The Club: Bola Padel Roma
IL FUTURO DI SINNER

The Best Coach in the World

Ex n.2 ATP, mentalità da allenatore sin da ragazzino, artefice dei miracoli Soderling e Wawrinka, Magnus Norman sembra essere il prescelto per affiancare Jannik Sinner. Difficilmente potrà seguirlo a tempo pieno: tra accademia, matrimonio e un reality show è molto impegnato. Ma può essere l'uomo giusto.

Riccardo Bisti
14 febbraio 2022

Se davvero Jannik Sinner sceglierà Magnus Norman, e dovesse vincere qualcosa di importante, Riccardo Piatti può dormire sonni tranquilli. Nel momento della massima gloria, sarà il tecnico svedese a ricordarsi di lui e del lavoro svolto in questi anni con il nostro Golden Boy. Nonostante sia stato nominato Coach dell'Anno ATP del 2016 (“Soddisfazione ancora maggiore, perché la giuria è composta dai colleghi”), e molti pensano che sia il miglior tecnico al mondo, Norman non ha mai perso l'umiltà, la modestia e un pizzico di timidezza che lo rende ancora più amabile. Inoltre conosce bene il valore della riconoscenza. “Non posso accettare tutti i complimenti che mi sono piovuti addosso dopo i successi di Wawrinka – disse dopo il successo dello svizzero allo Us Open 2016, terzo Slam sotto la sua guida – perché non dimentico il lavoro dei suoi precedenti coach, che lo hanno formato quando era un ragazzino, che stavano con lui da mattina a sera”. Secondo lo svedese, troppo spesso il lavoro del coach di base viene sottovalutato, quando invece è essenziale. “È il lavoro più duro e meno gratificamente perché serve tanta pazienza e nessuno te ne dà merito. A quell'età, spesso servono mesi per correggere un difetto e nessuno se ne ricorda quando il giocatore alza un trofeo ATP. Per me, il lavoro del maestro tra i 12 e i 18 anni è il più difficile e importante”. Proprio quello che ha fatto Piatti con Sinner, prima che le strade si dividessero. Mentre Sinner si allena a Monte Carlo con Simone Vagnozzi, i ben informati giurano che sarà proprio Norman il nuovo head coach dell'altoatesino, magari non a tempo pieno. Ha senso: da un lato tutti ricordano il suo incredibile lavoro con Stan Wawrinka, che con Sinner condivide il manager (Lawrence Frankopan, fondatore della StarWing Sports).

Dall'altro, lo svedese ha scelto di cambiare vita dopo un decennio nel circuito: è partito accompagnando gli ultimi anni di carriera di Thomas Johansson, poi ha lavorato con Robin Soderling e infine con Wawrinka. In mezzo, un progetto a cui tiene tantissimo e che ancora oggi rappresenta il suo business principale: la Good to Great Academy, realizzata con i soci (ed ex colleghi) Niklas Kulti e Mikael Tillstrom. “Abbiamo una quarantina di giocatori, soprattutto europei, ma anche del Giappone” ha detto in una delle ultime interviste. Dal 2018 si sono trasferiti a Danderyd, sobborgo a nord di Stoccolma, in cui hanno creato un gioiellino denominato Catella Arena, dal nome della società di servizi finanziari per cui Norman aveva lavorato una decina d'anni prima, come responsabile marketing. Già, perché dopo il ritiro agonistico a 28 anni (forzato: anca e ginocchio non ne potevano più) ebbe la classica crisi di rigetto e si allontanò dal tennis. Non ci volle molto per capire che il tennis era la sua vita, ma il legame con Catella gli è stato utilissimo per dare concretezza ai suoi sogni. “Amo costruire e far crescere i giovani” dice, deciso, l'uomo che ha fatto rendere al meglio Soderling e Wawrinka. Proprio per questo, il progetto Good to Great è in continuo sviluppo. “Vogliamo espanderci, per questo trascorro metà del mio lavoro in ufficio. Siamo in trattativa con il comune e c'è un po' di burocrazia. Nel frattempo abbiamo avuto proposte per trasferirci all'estero. Vedremo, abbiamo grandi visioni” dice l'uomo che ha messo in piedi uno staff di ben 23 coach (tra cui un italiano, Gianluca Marchiori) a supporto dei tre soci fondatori. Attualmente lavorano su 13 campi (6 indoor, 7 outdoor), palestre, foresteria con 18 stanze e tutto quello che serve per allenamenti di alto livello.

ASICS ROMA
«Mi vedo ancora nel tour, ma dovrei far parte di un team e viaggiare per non più di 10-12 settimane all'anno. In passato sono stato via anche 250 giorni» 
Magnus Norman
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Magnus Norman (@swedennorman)

Nel suo ultimo post su Instagram, Magnus Norman ha ribadito la ragione per cui allena: sviluppare il gioco e la personalità dei giocatori, oltre ad aiutarli a "raggiungere i loro sogni". Messaggio subliminale?

Per Sinner andrebbe benissimo, visto che da quelle parti sono transitati – oltre a Wawrinka – anche Dimitrov, Monfils e Sabalenka. In questo momento, i giocatori più forti che si appoggiano alla GTG sono Kamil Majchrzak, Mohamed Safwat, Cristopher O'Connell, Jonathan Mridha e Viktoriya Tomova. Qualche settimana fa si è allenata con Norman la potenziale stellina Ann Li. A parte la sede di allenamento (difficile credere che Sinner possa fare base a Stoccolma, più probabile che imiti Wawrinka, limitandosi a qualche periodo di allenamento), da un anno e mezzo il nome di Norman non viene accostato a un top-player. Si è lasciato con Wawrinka nel settembre 2020, ma non è rimasto con le mani in mano. Intanto ha cambiato vita: terminato il rapporto con la storica compagna Linda Dagh (da cui ha avuto due figli), ha intrapreso una nuova relazione con la truccatrice Jessica Wahglren, un anno più grande di lui, ex moglie dell'attore Linus Wahlgren. “Ci siamo conosciuti sul campo da padel, nella mia accademia – racconta Norman – mi ero lasciato da poco e non ero in cerca di una relazione, ma con lei è stato tutto semplice e naturale, la chimica ha funzionato al 110%”. Per questo i due convivono felicemente e accolgono (a settimane alterne) i reciproci figli. Un rapporto perfetto, che tra qualche mese sfocerà nel matrimonio. Nel frattempo, ha messo in vendita la villa sul mare che possedeva a Vaxholm e dove aveva vissuto con l'ex compagna. Costo? 27,5 milioni di corone svedesi (2,6 milioni di euro). Con la nuova compagna vive a Taby, meno di 10 minuti d'auto dall'accademia. Gossip a parte, tutti gli indizi fanno pensare che non seguirà Sinner a tempo pieno, ma si limiterà al ruolo di super-coach.

Già qualche anno fa aveva manifestato il desiderio di viaggiare meno, un po' per la famiglia, un po' per gli impegni in patria. Fu questa la ragione della temporanea separazione con Wawrinka, poi ricucita sei mesi dopo. La scorsa estate gli hanno chiesto se avrebbe ripreso a fare il coach: “Sì, ma dovrei far parte di un team e viaggiare non più di 10-12 settimane all'anno – rispose – in passato sono stato via anche 250 giorni, adesso vedo come un lusso la possibilità di trascorrere più tempo a casa”. Non solo per un matrimonio in vista, non solo per la sua creatura Good to Great, ma anche perché ha appena assunto il ruolo di direttore del torneo ATP di Bastad, di cui era già stato consulente tecnico nel 2021. Prenderà il posto di Christer Hult, che lascia l'incarico dopo oltre 20 anni. “È fantastico, ho giocato a Bastad sin dai tempi junior, l'ho vinto da giocatore e ho avuto ogni ruolo possibile. Parto da un'ottima base, ma si può sempre migliorare”. Senza dimenticare la sua partecipazione al noto reality show Mästarnas mästare, in onda sulla TV pubblica svedese SVT. Giunto alla 14esima edizione, coinvolge alcuni ex grandi campioni dello sport svedese che si sfidano in varie prove di abilità con la formula di un'eliminazione a puntata fino a quando non ne rimane uno soltanto, il Maestro dei Maestri. In realtà si è già svolto lo scorso autunno, in Spagna, ma le puntate andranno in onda in primavera e c'è da credere che per Norman sarà un ulteriore impegno. Nella trasmissione (condotta dall'ex sciatrice Pernilla Wiberg), l'ex tennista ha sfidato Antonio Lindback, Emma Green, Ola Lindgren e Sofia Loft, finiti nel suo stesso girone.

Magnus Norman con i suoi avversari nel reality show "Mästarnas mästare", già registrato ma in onda in primavera

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Magnus Norman (@swedennorman)

Qualche settimana fa, Magnus Norman ha ospitato Ann Li e coach Henner Nehles nella sua "Good to Great Academy"

Tra qualche mese scopriremo come se l'è cavata, ma ciò che ci interessa e se potrà avere un impatto positivo nella carriera di Sinner, aspirante numero 1 del mondo. Tutto fa pensare che sia la scelta giusta, e non solo perché i risultati con Soderling e Wawrinka parlano da soli. Al pari di Riccardo Piatti, anche lui nasce con la vocazione innata del coach. “Infatti non ho mai avuto un allenatore vero e proprio – dice Norman – sin da quando avevao 12 anni scrivevo diari e prendevo appunti sui miei avversari, sono sempre stato attento agli aspetti da allenatore, ho una mentalità più da coach che da giocatore”. Non che sia stato un cattivo tennista: n.2 ATP nel 2000, vincitore di 12 titoli ATP (tra cui Roma) e finalista al Roland Garros, si è ritirato giovane per i già citati problemi fisici “E perché mi sono allenato troppo. Non potevo fare altrimenti, sono sempre stato un appassionato di fitness. Però l'esperienza mi è servita a non far commettere certi errori ai miei giocatori”. Quando terminò il legame professionale con Soderling, fu immediatamente contattato da Wawrinka: ci vollero due anni per accettare, un corteggiamento infinito. Aveva i suoi progetti, ma non era nemmeno sicuro di poter incidere. “Ricordo perfettamente il nostro primo allenamento a Losanna – racconta – quando inizi a lavorare con un giocatore osservi come risponde ai carichi di lavoro, capisci i punti deboli, vedi come si comporta prima e durante le partite, cosa lo fa innervosire... dopo averlo osservato, ho capito dove c'era spazio per migliorare. Dove potevo avere un buon impatto”.

Nove mesi dopo hanno vinto l'Australian Open, poi il Roland Garros, infine lo Us Open. Il tutto in un periodo di fenomeni. Basterà questo per regalare a Sinner un ulteriore salto di qualità? Lo speriamo tutti, ma la sensazione è che Norman possa davvero essere l'uomo giusto, anche sul piano caratteriale. Lo staff di Wawrinka lo aveva soprannominato L'uomo che sussurra tennis. “Dicevano così perché non parlo molto, ma se lo faccio è perché ci ho pensato a lungo. Sono un po' timido, non amo urlare al mio giocatore, ma se dico qualcosa è perché ci credo veramente”. Se accetterà l'incarico con Sinner, dunque, significa che ci crede sul serio. E che è pronto a mettersi in gioco con un tennista forte e clamorosamente ambizioso, proprio come lo era Wawrinka nel 2013. Con la differenza che Jannik ha appena 20 anni e margini di miglioramento ancora più grandi. E poi anche Magnus ha i suoi conti in sospeso. Se la favola si compirà, non mancherà di dare il giusto credito a Riccardo Piatti. Ma avrà una dedica speciale da fare. Manderà un pensiero a Mikael Stripple, l'uomo con cui aveva lanciato il progetto Good to Great, primo amministratore delegato dell'accademia, con cui condivideva la visione. È scomparso prematuramente, e Norman vorrebbe fare qualcosa di importante per ricordarlo. Forse i pianeti si stanno allineando nel modo giusto.