L'allegra combriccola di Lorenzo Musetti e il tuffo di papà Francesco

ATTUALITÀ

2 agosto 2022

Riccardo Bisti

Intervistato dal Corriere della Sera, Lorenzo Musetti ha raccontato qualcosa di sé: gli amici, gli oggetti portafortuna e le sensazioni vissute dopo il successo ad Amburgo. L'idea è continuare con il  solo Simone Tartarini, senza affidarsi a nessun guru. “E poi c'è già Umberto Rianna...”

Quando arrivi a prenderti una pagina intera di intervista sul Corriere della Sera, significa che sei diventato un personaggio mainstream. Per carità, Lorenzo Musetti si era preso riflettori importanti già tre anni fa, quando vinse l'Australian Open junior e gli fu concessa un'ospitata da Fabio Fazio. La recente vittoria ad Amburgo, con tanto di vittoria contro Carlos Alcaraz, è però uno step fondamentale per la sua carriera. Lui non ha mai avuto particolari dubbi, ma questo successo significa che Lorenzo non è un bluff. Nel suo braccio non c'è soltanto estetica, ma anche tanta concretezza. E la capacità di vincere le partite.

Quest'anno lo aveva dimostrato in Slovacchia, battendo Norbert Gombos nel singolare decisivo in Davis, poi contro Alcaraz è stato fantastico nel terzo set dopo aver sciupato cinque matchpoint nel secondo. L'intervista con Gaia Piccardi alterna cose già note del Musetti World a qualche novità. Per esempio, ad Amburgo non c'è stato il tempo per festeggiare: giusto un brindisi, poi il giorno dopo volo per Umago insieme ad Alcaraz su un aereo privato messo a disposizione dagli organizzatori del torneo. Le star vengono trattate così, ed evidentemente Lorenzo è già ritenuto tale. In merito al successo con Alcaraz, sostiene di averlo vissuto come una liberazione. “Più quello che felicità, come se di colpo mi fossi sbarazzato di tutte le catene che avevo nello stomaco”.

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Prima di partire per gli Stati Uniti (giocherà Cincinnati e Winston Salem prima dello Us Open) si è concesso qualche giorno di vacanza al mare con gli amici d'infanzia, il gruppetto che ognuno si porta dietro sin da ragazzino. Loro si defniscono “l'allegra combriccola” e sono rimasti uniti, anche se le strade di ognuno li hanno portati ad allontanarsi. Musetti ha poi descritto i suoi oggetti del cuore: su tutti un anello trovato a casa della nonna, appartenuto a suo zio. Lo ha fatto stringere e non se ne è più separato. E poi la curiosità: quando Lorenzo arriva in finale, i suoi affetti familiari (mamma, papà e nonna) guardano il match ognuno per conto proprio. Papà Francesco era al mare, non ha visto il match ma è rimasto aggiornato grazie alla tecnologia. “E alla fine l'hanno buttato in acqua”.

Strettamente legato al coach di una vita, Simone Tartarini (“Mi sento in debito con lui”), ha sostanzialmente escluso l'arrivo di un super-coach ad affiancare il tecnico spezzino, un po' come ha fatto Jannik Sinner ingaggiando Darren Cahill. “Dal mio punto di vista non è una tappa obbligatoria. Ho già un aiuto in più da Umberto Rianna, tecnico federale, una collaborazione che intendo coltivare sempre di più”. Adesso è giunto il momento delle conferme: numero 21 nella classifica stagionale, Musetti ha già dimostrato di poter fare ottime cose sul cemento all'aperto. Le aspettative saranno sempre più grandi. La portata dei suoi risultati si potrà misurare (anche) con la frequenza di certe interviste. Più ne farà, meglio sarà: significa che il suo talento è sempre più concreto. E vincente.