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Mamma cinese, padre rumeno, nata in Canada ma orgogliosamente britannica: è l'affascinante mix di Emma Raducanu, protagonista a sorpresa. Ha battuto la Vondrousova e sta facendo impazzire i tabloid. Brilla tra i banchi di scuola ed era una promessa del... go-kart!

Riccardo Bisti
2 luglio 2021

Nell'anno in cui non avevano aspettative, i britannici hanno scoperto una nuova stellina. In mezzo a titoli ed articoli su Murray, Djokovic e Federer, si è fatto largo il volto esotico di Emma Raducanu. Basta guardarla per intuire una storia affascinante, ancor più particolare delle ultime due big del tennis britannico: Laura Robson proveniva dall'Australia, Johanna Konta pure (ma con radici ungheresi). Lei è nata in Canada, ma suo papà è rumeno e la mamma è cinese. Per fortuna degli inglesi, si è spostata a Londra quando aveva due anni. Nessun dubbio sulla nazione da rappresentare, anche perché ha già esordito in BJK Cup. “Anche se un paio di volte all'anno torno a Bucarest a trovare mia nonna Mamiya – dice la Raducanu dopo il clamoroso terzo turno ottenuto a Wimbledon – abita in centro città e adoro il cibo rumeno”.

Numero 338 WTA e ammessa con una wild card, ha fatto fuori Vitalia Diatchenko e Marketa Vondrousova. Lo ha fatto col piglio della veterana, soprattutto al secondo turno, a parte un paio di pallate fuori di metri nei primi due punti della partita. A 44 anni dall'ultimo successo di una britannica (Virginia Wade), è l'unica giocatrice di casa al terzo turno. Le daranno un campo importante nel (quasi) derby contro Sorana Cirstea, che ha estromesso Victoria Azarenka. Le hanno chiesto se preferirebbe raggiungere gli ottavi a Wimbledon o avere buoni voti a scuola. “Gli ottavi! - replica – tutti pensano che io sia fanatica dei miei voti. Semplicemente ho degli standard molto alti e desidero sempre il meglio, sia nello studio che nel tennis. Qui mi sento come se fossi in vacanza e gioco ogni punto come se fosse l'ultimo”.

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“I miei genitori vengono da Paesi di matrice comunista, in cui studiare era l'unico modo per emergere
Emma Raducanu

La grande prestazione con cui la Raducanu ha sconfitto Marketa Vondrousova

Il suo match contro la Vondrousova era programmato sul Campo 18, poi l'hanno spostato sul 12 per assicurarsi che finisse in tempo. È arrivata in campo qualche minuto prima della Vondrousova e l'ha aspettata seduta, in solitudine, con gli auricolari accesi. Ci ha pensato sul campo a punirla per il ritardo. Nata il 13 novembre 2002, non è la più giovane ancora in gara. Coco Gauff ha un anno e mezzo meno di lei, ma a questi livelli Emma è una novità assoluta. Eppure la LTA le aveva concesso una wild card per meriti, non certo per nepotismo. Tra scuola, COVID e infortuni ha giocato pochissimo. Però ha già intascato tre titoli ITF e non le manca nulla. Se uno spettatore neutrale fosse capitato in tribuna, senza conoscere il curriculum delle due, avrebbe pensato che fosse lei la più esperta. Un rapido 6-2 è stato contenuto da uno 0-3 nel secondo (e palla dello 0-4), ma i nervi sono scomparsi rapidamente fino a condurla alla vittoria, celebrata inginocchiandosi sull'erba.

La popolarità (e le 115.000 sterline per chi arriva al terzo turno) la travolge nel momento giusto: il 2021 è l'anno in cui Laura Robson ha alzato bandiera bianca, travolta da mille infortuni dopo essere stata la più seria candidata a raccogliere il testimone della Wade. Ed è l'anno in cui Johanna Konta non ha potuto partecipare perché contatto stretto di un positivo al virus. Per un paio di giorni ha condiviso l'attenzione con Katie Boulter, che però non è riuscita a superare la Sabalenka. Adesso gli occhi sono tutti su di lei, compresi quelli di aspiranti manager che busseranno alla sua porta. E pensare che avrebbe potuto praticare qualsiasi altri sport. Una volta sbarcata a Londra, si è dedicata a equitazione, nuoto, basket, golf, sci, balletto e persino tip tap. Uno dopo l'altro, sono finiti nel dimenticatoio.

Emma Raducanu è allenata dall'esperto Nigel Sears, suocero di Andy Murray

Ci sono cose da cui Emma Raducanu non si separerebbe mai: eccole

L'ultimo a fare concorrenza al tennis è stato... il go-kart. Sì, avete letto bene. “Ho iniziato la mia breve carriera in un garage per autobus a Streatham, poi sono finita in una pista vera e propria – racconta – inoltre, dai 9 anni in poi ho anche fatto motocross”. Lo sport le ha permesso di abbandonare una naturale timidezza, ma ben presto è stato chiaro che la strada giusta era con la racchetta, non certo con un volante o un manubrio. Certe attività, tuttavia, l'hanno resa molto forte sul piano atletico. Un paio d'anni fa, durante la preparazione invernale in Florida, lei e alcune colleghe facevano hip thrusts, un esercizio per sviluppare la forza dei fianchi, e lei era stata in grado di sorreggere un peso di 200 kg.

Diversi uomini non ce la fanno” dice la sua compagna di BJK Cup Heather Watson. Anche per questo, la LTA l'ha messo sotto la sua ala protettrice, inserendola nel PRO Scolarship Program, borsa di studio riservata agli atleti che hanno la potenzialità di diventare top-100 ATP-WTA entro cinque anni. Insieme a lei ci sono Jack Draper (ottimo amico), Katie Boulter e Francesca Jones. Se Draper ha scippato un set a Djokovic al terzo turno, in questo momento la più futuribile – almeno sul breve termine – sembra proprio Emma, che dai suoi genitori sembra aver preso un forte senso del dovere. “D'altra parte vengono da Paesi di matrice comunista, in cui studiare era l'unico modo per emergere”. Forse il suo segreto è proprio questo.