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US OPEN

Il libricino verde di Maxime Cressy

La più grande impresa del primo turno è quella del gigante franco-americano Maxime Cressy: sotto di due set, ha annullato quattro matchpoint e battuto Carreno Busta. I suoi segreti? Serve and volley e alcuni riti motivazionali, scritti su un quaderno che legge ai cambi di campo. In Francia si stanno mangiando le mani...

Riccardo Bisti
1 settembre 2021

Quando Maxime Cressy aveva 14 anni, si è rotto un polso nel tentativo di effettuare un colpo al salto, imitando Gael Monfils. Non sappiamo se sia la ragione per cui è stato espulso dalla FFT (la federtennis francese), ma c'è da credere che oggi qualcuno si stia mangiando le mani. In una sorta di rinascimento del tennis americano, con ben 13 giocatori al secondo turno dello Us Open (non erano così tanti dal 1994), la vittoria più fragorosa è quella del franco-americano, autore di una bella impresa contro Pablo Carreno Busta, due volte semifinalista. Vittoria epica, dopo aver rimontato due set di svantaggio e con la libidine psicologica di quattro matchpoint annullati. Nel tie-break del quinto si è trovato in svantaggio 6-3, ne ha cancellato un altro sul 6-7, poi ha fatto impazzire di gioia il pubblico stipatissimo sulle tribunette del Campo 4. Anche gli spettatori sui campi adiacenti seguivano il suo match.

Qualcuno ha anche scandito il suo nome, come accade negli stadi. “Ma non è la prima volta: mi era successo quando ero al college, in rappresentanza della USTA – racconta Cressy – abbiamo giocato contro i nostri storici rivali della USC e vinsi entrambe le partite”. La sostanziale metà degli americani al secondo turno (6 su 13) proviene dal mondo college, sentiero strategico che sembra essere tornato di moda. E senza il college, probabilmente, Cressy avrebbe continuato a rappresentare la Francia di papà Gerard, lo stesso Paese che oggi vive un'inquietante carenza di giocatori. Grazie a mamma Leslie, ex pallavolista per conto della University of South California (la stessa che lui ha beffato nel tennis: i casi della vita), ha capito che andare negli Stati Uniti poteva essere un'opzione. Si è trasferito presso la Weil Academy di Ojai, accademia privata che l'ha preparato all'università vera e propria.

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"Tra le mie principali qualità c'è la mancanza di paura. Non temo il mio avversario, non mi preoccupo di chi c'è dall'altra parte. Mi concentro su di me per rilassarmi"
Maxime Cressy

Le fasi salienti dell'impresa di Maxime Cressy contro Pablo Carreno Busta

“Mi sono sentito subito meglio, supportato, amato – racconta Cressy, che al secondo turno se la vedrà con Nikoloz Basilashvili – sono stato ospitato da una famiglia e mi hanno risollevato lo spirito. Senza di loro, la UCLA non mi avrebbe mai contattato”. Fu coach Billy Martin, vera istituzione, a reclutarlo quando aveva 17 anni. Sono stati quattro anni importanti, che lo hanno formato come uomo e come giocatore. E che giocatore: alto 198 cm, Cressy è un panda del serve and volley. Contro Carreno ha adottato la strategia per 70 volte (per 46 punti vinti) e nel complesso si è presentato a rete per 97 volte (raccogliendo 64 punti). Oggi è numero 151 ATP e i suoi limiti sono ancora inesplorati. Tanti giocatori provenienti dal college sono emersi piuttosto tardi, dunque Cressy ha il tempo per emergere. E non gli manca l'autostima.

Tra le mie principali qualità c'è la mancanza di paura. Non temo il mio avversario, non mi preoccupo di chi c'è dall'altra parte. Mi concentro su di me per rilassarmi”. Altri non sarebbero stati in grado di vincere una partita simile, peraltro in contesto elettrico come solo negli Stati Uniti si può generare. E Maxime ha fatto affidamento a un gran servizio, che gli ha fruttato 44 ace e una vittoria storica: non accadeva dal 2016 che un americano non battesse un top-10 allo Us Open. L'ultimo a riuscirci era stato Jack Sock, quando sorprese Marin Cilic. Billy Martin, head coach presso la UCLA, sarà più che mai orgoglioso dei suoi ragazzi. Diversi ex Bruins hanno intrapreso una bella carriera: Jennifer Brady, Marcos Giron, lo stesso Cressy e Mackenzie McDonald, amico fraterno di Cressy e suo compagno di stanza ai tempi del college. “Insieme abbiamo vissuto momenti fantastici, ed è bello vedere che stiamo facendo tutti grandi cose”.

I quattro anni con gli UCLA Bruins sono stati cruciali nella crescita di Maxime Cressy

Un paio d'anni fa, Cressy sfidò un Jannik Sinner in piena ascesa

Cressy ha fissato traguardi davvero importanti. Quando ha capito di poter fare il professionista, ha individuato un traguardo facile facile: numero 1 del mondo. “Vorrei farcela in cinque anni – diceva lo scorso settembre – punto a essere 70 l'anno prossimo e top-30 a fine 2022. Nel 2024 vorrei arrivare tra i top-10. Per l'obiettivo finale, poi, si vedrà”. Complimenti per la fiducia. Soltanto il tempo ci dirà se si tratta di sogni oppure obiettivi concreti, ma nel frattempo gli appassionati possono esultare: il tennis ha ritrovato un giocatore sa serve and volley puro, in grado di sconvolgere le statistiche di questo torneo. Pensate: negli ultimi cinque anni, soltanto il 19,4% dei punti hanno visto un giocatore a rete subito dopo il servizio o la risposta. Bene, Cressy supera il 50% ed è di gran lunga il giocatore con la percentuale più elevata.

Alle sue spalle, Mischa Zverev e Ivo Karlovic sono abbondantemente sotto il 40%. Giocare così, al giorno d'oggi, è molto faticoso. E allora Cressy si aiuta grazie a un libricino verde che gli fa sempre compagnia, anche durante le partite. Ci sono alcuni esercizi di respirazione e una frase che per lui è diventata una mantra: “Instilla il dubbio”. Fu il suo coach a insistere su questo concetto, e lui lo ha preso in parola. Si è aiutato col libricino anche durante la vittoria contro Carreno. “È un ottimo sistema per meditare ai cambi di campo, soprattutto quando non mi sento bene – racconta – ripeto ossessivamente il concetto: è un modo per evitare le distrazioni e rimanere concentrato. Queste parole mi aiutato a ricordarmi che il mio avversario è uno dei tanti, e che se mi concentro su me stesso le cose andranno bene. Credo proprio che lo userò per tutta la carriera”. Se i risultati sono questi...