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LA STORIA

Il dramma del tennista senza volto

Con un “Ask Me Anything” su Reddit, un ex professionista si è messo a nudo. Doveva essere il nuovo Becker, ha finito per presentarsi ubriaco a una partita. Oggi è intorno ai 40 anni e sta finendo gli studi in medicina. Ha scelto l'anonimato, ma non è troppo difficile risalire alla sua identità...

Riccardo Bisti
25 luglio 2023

Quando Alexis Ohanian ha co-fondato Reddit, non avrebbe mai pensato che una dozzina d'anni dopo avrebbe sposato Serena Williams. E nemmeno che la piattaforma avrebbe ospitato la storia che vi raccontiamo oggi, nel cuore dell'estate, perfetta per ravvivare il periodo dei tornei che non interessano a nessuno. Da qualche tempo, Reddit ospita un'interessante possibilità. Si chiama AMA, acronimo di Ask Me Anything, ovvero chiedimi quello che ti pare (o quasi). Lo può fare chiunque, dalla casalinga a Donald Trump. Spesso emergono cose molto interessanti, conferenze stampa virtuali che – a volte – risultano migliori di quelle vere, forse per l'illusione di anonimato che pervade intervistatori e intervistati.

Fino all'età di 17 anni, ero considerato uno dei più grandi talenti del mondo ed ero tra i primi 10 della classifica mondiale junior. Non è mai stato davvero il mio sogno, e ben presto ho sviluppato una certa paura della sconfitta. Quando avrei dovuto farmi largo tra i professionisti, mi sono rifugiato nelle feste e nell'alcol. Sentiti libero di chiedere, se sei interessato. Non direi che che ho superato i “cosa sarebbe successo se...” ma oggi sono piuttosto bravo.

Era il 27 giugno quando un anonimo ex tennista tedesco ha lanciato questo post, promettendo di mettersi a nudo per gli internauti, con la sola condizione di mantenere l'anonimato. “Ero considerato il più grande talento dai tempi di Boris Becker” è il titolo di un topic che ha sviluppato oltre cento commenti in poco più di un giorno, in cui l'ex giocatore ha raccontato le emozioni di un aspirante fenomeno incapace di soddisfare le aspettative, schivando con educazione la curiosità di chi ha cercato di capire chi fosse. Noi crediamo di averlo capito e non scriviamo il suo nome perchè rimane un minimo (minimo...) margine di dubbio sulla sua identità, se non altro perché alcune informazioni date qua e là non coincidono. Ma siamo abbastanza convinti che le abbia date per depistare, non farsi riconoscere, magari evitare di essere contattato dai giornalisti.

L'ex tennista tedesco si è messo a nudo, ma ha preferito restare nell'ombra

«Ogni volta che dovevo svolgere attività con gli sponsor o parlare con i giornalisti, si spegneva la luce: dovevo bere alcolici per sostenere queste conversazioni» 
ASICS ROMA

“Per ovvi motivi, utilizzo un accout usa e getta” scrive l'anonimo tennista, che si fa chiamare Racket_ Abuser e racconta una storia interessante ma non clamorosa. In fondo, ne abbiamo sentite tante come la sua. Fenomeno junior, proveniente da una famiglia di sportivi, cresciuto con l'ossessione del tennis, annegato in un mare di aspettative, incapace di replicare tra i professionisti quello che aveva fatto tra i ragazzini. “Gli amici e la scuola dovevano mettersi in fila: la mia giornata era dedicata soltanto al tennis – racconta – facevo sport prima di andare a scuola, poi dopo le lezioni mangiavo in macchina prima di arrivare al circolo. Tennis, fitness e poi compiti dopo cena. A un certo punto è arrivata la scuola sportiva per dedicare ancora più tempo al tennis”. Per anni è stato il più bravo, con rari tuffi nel liquame della sconfitta. Ma quando le aspettative sono cresciute e i risultati non sono stati quelli sperati, è andato in corto circuito. “Vomitavo prima delle partite, somatizzavo la paura di perdere” racconta il tennista, che oggi è intorno alla quarantina e starebbe completando gli studi di medicina (“Sono il più vecchio del semestre”).

A un certo punto gli hanno diagnosticato un disturbo d'ansia con fobia sociale e depressione. Viveva malissimo l'avvicinamento alle partite, aveva avuto persino attacchi di diarrea (“Per questo non ho mai giocato con i pantaloncini bianchi”) e andava in confusione anche quando doveva svolgere attività con gli sponsor o parlare con i giornalisti. “Si spegneva la luce: dovevo bere alcolici per sostenere queste conversazioni”. L'alcol era diventato un rifugio, l'unica via d'uscita. Per un bel po' è riuscito a nascondere tutto al suo allenatore, ma prima o poi doveva arrivare il punto di non ritorno. Eccolo: si è presentato ubriaco a una partita ed è stato costretto a fermarsi per un'aritmia cardiaca. Difficile scovare il match, perché il tennista in questione vanta una quindicina di ritiri a match in corso. Il suo allenatore gli diceva “Sei stato il più grande talento che abbia mai allenato”. Questa frase gli risuona in testa ancora oggi, e forse è la ragione che lo ha spinto a concedersi questa curiosa psicanalisi virtuale. Racconta di aver avuto parecchi problemi fisici, su tutti lo strappo a un legamento crociato del ginocchio (“Giocando a calcio...”), senza dimenticare spalla, gomito e piede.

Il vecchio Louis Armstrong di New York, laddove il tennista misterioso si è allenato con Boris Becker

La sua attività professionistica ha visto la bandiera a scacchi anni fa, però ha continuato a giocare in Bundesliga, salvo smettere di giocare lo scorso 22 ottobre. Era un sabato: ripete questa data più volte, come se fosse uno spartiacque della sua vita. Confrontando le informazioni di Racket_Abuser e la biografia del tennista in questione, le informazioni tornano. Qualcuno ha provato ad azzeccare la sua identità facendo un po' di nomi ex giocatori tedeschi (sbagliando), altri gli hanno fatto domande-trabocchetto sperando di carpire informazioni che permettessero di risalire alla sua identità. Lì ha scelto la via della prudenza: secondo noi ha dato alcune informazioni sbagliate, di proposito. “Non ho ancora compiuto 40 anni” dice a chi gli chiede l'età. E il naso (virtuale) si alluna. Gli chiedono il ricordo più bello e si dilunga nel raccontare un allenamento con Boris Becker sul Centrale dello Us Open.

“Mi stavo allenando con altri junior tedeschi quando è arrivato il suo coach, chiedendo se ci fosse qualcuno disponibile. Così ho potuto palleggiare con lui su un campo deserto. Ero emozionatissimo: ho tirato la prima palla in rete e la seconda in tribuna, ma a un certo punto sono riuscito a calmarmi e allenarmi in modo adeguato”. Il giocatore misterioso colloca questo episodio nei primi anni 2000, ma all'epoca Becker si era già ritirato. Incrociando i dati a disposizione, non è difficile capire l'esatto anno dell'episodio. Per carità: rimane il dubbio che sia tutto inventato, che Racket_Abuser sia un mitomane a caccia di attenzioni virtuali. Può essere, ma crediamo di no. Abbiamo scovato un'intervista del giocatore in questione, datata 2019: diverse informazioni coincidono e persino il linguaggio è dello stesso tenore. Ha un tono colloquiale, si vede che ama parlare e condividere pensieri ed esperienze, a prescindere dall'interlocutore: il cronista di un giornale bavarese o decine di sconosciuti su Reddit.

“Oggi la mia vita va bene: ho una moglie, una figlia e sto per finire gli studi in medicina”. Ovviamente gli hanno chiesto l'età della figlia: “Non ha neanche sei mesi” ha tagliato corto. Non è vero, ma poco importa. Al contrario, è vero che per parecchi anni ha fatto l'istruttore e il coach, trasmettendo la sua esperienza a tanti giovani. “Ho imparato quanto sia importante l'aspetto psicologico. Il mio ex allenatore ha un'accademia, ho provato a presentargli la figura del mental coach, ma non ne ha ancora compreso l'importanza”. In Germania c'è stato il caso della sospensione del vicepresidente Dirk Hordorff per presunti abusi verso alcuni atleti: “Non ho mai vissuto episodi del genere – racconta – ma alcuni coach sono strani, certe cose non mi sorprendono. Comunque ho avuto a che fare solo marginalmente con Hordorff”. Probabilmente dice il vero, così come non c'è da dubitare quando gli chiedono del doping.

“Niente di strutturato: ho preso farmaci per l'asma, l'Infusin e ho sentito diversi 'prendi questo o quello', ma non così regolarmente da chiamarlo doping. Non ho fatto molti controlli antidoping, ma non hanno mai rilevato nulla”. Gli hanno chiesto chi sono i giocatori più forti che abbia mai incontrato. “Per ovvi motivi, non posso fare nomi. Ma da giovane incontri tutti i migliori: alcuni fanno il grande salto, altri rimangono talenti incompiuti. Ma ho fatto bella figura contro un top-50 attivo ancora oggi, e contro un top-3”. Frasi che lasciano il tempo che trovano. In effetti il nostro uomo ha affrontato (e in certi casi battuto) alcuni top-50 ancora in attività e ha affrontato gente che è stata tra i primi 3, quindi – sia pur disordinate – le informazioni tornano. “Avrei aneddoti simpatici su Roger Federer” si lascia sfuggire. Non lo ha mai affrontato, neanche da junior, però è probabile che sul finire degli anni '90 lo abbia conosciuto. Ma non è riuscito ad avere una carriera come la sua. Neanche lontanamente. Ma non crediamo che sia la ragione per cui ha fatto tutto questo.