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IL CASO

Furia spagnola: “Madrid, prendi esempio da Roma!”

Le wild card del Mutua Madrid Open fanno infuriare alcuni giocatori spagnoli, capitanati da Fernando Verdasco. “Hanno privilegiato gli stranieri e ignorato gli spagnoli. Guardate a Roma, dove tutti gli inviti sono per gli italiani”. Ma entrambe le policy hanno una logica: ve la spieghiamo, una volta per tutte. 

Riccardo Bisti
21 aprile 2022

Mano sul cuore o sul portafoglio? Interessi pubblici o privati? È il dilemma di moltissimi tornei quando devono assegnare le wild card, gli inviti a tennisti che non avrebbero il diritto di partecipare per motivi di classifica. Il problema si riduce spesso a una questione filosofica: privilegiare i tennisti locali (giovani promesse o vecchie glorie) oppure dare uno sguardo all'estero? In queste ore è scoppiata una violenta polemica a Madrid: l'evento diretto da Feliciano Lopez ha scelto la seconda opzione, spaccando in due il tennis spagnolo. Tre delle quattro wild card del singolare maschile sono andate ad Andy Murray (che aveva deciso di non giocare sulla terra battuta, poi ha cambiato idea), Lucas Pouille (allenato da Felix Mantilla) e al britannico Jack Draper. L'unico spagnolo invitato è il giovanissimo Carlos Gimeno Valero, 21 anni, n.363 ATP e finalista a Wimbledon junior nel 2019. Situazione ancora più pesante tra le donne, laddove i cinque inviti sono andati a giocatrici straniere: Naomi Osaka (Giappone), Marta Kostyuk (Ucraina), Qinwen Zheng (Cina), Linda Fruhvirtova (Repubblica Ceca) e Monica Puig (Porto Rico). Il tutto mentre si presentavano gli Internazionali BNL d'Italia, in cui la policy è diametralmente opposta: privilegio assoluto agli italiani. Tra gli uomini, due dei quattro inviti andranno ai baby Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli, i restanti ai finalisti delle pre-qualificazioni, maxi-torneo aperto a tutti i tesserati FIT: nato anni fa, prendendo spunto dallo Us Open, è diventato sempre più importante e si conclude proprio al Foro Italico nell'imminenza del torneo, allungandone artificialmente la durata.

Da regolamento, tutti i partecipanti devono essere italiani (o almeno avere il diritto di rappresentare l'Italia in Davis o BJK Cup: qualche anno fa, una svista consentì all'argentina Paula Ormaechea di arrivare a un passo dal main draw). Tutte italiane anche le wild card nel torneo femminile: Jasmine Paolini, Lucia Bronzetti ed Elisabetta Cocciaretto. Qualora la Paolini dovesse entrare di diritto (ha bisogno di otto forfait per farcela), il suo invito andrebbe a Martina Trevisan. La diversità di approccio tra Madrid e Roma è diventato un caso politico in Spagna, laddove gli Internazionali sono presentati come modello da imitare secondo una lettera aperta pubblicata da Fernando Verdasco e sottoscritta da altri sette professionisti. Spicca la top-10 Paula Badosa, a cui si aggiungono sei elementi danneggiati in prima persona: Carlos Taberner, Bernabé Zapata, Pablo Andujar, Aliona Bolsova, Rebeka Masarova, Roberto Carballes e Nuria Parrizas. Ecco il testo del comunicato: “A seguito dell'annuncio odierno delle wild card del Mutua Madrid Open 2022, molti giocatori spagnoli devono dare la loro opinione. Ci sembra sorprendente, persino frustrante, che il maggior evento tennistico in Spagna mostri un sostegno così piccolo (o inesistente) ai giocatori spagnoli, specialmente in merito ai tabelloni principali.

Moltissime wild card vanno a giocatori rappresentati dalla stessa IMG. Conflitto d'interesse? Probabile. Operazione legittima? Certamente, anche perché la vendita del torneo è stata approvata da ATP e WTA.
ASICS ROMA

La lettera aperta pubblicata da Fernando Verdasco e sottoscritta da altri sette giocatori spagnoli

Comprendiamo che i criteri sembrino ragionevoli al comitato organizzatore e ai proprietari del torneo. Comprendiamo che alcune wild card siano assegnate a propria discrezione, ma non che tutte privilegino gli interessi commerciali rispetto allo sport spagnolo e abbandonando completamente la strada seguita negli anni passati. Abbiamo moltissimi giocatori che non hanno la possibilità di partecipare e che sono stati ignorati quando hanno chiesto un invito. Se osserviamo qualsiasi altro torneo della stessa categoria, il sostegno mostrato ai tennisti locali e immensamente più grande. Senza andare troppo lontano, il torneo di Roma (in campo la settimana dopo) ha già annunciato le sue prime cinque wild card, e sono tutte per gli italiani. Abbiamo piena fiducia che gli sponsor principali del torneo, compresa la Città di Madrid, Mutua Madrilena e le società spagnole, vogliano appoggiare il tennis spagnolo e investano in questo torneo con l'intenzione di aiutare il nostro sport, con l'aspettativa di avere la maggiore presenza spagnola possibile, dunque immaginiamo che condividano la nostra delusione e ci aspettiamo che la esprimano. Sentivano che fosse importante rendere nota la nostra tristezza nel non poter giocare nel nostro Paese e far conoscere la situazione che ci ha tolto questa opportunità”. L'argomento è tanto spinoso quanto interessante. Prima di entrare nel merito e chiarire la ragione principale delle scelte del torneo, una premessa: se escludiamo Paula Badosa (che è anche stata la prima a commentare su Twitter), tutti i sottoscrittori di questa lettera sono danneggiati dalle decisioni del torneo. Sono diretti interessati.

Allo stato attuale, soltanto Carballes Baena e Andujar hanno discrete possibilità di giocare almeno le qualificazioni, poiché sono rispettivamente fuori di 2 e 4 posizioni. Difficile che ce la faccia Taberner (avrebbe bisogni di 14 forfait), praticamente impossibile che possano giocare Zapata Miralles e lo stesso Verdasco. L'esclusione di Verdasco è certamente la più rumorosa: vuoi perché ha un passato da top-10, vuoi perché ha 39 anni e il 2022 potrebbe essere la sua ultima stagione, vuoi perché partecipa ininterrottamente dal 2003 a questo torneo, laddove vanta due quarti di finale (2009 e 2012) e una vittoria contro Rafael Nadal, vuoi perché è (era?) grande amico di Feliciano Lopez, con il quale ha giocato in doppio e condiviso mille avventure in Coppa Davis. È vero, sta giocando male ed è fuori dai top-100, ma la sua esclusione è piuttosto sorprendente. Il suo risentimento è comprensibile, anche se tra i commenti c'è chi ha sottolineato alcune sue condotte non troppo... patriottiche: per esempio la residenza a Doha, in Qatar, laddove svolge quelle clinic con i ragazzini che invece non effettua in Spagna. La questione rimane spinosa e apparentemente indecifrabile, ma in realtà le scelte del torneo sono comprensibili: lo scorso dicembre, infatti, il Mutua Madrid Open è stato acquistato dal colosso americano IMG, che ha chiuso un accordo con il vecchio proprietario Super Slam LTD (facente capo a Ion Tiriac), acquisendo anche i diritti di un torneo di golf. IMG ha inglobato anche Madrid Trophy Promotion, la società che gestiva il torneo in Spagna. In questo modo, il suo presidente (nonché braccio destro di Tiriac) Gerard Tsobanian ha potuto mantenere il suo ruolo all'interno del torneo. IMG è già proprietaria del Miami Open, ed è stata artefice dello storico passaggio da Key Biscayne all'Hard Rock Stadium.

Jack Draper è rappresentato da IMG anche nel suo ruolo di modello. Avrà una wild card a Madrid

Nell'edizione giocata sulla terra blu, Fernando Verdasco batté Rafael Nadal a Madrid

L'accordo con Madrid è stato annunciato lo scorso dicembre e – rispettando la roadmap – è stato completato qualche settimana fa, sancendo la definitiva uscita di scena di Ion Tiriac. Il magnate rumeno è uscito da vincitore, visto che ha incassato la cifra-monstre di 390 milioni di euro: 360 subito, più altri 30 in arrivo nei prossimi due anni, molti di più rispetto alla cifra ipotizzata a dicembre (si parlò di 200-250 milioni). Queste operazioni commerciali – magari non note a tutti – spiegano le scelte del torneo, che peraltro vanno a ricalcare quanto già accade a Miami: moltissime wild card vanno a giocatori rappresentati dalla stessa IMG. Conflitto d'interesse? Probabile. Operazione legittima? Certamente, anche perché la vendita del torneo è stata approvata da ATP e WTA. Con questa consapevolezza, tutto si fa più chiaro. Diversi giocatori che hanno ottenuto una wild card a Madrid sono rappresentati da IMG. È il caso di Jack Draper, che con IMG ha addirittura un contratto come modello. Ed è il caso del cinese Junchen Shang, che ha ottenuto un invito per le qualificazioni. La situazione è ancora più evidente tra le donne: tutte le cinque wild card per il main draw sono andate a clienti IMG. Per questa ragione, non c'è stato spazio per tennisti e tenniste spagnole. Estremizzando, si può dire che il torneo di Madrid non sia più un evento spagnolo, bensì un torneo IMG che deve sottostare a logiche ben diverse. A parte questo, hanno esagerato nel privilegiare gli stranieri: in tutta onestà, l'invito a Pouille e allo stesso Gimeno Valero sembrano fuori logica se l'alternativa è Verdasco (che peraltro è madrileno). Ma non è rappresentato da IMG, dunque dovrà rinunciare al torneo di casa.

Ha però torto quando paragona Roma e Madrid: se il torneo spagnolo ha natura privata (e i privati possono fare quello che vogliono, giusto o sbagliato che sia), al Foro Italico c'è una cogestione tra FIT a Sport & Salute, organi parastatali che devono rispondere a dinamiche molto diverse. Da moltissimi anni, la FIT sceglie di privilegiare i giocatori italiani e si tratta di una scelta più che rispettabile. Il momento storico è favorevole, perché ci sono moltissimi giocatori italiani con legittime ambizioni. Il sistema delle pre-qualificazioni, inoltre, garantisce una corretta meritocrazia. Anche a Roma è capitato di concedere wild card a stranieri: il caso più famoso risale al 1995, quando Franco Bartoni privilegiò i giovanissimi Marcelo Rios e Mark Philippoussis. Incassò un bel po' di critiche, ma aveva ragione lui: tre anni dopo, il cileno diventava numero 1 ATP e l'australiano arrivava in finale allo Us Open. Più recente l'invito a Maria Sharapova, che qualche anno fa fu preferita a Francesca Schiavone. La scelta scatenò vive polemiche, poi una norma WTA permise alla milanese di ottenere il suo posto in tabellone, evitando ulteriori imbarazzi. È stato l'unico episodio controverso di una gestione delle wild card che negli ultimi 15-20 anni è stata sostanzialmente corretta. Ma non bisogna commettere l'errore di pensare che una policy sia migliore dell'altra: per quanto i paragoni siano inevitabili (stessa superficie, vicinanza in calendario, montepremi simile), Roma e Madrid sono due tornei profondamente diversi. E certi paragoni non hanno senso.