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LA STORIA

Djokovic si prende la rivincita sul Brasile... in tribunale

Le Olimpiadi di Rio de Janeiro causarono una delle più grandi delusioni di sempre a Novak Djokovic. Anni prima aveva giocato un'esibizione proprio a Rio, ma non aveva ottenuto il compenso dovuto. Al termine di un lungo iter processuale, incasserà l'equivalente di circa 600.000 dollari.

Riccardo Bisti
20 agosto 2021

151.859.043 dollari. È il prize money intascato da Novak Djokovic in oltre 15 anni di carriera. Grazie all'impressionante aumento dei montepremi, il serbo è il più ricco di tutti i tempi, saldamente davanti a Roger Federer (130 milioni abbondanti) e Rafael Nadal (poco meno di 125). Per rendere l'idea di quanto siano cambiate le cose, Djokovic ha intascato più del doppio di Sampras e Agassi... messi insieme! D'altra parte, diversi giocatori del passato ricordano spesso quanto il tennis fosse decisamente meno ricco fino a qualche decennio fa. Ai premi ufficiali, ovviamente, si aggiungono i proventi delle sponsorizzazioni e degli eventi extra. Tra questi rientrano anche le esibizioni. E i fan più accaniti del serbo ricordano che nel novembre 2012 (dopo aver artigliato in extremis il numero 1 di fine stagione ai danni di Federer), il serbo si è recato in Brasile per alcune attività.

Un'esibizione con Gustavo Kuerten al Maracanazinho di Rio de Janeiro (giocata davanti a 10.000 persone), l'inaugurazione di campi da tennis per alcuni progetti sociali e una partita di calcio organizzata dal serbo Dejan Petkovic, ex calciatore che aveva militato in diverse squadre brasiliane. Una bella iniziativa, per cui era stato stabilito un compenso di 1,1 milioni di dollari americani. Inutile sindacare sulla cifra: è il valore di mercato per un atleta così popolare, e nessuno ha obbligato lo stato di Rio de Janeiro a siglare il contratto. E i contratti, si sa, vanno rispettati. L'accordo prevedeva un pagamento in tre rate, ma Djokovic ne ha incassate soltanto due per un importo complessivo di 450.000 dollari, meno della metà. Restava l'equivalente di 3,4 milioni di real brasiliani ed è di queste ore la notizia della sentenza favorevole a Djokovic. La giudice Neusa Alvarenga Leite, responsabile del 14° Tribunale delle Finanze Pubbliche, ha stabilito che lo stato di Rio debba versare a Djokovic 3.368.125 real (circa 620.000 dollari). Di questi, 3.207.738 finiranno nelle tasche di Djokovic. La differenza (poco più di 25.000 euro) rimarrà agli avvocati del serbo.

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L'accordo prevedeva un pagamento in tre rate, ma Djokovic ne ha incassate soltanto due per un importo complessivo di 450.000 dollari, meno della metà. Il tribunale gli ha dato ragione.

Gli ultimi punti dell'esibizione Djokovic-Kuerten, giocata al Maracanazinho il 17 novembre 2012

Si tratta di una sostanziale vittoria per Djokovic, poiché il pronunciamento arriva dopo un ricorso del dello Stato di Rio de Janeiro: ritenevano che la cifra fosse troppo elevata. Non è andata troppo bene, perché il debito è stato ridotto di appena 37.600 real, poco più dell'1% dell'importo complessivo. La sentenza mette fine a una diatriba legale durata diversi anni. Dopo aver atteso cinque anni anni, Djokovic ha intentato una causa allo Stato di Rio de Janeiro per ottenere quanto gli spettava. Nel gennaio 2020 è arrivato il primo pronunciamento, firmato dalla giudice Mirela Erbisti, in cui il Procuratore Generale di Rio aveva ammesso l'esistenza del debito e aveva deciso di non ricorrere. In realtà c'è stato un ricorso, ma non verteva sul merito bensì sull'entità da pagare. A giudicare dal risultato, è servito solo a tardare di un paio d'anni il pagamento. L'evento del 2012 si chiamava Djokovic no Rio e durò un intero weekend, culminati nell'esibizione con l'ex numero 1 brasiliano, in cui Djokovic indossò una parrucca per ricordare il look di Guga. Per la cronaca, vinse proprio Kuerten col punteggio di 7-6 7-5.

Era un periodo di grande entusiasmo per il Brasile, che da lì a poco avrebbe ospitato i Mondiali di Calcio e poi le Olimpiadi del 2016. La presenza di Djokovic si inserì proprio in quel contesto. “Per me è un grande privilegio essere qui – aveva detto Djokovic – sono colpito dalla generosità delle persone e, se posso essere d'aiuto per promuovere il tennis in Brasile, farò del mio meglio. Se il Brasile può ospitare i Mondiali di Calcio e i Giochi Olimpici, merita anche un grande torneo di tennis. Spero che accadrà”. In quegli anni si parlava del Brasile come possibile sede delle ATP Finals. La storia racconta che a Rio si sono dovuti accontentare di un ATP 500 e che il Masters ha rinnovato con Londra fino al 2020 e poi – come è noto – si sposterà a Torino da quest'anno. Il giorno dopo l'esibizione, Djokovic si è recato allo Stadio Olimpico di Rio per giocare una partita di calcio a cui presero parte leggende come Zico, Cafu, Edilson, Romario e Bebeto, antipasto alla partita tra Fluminense e Cruzeiro. Di quella giornata rimangono tracce fotografiche di Djokovic con la maglia del Fluminense.

Djokovic saluta il pubblico brasiliano indossando la maglia (da trasferta) del Fluminense

Un servizio sull'esperienza calcistica di Djokovic a Rio de Janeiro. Il filmato ci fa scoprire che il serbo è mancino di piede

Quando uscirono le prime notizie sul mancato pagamento e il ricorso in tribunale, Djokovic non alimentò polemiche, dicendosi certo di trovare un accordo: “Non ho mai dato priorità ai soldi. Quando sono stato in Brasile ho vissuto una splendida esperienza e sono sicuro che troveremo una soluzione”. Non è andata proprio così, visto che sono serviti anni per arrivare a sentenza definitiva. A dare manforte a Djokovic ci fu lo stesso Kuerten, che parlò di mancanza di etica e rispetto da parte dei suoi connazionali. Il rapporto di Djokovic col Brasile non è dei più semplici, visto che proprio a Rio de Janeiro ha vissuto una delle più grandi delusioni sportive della sua vita: la sconfitta al primo turno delle Olimpiadi contro Juan Martin del Potro.

Siamo certi che Djokovic avrebbe volentieri rinunciato a quel compenso in cambio di una medaglia d'oro, ma gli è andata male. E gli è andata male anche a Tokyo. Adesso il suo obiettivo principale rimane lo Us Open, che vorrebbe dire Grande Slam. Mentre i suoi rivali sono impegnati a Cincinnati, lui non è ancora volato a New York e negli ultimi giorni si è allenato a Herceg Novi, in Montenegro, presso un lussuoso resort che ospita un distaccamento dell'accademia di Janko Tipsarevic. L'obiettivo era rimanere lontano da occhi indiscreti, ma per uno sportivo del suo livello è quasi impossibile. Un filmato ripreso dallo stesso Tipsarevic mostra che alcuni operai, impegnati nella costruzione di un edificio accanto al club, hanno smesso di lavorare e sono saliti in cima al palazzo per assistere a una parte dell'allenamento. È il prezzo da pagare per la popolarità.