Garbine Muguruza, il privilegio di un ritiro senza rimpianti

CIRCUITO WTA

21 aprile 2024

Riccardo Bisti

Ferma da oltre un anno, Garbine Muguruza ufficializza l'addio. Ha vinto due Slam ed è stata numero 1 WTA, ma il tennis non è mai stato un'ossessione. Lascia con serenità e con un solo rimpianto: il mancato successo all'Australian Open.

Garbine Muguruza ha scelto i Laureus Awards, il Palacio Cibeles di Madrid, per annunciare quello che si sapeva da tempo: l'addio al tennis. Ferma dal febbraio 2023, aveva rinviato più volte il rientro e non c'erano particolari indicatori su un possibile rientro. Prima l'annuncio del matrimonio, poi l'ammissione che il tennis non era più in cima ai suoi pensieri. È normale che il ritiro di una campionessa del genere, ad appena 30 anni di età, faccia notizia. Ma non c'è nulla di sorprendente vista la personalità dell'ispano-venezuelana, sempre interessata e attratta dalle attività extra-tennistiche. Garbine lascia con un due titoli del Grande Slam (Roland Garros 2016 e Wimbledon 2017) su quattro finali, un trionfo al Masters e un piazzamento al vertice del ranking WTA.

Il tutto incastonato in un palmares che parla di 17 titoli. “Quando ho iniziato a colpire le prime palle, 25 anni fa, se mi avessero detto che sarei diventata una professionista di alto livello, li avrei presi per pazzi” ha detto Garbine, che in un'intervista col Pais ha poi ribadito di avvertire quasi sollievo per questa scelta. Il tennis era troppo impegnativo e stressante, per una come lei. A differenza di tanti colleghi, non ha avvertito la mancanza del sacro fuoco della competizione quando è stata costretta a fermarsi a causa del Covid. “Mi sono resa conto che non era così male...”. Dopo le quattro sconfitte al primo turno a inizio 2023 ha sentito la necessità di fermarsi nuovamente, che col tempo è diventata un distacco sempre più grande dal gioco.

L'omaggio della WTA alla grande carriera di Garbine Muguruza

ASICS ROMA

Una foto con la racchetta in mano, scattata in un resort delle Mauritius, rappresentava un indizio troppo debole per pensare a un rientro. Parlando della sua carriera, ha ammesso di avere uno o due rimpianti: il più grande riguarda il mancato successo all'Australian Open, quando perse (da favorita) la finale contro Sofia Kenin. Ha poi detto di aver patito l'assenza di buoni risultati al torneo di Madrid, laddove – in effetti – non è mai andata oltre il terzo turno. Ma questa frase, forse, può essere stata condizionata dal fatto che ha annunciato l'addio proprio a Madrid. Personalità spiccata e allegra, ha saputo gestire con una certa serenità le aspettative, evitando di dare troppo peso a chi l'ha accusata di essere poco costante e di aver vinto meno di quanto avrebbe potuto (dovuto?).

“Non mi ha dato fastidio. Certo, avrei potuto vincere di più, ma alla fine tutto accade per una ragione e sono felice così”. Ha poi detto di aver apprezzato una carriera di alti e bassi, ma con grandi successi in mezzo, piuttosto che una costanza fatta di tanti piazzamenti. Insomma, un ritiro senza lacrime e nemmeno troppi rimpianti, anche perché ha saputo monetizzare alla perfezione la sua popolarità. Adesso sogna di riposarsi ancora un po' e ipotizza di restare nel mondo dello sport, magari con ruoli maggiormente operativi rispetto a quello di ambasciatrice Laureus. “Quando ho smesso di allenarmi mi sono sentita un po' in colpa, ma poi è passata. Avevo bisogno di tutto quello che non era tennis: calma e tranquillità. È stato balsamico, una cura”. Con uno spirito del genere, c'è da credere che sia stato il più indolore degli addii.