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MASTERS 1000 MADRID

Carlos Alcaraz è diventato adulto

Pochi giorni dopo aver compiuto 20 anni, lo spagnolo vince a Madrid il suo decimo titolo. Jan-Lennard Struff ha regalato una bella finale e l'ha resa incerta, ma alla fine ha vinto il più forte. “Nei momenti importanti so dare il meglio. La mia unica paura sono gli infortuni”. Tornerà al numero 1 tra due settimane.

Riccardo Bisti
8 maggio 2023

Talvolta elencare i numeri può essere noioso per chi li raccoglie, figurarsi per il lettore, ma ogni tanto capita che siano le cifre a fotografare nel migliore dei modi la portata di un evento. Nella fattispecie, un paio di numeri a corredo del trionfo a Madrid raccontano l'ingresso di Carlos Alcaraz nell'età adulta. Intanto non è più un teenager, poiché ha compiuto 20 anni nel giorno delle semifinali. Carlitos è sempre stato forte, adesso è diventato grande. L'altro dato riguarda i tornei vinti: la difesa del titolo a Madrid lo ha portato a quota dieci. Alcaraz è il sesto più giovane dell'Era Open ad arrivare in doppia cifra, ma è soltanto una linea di passaggio verso un futuro spettacolare. Il murciano adora giocare in casa e le cifre lo certificano: viene da 21 vittorie consecutive in Spagna e l'ultimo a batterlo – guarda un po' – era stato Rafael Nadal proprio a Madrid, due anni fa. Questo titolo era previsto? Forse. Banale? Per nulla. Un po' perché le vittorie non sono mai scontate, un po' perché si è presentato alla Caja Magica con qualche problemino fisico, come ha confidato il suo preparatore atletico Juanjo Moreno. Niente di grave: dopo aver schivato le sabbie mobili di un esordio complicato contro Emil Ruusuvuori, è filato via liscio fino alla finale contro il sorprendente Jan-Lennard Struff, tedescone che aveva perso nelle qualificazioni e si è trovato a vivere una favola.

Primo lucky loser a raggiungere la finale in un Masters 1000, ha avuto il merito di regalarci una bella finale, lunga il giusto (2 ore e 24 minuti), equilibrata e molto spettacolare. Sapeva, il tedesco, di non poter sostenere il dialogo da fondo contro il ringhiante spagnolo. E allora ha adottato un sistematico serve and volley, mostrando una buonissima copertura della rete e offrendo al pubblico un contrasto di stili sempre più raro nel Muscle Tennis attuale. Si è presentato a rete 52 volte, cogliendo il buon bottino di 33 punti. Alcaraz ha dovuto dare fondo a tutte le sue energie per imporsi col punteggio di 6-4 3-6 6-3 e – udite udite – c'è stato un momento in cui l'esito della partita non è parso così scontato. In avvio di terzo, infatti, il tedesco ha avuto una palla break che lo avrebbe spedito avanti. L'avesse trasformata, chissà. Invece lo spagnolo è rimasto a galla, ha scippato il servizio a Struff nel game successivo e non si è più voltato, aggiustando il rendimento al servizio. Nei primi due set aveva faticato con la prima palla, raccogliendo soltanto il 60% dei punti (27 su 45), mentre nel terzo ha elevato la percentuale all'81% (17 su 21).

«Ho la capacità di giocare al meglio nei momenti importanti. In quei frangenti so crescere e faccio cose diverse rispetto agli altri giocatori» 
Carlos Alcaraz

A parte i ringraziamenti e le parole al miele verso il pubblico e il suo allenatore Juan Carlos Ferrero (che a Madrid vinceva proprio vent'anni fa, quando si giocava ancora sul cemento indoor), Carlitos ha espresso un concetto interessante, che profuma di consapevolezza, anzi, di ingresso nell'età adulta. “Ho la capacità di giocare al meglio nei momenti importanti – ha detto – in quei frangenti so crescere e faccio cose diverse rispetto agli altri giocatori. Sono uno da finali, questo mi caratterizza”. I numeri (sempre loro!) gli danno ragione: ne ha vinte dieci su tredici, e fino adesso è imbattuto (5 su 5) in quelle che contano davvero, Slam e Masters 1000. Curiosità: soltanto Jim Courier e Michael Chang avevano vinto (almeno) le loro prime quattro finali in un Masters 1000. Dopo un break di Alcaraz nel primo game, l'immediata replica di Struff ha fatto capire che non sarebbe stato un match banale.

Lo spagnolo trovava l'allungo decisivo nel settimo game (doppio fallo sulla palla break), poi recuperava da 0-40 quando ha servito sul 5-4. Da segnalare lo spettacolare pallonetto con cui ha cancellato la terza palla break. Decisamente a suo agio nella semi-altura di Madrid (anche se il campo era stato pesantemente bagnato prima del match, forse per rallentarlo e dare una mano al padrone di casa), il tedesco ha continuato a martellare e ha preso il comando in avvio di secondo, portando in salvo il parziale dopo aver resistito in uno spettacolare quinto game, durato un quarto d'ora, nel quale ha cancellato cinque palle break. Il treno buono per Struff è passato nel terzo game del terzo set, non è riuscito a salirci e a quel punto Alcaraz (sostenuto a gran voce dal pubblico, comunque molto corretto) ha preso il comando e non lo ha mollato più.

"Ho sempre detto che non gioco le finali: le vinco"

Carlos Alcaraz è il più giovane a difendere il titolo in un Masters 1000 dai tempi di Rafael Nadal (Monte-Carlo 2005 e 2006)

Per Struff è svanito il sogno di diventare il quarto giocatore a vincere il suo primo torneo in un Masters 1000: fino a oggi ci sono riusciti Roberto Carretero (Amburgo 1996), Chris Woodruff (Montreal 1997) e Albert Portas (Amburgo 2001). Poco importa: a 33 anni festeggia il nuovo best ranking (n.28 ATP) e spera che questa settimana possa dargli la svolta per l'ultima fase della sua carriera. Intanto ha dato forfait a Roma (dove avrebbe dovuto giocare le qualificazioni, stessa scelta di Karatsev, che pure aveva detto che ci sarebbe stato): farà un salto dalla sua famiglia, visto che è padre di due bambini, poi sarà interessante vedere se è stato il torneo della vita, oppure se qualcosa è cambiato. Da parte sua, Alcaraz si è praticamente garantito il ritorno al numero 1. Confermando il titolo a Madrid si è portato ad appena cinque punti da Djokovic: per superarlo nel ranking del 22 maggio (quello che stabilirà il seeding del Roland Garros) gli basterà passare un turno al Foro Italico, visto che l'anno scorso non c'era mentre il serbo deve difendere il titolo.

“Per fortuna riesco a vincere anche quando non sono al massimo della forma – ha detto – e questo accade l'80% delle volte. Queste partite contano il doppio perché devi affrontare i problemi e trovare un modo per risolverli”. Lui lo fa alla grande e ha rassicurato sul futuro, dicendo di non temere la stanchezza fisica o mentale, così come lo stress della vita da professionista. “Tutto questo non mi spaventa. L'unico mio timore riguarda gli infortuni: per questo devo prestare massima attenzione al mio corpo e fare molta prevenzione”. In effetti sembra la buccia di banana più scivolosa per un futuro che si preannuncia dorato. Intanto lo vedremo a Roma e sarà la prima volta: per un motivo o per l'altro, Carlitos non ha mai giocato gli Internazionali BNL d'Italia. Per carità: conosce bene il nostro Paese, intanto perchè ci ha vinto le Next Gen Finals, e poi perché ha frequentato diversi tornei Challenger. L'ultimo risale al 2020, quando perse a Biella contro Filip Horansky mentre Rafael Nadal edificava il suo tredicesimo Roland Garros. Sono passati due anni e mezzo, sembra una vita.

MASTERS 1000 MADRID – FINALE
Carlos Alcaraz (SPA) b. Jan-Lennard Struff (GER) 6-4 3-6 6-3