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IL CASO

Wimbledon, stai facendo un favore... a un russo

Incredibile ma vero: la scelta di escludere russi e bielorussi dai Championships rischia di dare una mano... proprio a un russo! Se il torneo non assegnerà punti ATP-WTA, ci sono ottime probabilità che Daniil Medvedev scavalchi Novak Djokovic. Che rischia di essere beffato a un passo dal record di Steffi Graf (377 settimane in vetta)

Davide Pignotti
30 maggio 2022

Manca un mese al via di Wimbledon, ma è difficile prevedere l'atmosfera che si respirerà sui vialetti dell’All England Club. Di certo, la scelta di escludere i giocatori russi e bielorussi ha scatenato un caos sia a livello mediatico che strutturale. Ritenendo l’esclusione contraria ai propri principi, ATP e WTA hanno deciso di privare il torneo di punti validi per la classifica mondiale. Fatti salvi ulteriori sviluppi, ciò renderà la prossima edizione dei Championships un evento buono solo per il prestigio, oltre a impedire di difendere i punti conquistati lo scorso anno. Pessima notizia, quindi, per giocatori come Hurkacz e Shapovalov, giunti un po’ a sorpresa in semifinale nel 2021, e per il nostro Matteo Berrettini, finalista uscente e già fin troppo penalizzato dagli infortuni in questo 2022, che per lui era partito alla grande in Australia.

Novak Djokovic, che dentro il Centre Court fece suo il terzo capitolo di quel Grande Slam sfumato proprio all’ultima pagina, vedrà quindi svanire i 2000 punti ATP intascati l’11 luglio scorso. Il moscovita Daniil Medvedev, che attualmente lo segue nel ranking con 680 punti di distacco, ha quindi di fronte una ghiottissima occasione per riconquistare quel primo posto in classifica che ha avuto tra le mani soltanto per due settimane, tra fine febbraio e inizio marzo. Il russo (che in quanto tale non potrà giocare a Church Road) cederà soltanto 180 punti, ottenuti con l’ottavo di finale perso contro Hurkacz. I risultati che raccoglierà prima di Wimbledon saranno determinanti per capire chi si siederà sul trono del tennis mondiale. Gran parte del verdetto, ça va sans dire, passa per Parigi. Conquistando la finale, il campione in carica dello US Open si assicurerebbe la vetta del ranking a prescindere dai risultati del serbo. 1200 punti sarebbero infatti sufficienti a contenere le difese di Djokovic, campione uscente anche di questo torneo.

«L'ecografia non ha evidenziato niente di grave: entro un paio di giorni non dovrei più avvertire dolore» 
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Medvedev: "Tra i 100 metri e i 10.000, probabilmente sarei più competitivo nei 10.000 ma non amo correre!"

Raggiungere la finale del Roland Garros, su una superficie così poco amata, sarebbe un gran risultato per Medvedev. Pensare che possa battere top player del mattone tritato come Stefanos Tsitsipas o Casper Ruud, tra l'altro dopo un periodo di stop forzato per infortunio, è quasi utopico. Lo scorso anno, infatti, nel pieno della sua miglior stagione in carriera, dovette arrendersi proprio al greco nei quarti di finale. Il serbo, fresco campione degli Internazionali d’Italia, è sicuramente tra i favoriti del torneo, ma vederlo trionfare sul Philippe Chatrier il prossimo 5 giugno è tutt'altro che scontato: il suo lato di tabellone è infatti il più insidioso e già nei quarti troverà Rafa Nadal, che è parso in buone condizioni nei quattro match giocati finora. Medvedev è quindi già virtualmente davanti a Djokovic, ma Nole ha la chance di limitare i danni nelle tre settimane che dividono i due Slam europei. Nel 2021, infatti, il campione belgradese non ha disputato partite tra Parigi e Londra, mentre nello stesso periodo il russo ha conquistato l’ATP 250 di Maiorca. Considerando che i tornei a disposizione di Djokovic saranno tre (due ATP 250 e un ATP 500, il Queen’s o Halle), nel migliore dei casi il 20 volte campione Slam potrà recuperare 1250 punti sul suo inseguitore.

Difficile (impossibile?) che il serbo decida di dare l'assalto a tre tornei “minori” in così breve tempo, soprattutto a 35 anni. La grande motivazione che spingerebbe Djokovic a preservare la sua leadership nel ranking sarebbe l’ormai imminente raggiungimento del record di settimane al vertice - ben 377 - detenuto da Steffi Graf. Il serbo vede il traguardo: è a quota 371, ma come successo per il Grande Slam l’impresa rischia di sfumargli all’ultimo. La speranza, che con il passare dei giorni si fa sempre più simile a un’utopia, è che questo tour de force non sia necessario. L’auspicato passo indietro da parte degli organizzatori tarda ad arrivare, e lo scenario attuale sembra ormai definitivo: alcuni giocatori, come Fognini, Pouille o Osaka, hanno già fatto sapere di non essere intenzionati a partecipare. Comunque la si pensi, l’edizione di Wimbledon potrebbe rivelarsi surreale, e forse lontana dai canonici standard di eccellenza.

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