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IL CASO

La misteriosa sospensione di Dragos Madaras

“Non ha ottemperato a una richiesta”. Con questa motivazione, l'ITIA giustifica la provvisoria sospensione (in attesa di processo) di Dragos Nicolae Madaras, che quest'anno aveva battuto il record di vittorie nei tornei ITF. Aveva chiesto di poter giocare durante le indagini, ma gliel'hanno negato. È indagato per aver commesso reati o per non aver dato informazioni su terzi?

Riccardo Bisti
28 settembre 2023

Ubi maior, minor cessat. Durante la settimana di Davis Cup Finals a Bologna, polemiche e polemicucce sulla nazionale italiana avevano messo in ombra quanto accaduto in casa svedese. Oltre a Mikael Ymer, sospeso per aver saltato tre controlli antidoping, mancava Dragos Nicolae Madaras, che pure era stato regolarmente convocato. “Mi ha detto che ha dovuto rinunciare per motivi personali, senza aggiungere altro – ha detto il capitano Johan Hedsberg – mi sono limitato a dire che era un peccato e ho lasciato perdere”. E così, a Bologna, c'era Karl Friberg. Nessuno si era domandato come mai mancasse il Re dei tornei ITF, che peraltro avrebbe avuto ottime chance di essere schierato perché è nettamente davanti rispetto a Leo Borg. Oggi il motivo è noto, anche se in Svezia qualcuno ne aveva già parlato: Madaras è stato provvisoriamente sospeso per aver violato un'articolo del Tennis Anti-Corruption Program, quello che protegge l'integrità del gioco da scorrettezze di vario genere.

Soprattutto match truccati e scommesse, ma non solo. Ne ha dato notizia l'International Tennis Integrity Agency con uno scarno comunicato, da cui non si capisce granché. Lo svedese (di origine e nascita rumena) avrebbe violato l'articolo F.3.bi1 del programma: in sintesi, non ha ottemperato a una richiesta. Accusa generica, che potrebbe voler dire mille cose. La più probabile è che non abbia collaborato alle indagini su un presunto caso di corruzione. Difficile ipotizzare se lo riguardasse in prima persona, o se si sia rifiutato di dare informazioni su terzi. L'unica certezza è che si tratta di una sospensione provvisoria (dunque in attesa di giudizio), scattata il 17 agosto. Madaras ha presentato ricorso, chiedendo di poter continuare a giocare durante le indagini, ma il professor Richard McLaren ha respinto la sua richiesta il 22 settembre. Ergo, Madaras resterà fermo in attesa di giudizio. Caso molto simile a quello del francese Maxence Broville (n.755 ATP). Bloccato il 20 giugno per la medesima violazione, ha presentato lo stesso tipo di ricorso, ma gliel'hanno respinto il 5 settembre.

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«L'ITIA ha squalificato 95 tennisti per reati di questo tipo. 44 di loro sono stati sospesi a vita, e soltanto due se la sono cavata con sospensioni inferiori ai dodici mesi»

Nel caso di Broville, tuttavia, c'era un dettaglio in più: essendoci la probabilità che abbia commesso un reato grave, consentirgli di giocare avrebbe compromesso l'integrità del gioco. In altre parole, è stato ritenuto più “sicuro” parcheggiarlo in officina che farlo giocare in attesa di (probabile) squalifica. Questo dettaglio manca nel caso Madaras, lasciando dunque il dubbio se l'indagato fosse davvero lui. La notizia era trapelata lo scorso 2 settembre, in pieno Us Open, quando fu rivelata dal giornalista Jonas Arnesen, il quale scrisse che a Madaras era stato impedito di accreditarsi a qualsiasi evento. Era evidente che fosse successo qualcosa, vista la sua assenza alle qualificazioni dello Us Open, preziosissime per i giocatori della sua fascia. “Abbiamo appreso la notizia soltanto oggi – dice Christer Sjoo, segretario generale della federtennis svedese – abbiamo cercato di metterci in contatto con Dragos, ma non ci siamo riusciti. Prendiamo sul serio ogni sospetto di atto illecito e vogliamo proteggere il gioco da situazioni che lo danneggiano. Per questo vediamo con favore l'indagine”.

Anche i media svedesi hanno provato a contattare il giocatore, ma senza risultati. Madaras fa base in Romania, laddove è nato e cresciuto. Intorno ai 15 anni di età si è spostato in Svezia (più precisamente a Helsinborg), laddove ha ottenuto quel sostegno che gli era sempre mancato in Romania. Una volta presa la residenza, si è attivato per ottenere la cittadinanza e dal 2016 gioca per la Svezia, al punto da aver esordito in Coppa Davis lo scorso anno. Quando gli hanno chiesto dove fa base, ha detto di trascorrere il 50% del suo tempo a Bucarest e il restante in Svezia. “Ma solo perché il mio coach è rumeno. Lavorassi con uno spagnolo, abiterei in Spagna”. Questa notizia rischia di rovinare un 2023 che lo aveva condotto sotto l'occhio dei riflettori in virtù dei tanti successi nel circuito ITF, la Serie C del tennis.

Fuori dai top-300 a inizio stagione, Dragos Nicolae Madaras era salito fino al numero 191 grazie ai tanti successi nel circuito ITF

Quello contro Marko Topo al Challenger di Banja Luka rischia di restare a lungo l'ultimo match di Dragos Madaras

Dopo i quattro titoli consecutivi a inizio anno, era stato intervistato dall'ITF e disse che quest'anno gli sarebbe piaciuto vincerne dieci. Sarebbe stato il record assoluto in campo maschile, superando i record di Safwat, Podlipnik-Castillo e Bellotti (tutti fermi a nove). Ce l'ha fatta, entrando in doppia cifra vincendo un paio di mesi fa a Brasov. Si era messo in ottima posizione per ottenere il record unisex, visto che tra le donne Arantxa Rus era arrivata a dieci titoli nel 2019. Invece ha giocato il suo ultimo torneo a Banja Luka, lo scorso agosto, prima che l'ITIA bussasse alla sua porta. A quanto pare non l'ha aperta, dunque rischia di fronteggiare un lungo stop. Le sanzioni per aver violato le norme anti-corruzione sono generalmente più severe rispetto a quelle per doping. I numeri raccontano che l'ITIA (ex TIU, Tennis Integrity Unit) ha squalificato 95 tennisti per reati di questo tipo. 44 di loro sono stati sospesi a vita, e soltanto due se la sono cavata con sospensioni inferiori ai dodici mesi.

Scorrendo l'elenco, si nota che anche le squalifiche temporanee sono molto pesanti, anche di diversi anni. C'è dunque il rischio che la carriera di Madaras (che ha compiuto 26 anni lo scorso 12 settembre) termini qui. Sarebbe una disdetta per un giocatore che ha più volte dichiarato di nutrire una folle passione per il tennis, al punto da voler giocare sempre, ogni settimana. Nel 2021 aveva trascorso 37 settimane in giro per tornei (più i vari impegni per le gare a squadre in giro per l'Europa), mentre quest'anno aveva giocato la bellezza di 90 partite (123 considerando anche il doppio), peraltro vincendone 74. Percentuale dell'82,2%: sia pure a livelli diversi, non troppo diversa da quelle di Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. A parte i trionfi ITF, si era tolto la soddisfazione di esordire negli Slam (ha giocato le qualificazioni a Wimbledon) e nel circuito ATP, ottenendo una wild card a Bastad. Era pressoché certo di arrivare in tripla cifra di match di singolare, ma adesso è cambiato tutto. Il suo futuro è a rischio.