Un ATP 500 a Belgrado? Djokovic chiarisce il progetto

ATTUALITÀ

19 aprile 2022

Riccardo Bisti

La famiglia Djokovic ha riportato il circuito ATP a Belgrado dopo nove anni, con ambizioni importanti. “Ma prima dobbiamo acquistare la licenza, perché in questo momento è solo in affitto. Dopo averla ottenuta, potremo pensare all'upgrade. La possibilità esiste, proprio in questa settimana”.

Il tennis va nei luoghi dei grandi campioni. È sempre stato così, anche per i Paesi più improbabili. Caroline Wozniacki ha portato un torneo WTA in Danimarca, Grigor Dimitrov un ATP in Bulgaria, Paradorn Srichaphan in Thailandia. E non sono gli unici. Normale: se c'è un mercato interessante, tutti hanno la convenienza a portarci un torneo. Lo sa bene Ion Tiriac, che vent'anni fa trasferì il suo Masters 1000 dalla Germania alla Spagna. Dopo il successo a Monte Carlo, Stefanos Tsitsipas si è augurato che Atene possa ospitare un ATP 250. “E sono sicuro che sarebbe un successo”. In questo contesto si inserisce Novak Djokovic, che con la sua famiglia organizza il torneo ATP di Belgrado. Dopo quattro edizioni (dal 2009 al 2012), il Serbia Open è tornato lo scorso anno sotto la direzione del suo fratello minore Djordje.

Lo scorso anno, Djokovic jr. si è distinto per attivismo: ha organizzato addirittura due tornei ATP e un WTA, sfruttando le licenze temporanee fornite in tempo di pandemia. Quest'anno il circuito torna alla sua struttura tradizionale, e ci si domanda se Belgrado possa diventare una tappa ancora più importante, nonostante debba fronteggiare la concorrenza di una tappa storica come il Conde Godò di Barcellona. Se lo è chiesto la giornalista Ana Mitric, che alla vigilia dell'esordio ha domandato a Djokovic cosa hanno imparato dall'organizzazione delle prime quattro edizioni, e se c'è l'obiettivo di un upgrade ad ATP 500, del quale si era sussurrato nelle scorse settimane. La risposta di Djokovic è stata piuttosto articolata.

Il torneo ATP di Belgrado nutre importanti ambizioni di crescita

“La vecchia esperienza ci ha aiutato a organizzare meglio, e con maggiore conspevolezza, il torneo successivo. Da giocatore, mi interessa molto il benessere degli atleti: ci accertiamo che ci siano sufficienti campi di allenamento, palestra, la dovuta ospitalità, cibo, aree relax. Non c'è molto spazio e non è facile, perchè è un evento internazionale che attrae persone da tutto il mondo, ma vogliamo soddisfare ogni esigenza. Il meteo può essere un problema, adesso fa un po' freddo ma mi auguro che nel weekend le cose vadano meglio, in modo da attirare più pubblico”. In merito al futuro, Djokovic ha specificato che la sua famiglia non è proprietaria della licenza, ma è soltanto in affitto (dal torneo di Budapest, ndr).

“In effetti abbiamo intenzione di proporre un accordo agli attuali proprietari per acquistarla definitivamente – ha detto – solo a quel punto potremo parlare di un upgrade ad ATP 500. C'è una possibilità in questa settimana, il management ATP ce lo ha comunicato qualche anno fa, ma per adesso non è stato fatto ancora nulla in questo senso”. Come è noto, si sussurra che in futuro gli ATP 500 potrebbero passare da 13 a 16, così come i Masters 1000 aumentare di un'unità (da 9 a 10). Sebbene Belgrado si giochi in contemporanea a Barcellona, non sarebbe un grosso problema: il calendario attuale propone già quattro settimane in cui ci sono due ATP 500 in contemporanea: Dubai-Acapulco, Queen's-Halle, Tokyo-Pechino e Vienna-Basilea. Insomma, i progetti della famiglia Djokovic sembrano fattibili. “Aspettiamo e vedremo” ha concluso il numero 1 del mondo.

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