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La carica dei 100.000 nel gran giorno del Derby

Mercoledì da leoni al Foro Italico: a sorpresa, vivremo l'incrocio tra Fognini-Sinner e Inter-Juventus. Un clima esaltante per un match che promette tensione, spettacolo e il colpo d'occhio delle grandi occasioni. E il tabellone si è aperto almeno fino ai quarti, ottima chance per dimenticare un torneo deludente per gli altri italiani.

Riccardo Bisti (Photo by Felice Calabrò)
11 maggio 2022

1.500 uomini di servizio d'ordine dovrebbero bastare. Le logiche del business, degli ascolti e degli incassi hanno prodotto l'ordine di gioco che non ti aspetti: il Super Derby tra Jannik Sinner e Fabio Fognini si giocherà in sessione serale. In campo alle 19, con il serio rischio di intersecarsi con la finale di Coppa Italia tra Inter e Juventus. In caso di partita combattuta o di epilogo a terzo set, i boati dello Stadio Olimpico si incroceranno con quelli del Campo Centrale, laddove è facile ipotizzare il tutto esaurito. Sono previste circa 100.000 persone nell'area del Foro Italico, 70.000 per il pallone, (oltre) 30.000 per la pallina. Non crediamo che i giocatori facciano i salti di gioia, a partire dall'interista Fabio Fognini, che si sarebbe goduto volentieri i suoi nerazzurri, magari con il primogenito Federico. E invece la partita non la vedrà, anche se dovesse finire alla svelta. Doccia, massaggi, conferenze stampa... difficilmente potrà dare sfogo alla sua anima da tifoso. Ma potrà esaltarsi in un clima da corrida, che potrebbe essergli amico contro l'algido Sinner. Non tanto perché l'altoatesino soffra il clima da stadio (anzi), ma perché sarà il contesto ideale per consegnarci il miglior Fognini, quello che dimentica le fisime da bad boy e si concentra sulle cose giuste.

Nel tennis non esiste la proprietà transitiva, ma sarà una partita interessante. Fognini non ha un tennis non troppo diverso da Pedro Martinez Portero, battuto da Sinner in un esordio soft, col punteggio di 6-4 6-3. Però fa tutto (molto) meglio: ha più tocco, più talento, più personalità, più esperienza. E tutto sommato – a bocce ferme – sembra che abbia le qualità tecniche per mettere in difficoltà Sinner. Tagli, rotazioni, angoli stretti, discese a rete... il necessario per togliere ritmo a un avversario che gli è superiore nel bum-bum, anzi, nel bang-bang da fondocampo. E poi al suo angolo c'è Corrado Barazzutti, che la scorsa estate non aveva esitato a criticare Sinner per la scelta di non giocare le Olimpiadi, sottolineando – con malcelato fastidio – la doppia rinuncia di Jannik alla Coppa Davis, quando il suo capitanato era ormai al tramonto. Sinner ha poi scoperto la competizione qualche mese dopo, sotto la guida di Filippo Volandri, e trovando in Fognini (e Simone Bolelli) due chiocce preziose che ne hanno facilitato l'inserimento nel gruppo. Non a caso ha vinto tutti i singolari, anche se proprio con Fognini ha perso il doppio decisivo contro la Croazia. Per i miracoli ci stiamo ancora attrezzando.

«Vorrei diventare un giocatore un po' diverso, più completo. Non vuol dire che mi vedrete fare il serve and volley o giocare solo slice, ma se un giorno ce ne fosse bisogno vorrei essere pronto ad affidarmi a soluzioni del genere» 
Jannik Sinner
ASICS ROMA

Alle passate Davis Cup Finals, Fognini-Sinner hanno giocato due doppi. Fecero ottima figura contro Cabal-Farah

Sinner ha riconosciuto a Fognini la sua attitudine friendly nell'accoglierlo in un team in cui è stato per anni il leader carismatico. L'ha apprezzato, tra i due c'è profondo rispetto. Magari non andrebbero a cena insieme, se non altro per i 14 anni di differenza e le diverse abitudini di vita: da una parte un uomo fatto e finito, con moglie e tre figli a cui badare, dall'altra un giovane rampante programmato per vincere. Ma queste cose non entreranno in campo, alle 19 di mercoledì 11 maggio, in diretta TV su Sky Sport e sul 20. Quelli di Mediaset si sfregano le mani, ipotizzando che una moltitudine di sportivi possa utilizzare Fognini-Sinner come antipasto per la finale di Coppa Italia. L'incrocio sarebbe stato perfetto se si fossero fronteggiate le squadre del cuore dei due, invece Sinner tifa per il Milan. “Ovviamente spero che il Milan vinca lo scudetto, ma non è che scenderò in campo con più mordente perchè lui tifa Inter. Anzi, non credo che sia il caso di mischiare il calcio con il tennis”.

Ci hanno già pensato gli organizzatori, e lo stanno facendo gli addetti ai lavori, ingolositi da un incrocio senza precedenti. D'altra parte, il legittimo obiettivo di raggiungere il sold out si insegue anche così: il mercoledì è storicamente il giorno con la maggiore affluenza al Foro Italico, quindi non sarà un problema fare il pieno di giorno. Al contrario, il Super Derby in sessione serale è l'ideale per invogliare la gente ad acquistare un biglietto in più. Nel momento in cui scriviamo, la disponibilità di tagliandi per il diurno sul Centrale è “bassa” in tutti i settori ancora disponibili, mentre per il serale (nonostante più settori siano già esauriti), in diverse aree delle tribune c'è ancora un buon numero di biglietti a disposizione. Dopo due edizioni a ricavo zero, ci sta. E in fondo ci saranno 1.500 uomini e evitare contatti tra due tipologie di pubblico molto diverse. Al massimo, nel pomeriggio, qualche spettatore calcistico lancerà colorite invettive contro i tennisti, da prassi ormai consolidata. Va benissimo così.

Una curiosa immagine di Jannik Sinner durante il match contro Martinez (Photo by Felice Calabrò)

Sinner entra in simbiosi con il pubblico del Foro Italico. Ne avrà ancora più bisogno contro Fognini

“Posso dire che Fabio si muove molto bene, soprattutto in avanti” ha risposto Sinner all'ingenua richiesta di elencare pregi e difetti del Fognini tennista. “Il resto dovrò sentirlo sul campo, e comunque preferirei non dirlo” ha aggiunto Er Carotina, dopo aver spiegato che con Simone Vagnozzi sta lavorando parecchio sulla tattica. Lo stile degli avversari, certo, ma soprattutto quello che deve fare lui. L'idea è implementare qualche arma in più, dal serve and volley allo slice. Non a caso, nel Players' Voice di Eurosport, ha ammesso che gli piacerebbe essere come Roger Federer, se un giorno gli regalassero la bacchetta magica. “Ha tutte le soluzioni del mondo in campo. È chiaramente un gioco, un'utopia, ma credo che come per tutte le cose ci si possa lavorare. Ecco, è più che altro quello il mio obiettivo. Diventare un giocatore un po' diverso, più completo. Non vuol dire che mi vedrete fare il serve and volley o giocare solo slice, ma se un giorno ce ne fosse bisogno vorrei essere pronto ad affidarmi a soluzioni del genere”. Di Federer ce n'è uno, ma anche l'occhio meno esperto percepisce che il Sinner attuale è un work in progress, pur senza perdere di vista quello per cui è programmato: vincere. E sa benissimo – come lo sa Fognini, che in questo tornei vanta un piazzamento nei quarti – che l'occasione è ghiotta.

L'eliminazione di Rublev ha creato un mini buco in tabellone: il vincente del derby se la vedrà con Filip Krajinovic per un posto nei quarti, presumibilmente contro Tsitsipas. Lo stesso giocatore che accelerò la rottura Sinner-Piatti, rifilandogli tre set a zero all'Australian Open. Se abbiamo capito qualcosa di Sinner, non vede l'ora di prendersi la sua rivincita, meglio ancora se sulla superficie preferita del greco. Ma allo stesso tempo non commetterà l'errore di sottovalutare l'impegno di oggi, sul quale è legittimo spendere la retorica del confronto generazionale, passaggio di consegne e tutto quello che si dice in questi casi. A maggior ragione in assenza di altri spunti nazionalistici, vista l'eliminazione di tutti gli altri italiani. Se non ci fossero stati loro due, l'avventura azzurra al Foro 2022 sarebbe stata molto pesante sul piano numerico, viste le 11 eliminazioni al primo turno su 13 giocatori (uomini e donne compresi). Jannik e Fabio hanno evitato i processi, attirando l'attenzione su di sé, e legittimando la speranza di tenere vivo il tricolore almeno fino ai quarti, risultato che fino a qualche anno fa era considerato un lusso. Perché è giusto essere un po' delusi per i risultati di squadra, ma è doveroso ricordare da dove si arriva. Ma il tempo delle chiacchiere è finito: palla al centro, è il gran giorno di Fognini-Sinner.