Test Racchette

Head Graphene 360+ Speed Pro

La racchetta di Novak Djokovic nella sua versione più agonistica, dato il peso importante, la sensazione di massa sulla testa e uno schema di incordatura fitto da 18x20. Controllo e precisione sono ai massimi livelli, con la botta piatta e il back che si fanno decisamente preferire. Per scovare potenza serve un gran braccio. Telaio destinato ad agonisti di ottimo (ottimo) livello

di Staff Padel Magazine
8 giugno 2020

Lorenzo, 48 anni, classifica 3.2
Dai due lati sono un ossimoro: dritto con tanta rotazione e mulinello verso la testa bruttino da vedere, rovescio classico, perfino apprezzabile stilisticamente. Quindi, col dritto faccio una fatica esagerata, col rovescio ho avvertito momenti di pura libidine se impatto bene, all’altezza giusta, con le gambe che spingono, eccetera eccetera. In generale, un telaio troppo complicato da gestire, magari per un paio d’ore, sulla terra rossa e le palle sgonfiette. Meglio pensare alla versione MP

Luca, 27 anni, classifica 2.5
Niente male, che controllo! Posso tirare forte e la palla finisce sempre dentro, con la sensazione che resti tanto sulle corde. La precisione è assoluta anche se per spingere bisogna darci dentro ed essere ben allenati. Roba per attaccanti, non certo difensori e toppatori.

Mirko, 24 anni, classifica 2.7
Mi sento al limite, nel senso0 che quando uso la MP da 300 grammi e 16x19 è più quello che guadagno in potenza e spin di quello che perdo in controllo. Il mio coach me la fa usare ogni tanto quando inizio a sporcare i miei colpi, a essere meno lineare; la Pro ti obbliga a esserlo.

Filippo, 30 anni, classifica 4.3
La uso contro Gianfranco, un amico che batto sempre 6-2 6-2: per me è un po’ come giocare a handicap! Però se riesco a essere preciso, quando riprendo la mia Extreme mi pare un sogno. È un po’ come correre con i pesi alle caviglie: al mio livello, può aiutare come allenamento, ma se devo fare una gara...

Piero, 50 anni, classifica 2.7
Faccio il maestro e uno dei miei compiti è aiutare gli allievi nella scelta dell’attrezzo: la Pro definisce il giocatore, perché è una linea sottile che la maggior parte dei giocatori non può e non deve superare. La racchetta deve dare una mano, e soprattutto aiutare a trovare spinta e profondità. E soprattutto devo far capire che usare la racchetta più difficile non vuol dire essere più capaci. In un mondo ideale, su dieci giocatori (buoni agonisti, eh), nove dovrebbero usare la MP.