The Club: Bola Padel Roma
ROMA

Sette cartoline dal Foro Italico

Gli Internazionali BNL di Italia hanno consegnato agli archivi un’edizione da record in termini di incassi e spettatori. Ma c'è stata anche qualche zona d’ombra, in perfetta linea con quelle che puntualmente si manifestavano in alcune zone del Centrale. Ecco le sette immagini che ci lascia l'edizione appena conclusa.

Stefano Maffei
16 maggio 2022

EDIZIONE DA RECORD. Gli Internazionali BNL d’Italia hanno testimoniato con i numeri la voglia degli appassionati di lasciarsi alle spalle uno dei periodi più bui della storia recente, e di ritrovare la tanto agognata normalità. Sono stati 230.277 gli spettatori paganti (superato il precedente record di 224.417 del 2019), gli incassi alla biglietteria invece hanno superato i 16 milioni registrando un incremento dell’875% rispetto al 2004 (tralasciando le edizioni “pandemiche” del 2020 e del 2021, giocate in condizioni di ristrettezza dovute alle applicazioni dei protocolli sanitari anti-Covid). Il record di presenze (36.803) si è avuto nella giornata dell’11 maggio, quando si è registrato il tutto esaurito anche grazie al derby tra Fabio Fognini e Jannik Sinner. Infine un’indagine statistica ha rilevato che il Masters 1000 romano “strappa” il maggior numero di biglietti dedicati ai giovani under 18 tra tutti e nove i tornei di questa categoria. Questi dati sono valsi al torneo di quest’anno anche il primato per una singola manifestazione periodica in Italia (superato il Gran Premio d’Italia di Formula 1 a Monza 2019, anche se sul punto non sono mancate le polemiche).

ITALIANI TRA LUCI ED OMBRE. Per un’Italia che si rallegra ce n’è una che si rammarica. Dovevamo scontare in partenza le pesanti assenze di Berrettini e Musetti, ma eravamo comunque partiti con 8 italiani nel tabellone principale. Solo Sinner e Fognini sono sopravvissuti all’esordio, salvo poi affrontarsi al secondo turno. A salvare i nostri colori da una clamorosa Caporetto oltre a Sinner (che si è issato sino ai quarti giocando un gran primo set contro Tsitsipas, futuro finalista, prima che i dolori all’anca tornassero a tormentarlo), anche i collaudatissimi Bolelli / Fognini che hanno raggiunto la semifinale nel doppio a distanza di 11 anni, senza purtroppo riuscire a bissare la finale del duo Pietrangeli / Sirola (raggiunta addirittura in 7 edizioni consecutive senza mai vincere). Ancora peggio tra le donne, in cui non abbiamo vinto neanche una partita tra main draw e qualificazioni.

Molti spettatori, come ipnotizzati dal curioso spettacolo offerto da John Isner e Diego Schwartzman, sono rimasti sul Pietrangeli anche a finale maschile cominciata.
ASICS ROMA

Rafa Nadal ha fatto grandi cose a Roma nel corso degli anni, ma nel 2022 non si è ripetuto

ALCARAZ NON SI È UNITO ALLA FESTA. Atteso come un Messia, come l’eroe del nuovo mondo, la giovanissima stella spagnola ha preferito la direttissima per Parigi, anziché passare dal Colosseo. Dopo le vicissitudini alla caviglia nello scontro generazionale col suo idolo Rafael Nadal nei quarti di Madrid (che non gli hanno impedito comunque di vincere addirittura il torneo, prendendosi in semifinale anche lo scalpo del N.1 del mondo), Carlitos ha preferito rigenerare le proprie ferite di guerra per farsi trovare pronto nel teatro di battaglia più importante. Ragionare da “senatore” sacrificando la baldanza e la fame di vittorie che l’età gli imporrebbe si rivelerà una carta vincente? Basterà attendere tre settimane per avere la risposta.

NADAL E GLI ACCIACCHI DI UN GIOVANE VECCHIO. Poteva essere il suo torneo... Doveva essere il suo torneo. Invece i corvi sono tornati a sorvolare il centrale e i fantasmi si sono materializzati nel momento più inatteso. Nadal aveva appena dominato il primo set nel match di ottavi contro Denis Shapovalov. Un Rafa spumeggiante, avaro di errori e carico al punto giusto, fino a che il piede non è tornato a reclamare la sua esosa tassa. D’improvviso lo sconforto si è impadronito del suo volto, ha cominciato a zoppicare e nel terzo set di fatto si è arreso. Uno stop brusco, che fa male al morale dello spagnolo, che fa male al tennis. Un augurio di nuova guarigione nella speranza di rivederlo tra una settimana sul mattone tritato amico del suo regno.

HEAD

Vincendo il suo quinto titolo consecutivo, Iga Swiatek ha consolidato un dominio che per adesso sembra inarrestabile

C'è mancato poco che il duo "Isnerman" vincesse il tabellone di doppio...

NOLE DA 1001 E LODE. A Madrid si erano visti sprazzi di lui, qui si era detto carico e bramoso di rivincita contro il giovane Alcaraz. Niente Alcaraz e niente rivincita (in attesa di Parigi), e tutto troppo facile per un Djokovic tirato a lucido che non concede per strada neppure un set nella sua cavalcata per il titolo. È la sesta vittoria al Foro (dietro solo alle 10 di Nadal) su 12 finali disputate (record in condivisione con il solito maiorchino); 87° titolo in carriera e 38° Masters 1000, record assoluto. Not too bad.

SWIATEK FA 28. Col successo in terra romana la polacca porta a 28 la striscia di vittorie consecutive e vince il 5° torneo consecutivo, legittimando una volta di più il trono lasciato vacante da Ashleigh Barty e imprimendo un solco profondo tra sé e le inseguitrici.

I “GEMELLI” DEL FORO. No, non stiamo parlando dei gemelli Bryan ma piuttosto degli Arnold Schwarznegger e i Danny De Vito del tennis, al secolo John Isner e Diego Schwartzman (che ha un’assonanza inquietante col cognome dell’attore austriaco), o se preferite Isnerman come titolava il loro hashtag. Divisi da quasi 40 centimetri di differenza (1,70 l’argentino, 2,08 l’americano), ma uniti da un sorriso magnetico ed un’energia contagiosa, i due non avevano mai giocato insieme ma hanno ugualmente raggiunto la finale dove sono stati sconfitti al fotofinish dai croati Metkic e Pavic (giustizieri in semifinale di Fognini / Bolelli). La strana coppia ha ceduto solo 12-10 al super tie-break ma lo stadio gremitissimo (molti spettatori, come ipnotizzati da un simile spettacolo, sono rimasti sul Pietrangeli anche a finale maschile cominciata) aveva già scelto i suoi vincitori. Infatti per tutto il match si potevano udire i cori Isner-man Isner-man, e ancora Die-go Die-go, e alla fine anche un po' di sano burinismo con il classico Sotto la curva-Sotto la curva a fine partita che più che un riconoscimento è apparso una richiesta: che il Fattore L torni a riempire gli stadi quanto prima.