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DAVIS CUP FINALS

Libidine Volandri, disastro Fish: Italia in semifinale

Filippo Volandri stravince il confronto a distanza contro il capitano americano: uno spettacolare Sonego batte Tiafoe, evitando le sabbie mobili del terzo set, poi Bolelli-Fognini annullano Sock-Paul dopo il momentaneo 1-1 di Fritz. L'Italia ha dato agli USA una lezione di serietà e attaccamento alla competizione. E per Fish arrivano le prime frecciate...

Riccardo Bisti (Foto di Felice Calabrò)
25 novembre 2022

Secondo il luogo comune, le vittorie hanno tanti padri e le sconfitte sono sempre orfane. In questo caso, tuttavia, quella dell'Italia contro gli Stati Uniti è stata davvero una vittoria di tutti. Una rivincita contro lo scetticismo e una bella lezione di atteggiamento. Non ce ne vogliano Lorenzo Sonego, Fabio Fognini, Simone Bolelli (gli artefici sul campo) e Lorenzo Musetti, comunque autore di una buona prestazione, ma se l'Italia è in semifinale alle Davis Cup Finals c'è tanto merito di Filippo Volandri. Al capitano azzurro vanno riconosciuti – forte e chiaro – due meriti. In primis, non si è mai lamentato delle assenze di Sinner e Berrettini. C'era spazio per lagnarsi e cercare scuse, invece non ha fatto una piega e si è affidato a quel che aveva, valorizzandolo senza mai farlo sentire un ripiego. Pensate a Lorenzo Sonego, escluso dal gruppo a Bologna e ripescato (quasi letteralmente) mentre era sott'acqua, nell'Oceano Pacifico: ha risposto con entusiasmo, è stato costretto a modificare la preparazione invernale, ma ha dato a Volandri tutto se stesso. E se è andata così, è merito del livornese. In secundis, “Filo” ha azzeccato le scelte.

La suggestione di schierare Fognini in singolare era grande: cuore, esperienza e risultati valevano molto, e poi su Sonego pesavano le dolorose sconfitte contro Gojo e Horansky. Invece ha insistito su di lui ed è stato ripagato da una prestazione spettacolare. E non è un'esagerazione. E ancora: Fognini-Bolelli hanno giocato un match sostanzialmente perfetto, con il primo – ex protagonista, oggi costretto a un ruolo diverso – che ha sposato la causa senza malumori. Italia in semifinale, dunque, per la seconda volta nel ventunesimo secolo. Ma stavolta le prospettive sono diverse: allora ci toccò la Svizzera di Federer e Wawrinka, a casa loro. Adesso pescheremo la vincente di Germania-Canada, probabilmente i nordamericani. Match complicato, non impossibile. “Ma adesso lasciateci smaltire l'adrenalina” ha detto Fabio Fognini dopo il 6-4 6-4 con cui lui e il Bole hanno tenuto a bada l'improvvisata coppia Sock-Paul, bocciatissma alla prova del campo dopo le perplessità della vigilia. Le sei ore e mezza di Italia-Stati Uniti hanno confermato ciò che era evidente da settimane: questa partita interessava più agli italiani che gli americani, il cui atteggiamento è stato nel complesso deludente, al di là della qualità messa in campo.

Lorenzo Sonego ha giocato una delle sue migliori partite in carriera (Foto Calabrò)

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Fognini- Bolelli hanno approfittato della scelta sciagurata di Fish, ma hanno avuto il merito di rendere facile un match pieno di complessità emotive.

Un punto che simboleggia la grande prestazione di Lorenzo Sonego

Sarebbe stato ingiusto vederli vincere, vista anche la scarsa capacità di lettura delle situazioni di Mardy Fish. Parliamoci chiaro: quanto mostrato da Paul-Sock ha reso ancora più inspiegabile l'esclusione di Rajeev Ram, che pure c'era rimasto malissimo. Fish aveva spiegato la decisione come scelta tecnica, ma il campo l'ha bocciata. Non sappiamo se sia stato un errore decisivo, sicuramente ha influito nell'economia di una sfida che è stata esaltata da uno spettacolare Lorenzo Sonego, bravo a battere Frances Tiafoe nel primo singolare. Un 6-3 7-6 più che meritato. Dopo aver sfruttato l'indolenza dell'avversario nel primo set, il torinese ha tenuto alla grande nel secondo, in cui Tiafoe si è finalmente deciso a scendere in campo. Sonego ha giocato benissimo: dritti in controbalzo fulminanti, inedita solidità con il rovescio e – soprattutto – un servizio spettacolare. Ha scaraventato 17 ace, ma soprattutto è stato grandioso nei tre setpoint che avrebbero allungato la pugna al terzo set (due sul 5-6, il terzo nel tie-break). Tre servizi-bomba gli hanno dato il punto diretto, oppure hanno apparecchiato un facile colpo successivo. Come i campioni.

Era esaltato dall'atmosfera: c'era più pubblico del previsto e i tifosi italiani hanno fatto parecchio baccano, come piace a lui. Un successo meritato che ha aperto la strada a Lorenzo Musetti: il carrarino ha fallito il matchpoint, ma ha l'alibi gigante di aver affrontato un Fritz in forma spaziale. L'onda positiva delle ATP Finals si è vista a Malaga, sebbene fosse arrivato in Spagna solo martedì e avesse poco tennis nelle gambe. Ma ha servito alla grande (12 ace e 87% con la prima), salvandosi per un pelo nel primo set, in cui un Musetti quas stoico in difesa si era arrampicato a setpoint, peraltro dopo averne annullato uno sul 5-6, con un dritto da urlo dopo uno scambio di rincorse e sacrifici. Lorenzo non ha giocato benissimo la sua chance (troppa fretta), ne ha avuta una seconda (annullata da un ace) ma poi ha dovuto cedere. Ha provato a tenere duro nel secondo, quando si è portato sullo 0-40 nel secondo game. Non ha sfruttato le uniche chance di break e si è un po' disunito. Da parte sua, Fritz ha continuato a martellare con regolarità impressionante, una sorta di aggressione controllata come quella teorizzata da Novak Djokovic. “Alla fine ha meritato lui” ha detto un onesto Musetti, che può dormire sonni tranquilli: in pochi lo avrebbero battuto oggi. Per sua sfortuna, Taylor Fritz era uno dei pochi.

Fabio Fognini e Simone Bolelli ci hanno dato il punto decisivo (Foto Calabrò)

Il momento in cui l'Italia centra le semifinali delle Davis Cup Finals

Il punto del 2-1 è arrivato con il doppio, vinto agevolmente da Bolelli-Fognini. Gli azzurri hanno approfittato della scelta sciagurata di Fish, ma hanno avuto il merito di rendere facile un match pieno di complessità emotive. Un break per set (servizio scippato a Paul nel primo, a Sock nel secondo) è stato sufficiente a spedirci in semifinale. Non c'è mai stata la sensazione che si potesse perdere: Bolelli ha spadroneggiato tra rete e fondocampo, Fognini ha giocato con umiltà, mentre gli americani hanno fatto confusione dal primo all'ultimo punto. E Sock – il più forte sulla carta – è stato il peggiore in campo, tra atteggiamento indolente ed errori grossolani, come la facile volèe alta che ha spedito gli azzurri sul 5-4 e servizio nel primo set. Se da Tommy Paul ci si poteva aspettare qualche difficoltà, Sock avrebbe dovuto prendere per mano la coppia.

Invece è stato il primo a franare, regalandoci un giorno di gloria e allungando la permanenza azzurra a Malaga di altri due giorni. La mancata convocazione di Ram grida vendetta: dopo il matchpoint, il diretto interessato ha tirato una frecciata al suo capitano su Twitter: “Il Giorno del Ringraziamento sta andando bene per tutti?”. Qualche minuto dopo, anche Tennys Sandgren ha criticato – in modo ben più diretto – le scelte di Fish. Il loro approccio al match era stato pessimo, e noi lo avevamo scritto in tempi non sospetti. Meglio per l'Italia, che si potrà godere un sabato da protagonista, cercando di ritrovare una finale dopo 24 anni, scanditi da dieci anni di Serie B (e uno di C). Quanto a Fish, ci stupiremmo se continuasse a dirigere la Davis americana. Ma sono fatti loro. Noi esultiamo e... sì, stavolta gli applausi sono a scena aperta. E sono per tutti.

DAVIS CUP FINALS – QUARTI DI FINALE
ITALIA – STATI UNITI 2-1
Lorenzo Sonego (ITA) b. Frances Tiafoe (USA) 6-3 7-6(7)
Taylor Fritz (USA) b. Lorenzo Musetti (ITA) 7-6(8) 6-3
Bolelli-Fognini (ITA) b. Sock-Paul (USA) 6-4 6-4