla con quella del padre. Un tipo brillante, sorridente. Non conosciamo i luoghi comuni sui norvegesi, ma non c'è dubbio che Christian Ruud abbia un temperamento latino. Fu lui a iniziare il figlio al tennis, appena iniziò a camminare, sfruttando il campo da tennis nel cortile di casa. Ma lo ha reso un fanatico di sport: hockey su ghiaccio, calcio, golf... Fino a quando, all'età di 11-12 anni, Casper ha mollato tutto per dedicarsi al tennis. “Sono cresciuto nel mito di Federer e Nadal, non ho fatto in tempo a vivere la carriera di mio padre, anche se ho visto qualche filmato – dice lui – però ho sempre sognato di diventare un tennista di alto livello”.

Dopo averlo iniziato al tennis, oggi papà Christian (ex n.39 ATP) segue Casper nelle vesti di coach

La grande ispirazione di Casper Ruud è un certo Rafael Nadal

Pur essendo un Paese molto ricco (è il terzo al mondo per reddito pro-capite), la Norvegia non offre molto a un aspirante tennista. Ci sono 5,5 milioni di abitanti, tra cui 20.000 giocatori di tennis. E mancano le strutture, o meglio, sono sparpagliate senza una vera organizzazione. Per questo l'hanno spedito in Spagna, laddove gli hanno iniettato il loro DNA tecnico, mentre sul piano caratteriale impressiona per la sua tranquillità. Di certo è meno loquace del padre. “Sono un grande appassionato di golf, la mia giornata ideale prevede una partita a golf dopo essermi svegliato presto e poi fare un giro in barca con una bella nuotata” racconta Casper, che è appassionato di hockey su ghiaccio e concentra il suo tifo per i Tampa Bay Lightning: la famiglia aveva una casa da quelle parti. Gli piace anche il calcio e sostiene il Liverpool, anche se c'è da credere che adesso seguirà con attenzione anche l'Arsenal, nuova squadra di Martin Odegaard, l'altro baby-fenomeno dello sport norvegese. Qualche anno fa, i media del suo Paese avevano creato una sorta di rivalità tra i due, domandandosi chi sarebbe diventato più forte. In fondo sono nati ad appena cinque giorni di distanza. Casper sta vincendo la sfida, ma non si preoccupa di queste cose. Sa che i media ci sguazzano, ma è anche grazie a loro che ha potuto svolegere l'attività sin da piccolo.

Lo hanno riempito di sponsor, garantendogli la possibilità di allenarsi nelle migliori condizioni. Lui li sta ripagando, anche se non gode di troppa considerazione fuori dalla Norvegia. In effetti non fa molto per costruirsi un personaggio: un paio di settimane fa ha avuto l'opportunità di essere intervistato dal New York Times, ma si è limitato a risposte timide, quasi banali. Andrebbe a cena con il cantante canadese The Weeknd (oltre all'attore Daniel Craig e a Michael Jordan), e ricorda di essere cresciuto a Snaroya, un sobborgo di Oslo che sorge in una piccola penisola a sud della città. “Sono cresciuto a un chilometro dall'ex aeroporto principale di Oslo, ma lo hanno demolito pochi mesi prima che nascessi. Adesso è rimasto come attrazione turistica”. Vero in parte, visto che oggi vi ha sede la principale compagnia telefonica norvegese e diversi uffici. Ma Casper ha spiccato il volo da diversi anni e non trascorre più tanto tempo nel Paese natale. Semmai, ha tutta l'intenzione di passarne molto di più tra i top-10. Supererà i 3.000 punti conquistati in una singola stagione e ha ottime chance di sbarcare a Torino, altra città che ben conosce il freddo. Sarebbe una delle più grandi sorprese del 2021 tennistico. Un'impresa silenziosa, proprio come il morbido Casper.