The Club: Bola Padel Roma
LA STORIA

Il Presidente  

Se il Kazakhstan è diventato una grande nazione del tennis, lo deve a un solo uomo: Bulat Utemuratov ha speso 200 milioni per trasformare uno sport d'elite in fenomeno di massa. Oggi hanno campi, praticanti, una campionessa di Wimbledon e un fiammante ATP 500. L'ultimo sogno è creare un campione fatto in casa. E c'è già un nome. 

Riccardo Bisti
6 ottobre 2022

Il suo più grande successo, in fondo, sono le tribune visibili in questi giorni. La Beeline Arena di Nur Sultan (nuovo nome della captale kazaka) si sta gonfiando di persone per assistere all'Astana Open, primo ATP 500 nella storia del Kazakhastan. Il campo di partecipazione (Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Tsitsipas e l'idolo di casa Bublik) è migliore dello storico torneo di Tokyo, che si gioca in contemporanea, e ha attirato migliaia di spettatori. Fino a qualche anno fa, un colpo d'occhio del genere si poteva ottenere soltanto regalando i biglietti. Oggi non è più così. Il tennis è entrato nella cultura pop dell'immensa repubblica dell'Asia centrale, 20 milioni di abitanti sparsi in un territorio che si snoda per circa 3.500 chilometri da ovest a est, dal confine con l'Ucraina a quello con la Mongolia. Il merito è di un solo uomo, un 64enne che molti avranno visto per la prima volta sabato 9 luglio sul Centre Court di Wimbledon, all'angolo di Elena Rybakina. Indossava un cappello Panama e un blazer blu ed è stato tra i primi a essere abbracciato dalla vincitrice dei Championships. Non ci fosse stato lui, la Rybakina non avrebbe nemmeno potuto giocare il torneo. Nata e cresciuta a Mosca, dove risiede ancora la sua famiglia, con il vecchio passaporto non avrebbe messo piede in Regno Unito, in virtù dell'embargo verso gli atleti russi e bielorussi. Ignara di quello che sarebbe successo, cinque anni fa ha preso la cittadinanza del Kazakhstan in cambio del sostegno di Bulat Utemuratov, dal 2007 presidente della KTF, la federtennis del Kazakhstan.

Nella sua descrizione sul sito istituzionale, si definisce uomo d'affari, personaggio pubblico, diplomatico e filantropo. E c'è l'impressionante lista di cariche istituzionali ricoperte dal 1992, anno in cui il Kazakhstan è diventato Repubblica Indipendente. Lo ha rappresentato nei più alti contesti diplomatici, dall'Unione Europea all'ONU, in virtù dell'assoluta fiducia del presidente-dittatore Nursultan Nazarbayev, che in trent'anni di potere ha modernizzato il Paese, sfruttando al massimo le immense riserve di petrolio. Insieme alla carriera diplomatica, che gli ha permesso di mettere insieme un patrimonio di circa 2 miliardi di dollari, ha sviluppato un'immensa passione per il tennis. “Mi è piaciuto sin dall'inizio” dice Utemuratov, ammettendo che questo inizio risale a quando era già trentenne. Da giovane aveva praticato boxe, calcio e ping pong. In fondo lo sportivo più popolare è il pugile Gennady Golovkin, campione dei pesi medi e universalmente conosciuto come Triple G. Negli anni '90, tuttavia, la comunità imprenditoriale post-sovietica ha iniziato ad apprezzare il tennis. Quando l'URSS era ancora in piedi, non era uno sport socialmente approvato. C'erano pochi campi ed era molto costoso. Le storie di chi ha rappresentato l'Unione Sovietica prima della caduta del Muro di Berlino sono una perfetta sintesi di quanto la disciplina fosse poco considerata.

ASICS ROMA
Da quando c'è Utemuratov, le migliori promesse kazake possono allenarsi 6 giorni a settimana spendendo cifre irrisorie, oscillanti tra i 40 e i 120 dollari al mese.

Novak Djokovic e Carlos Alcaraz visitano il centro per bambini autistici di Nur Sultan. Insieme a loro, l'onnipresente Bulat Utemuratov

La liberalizzazione post-sovietica, unita alla grande passione del presidente russe Boris Eltsin, ha portato Utemuratov ad appassionarsi. “L'ho amato perché mi sembra una versione fisica degli scacchi: richiede versatilità, intelletto, concentrazione e un costante miglioramente atletico”. Una passione che lo ha portato ad apprezzare Roger Federer e Rafael Nadal. Una passione che si è trasformata in missione nel 2007, quando la KTZ era ormai in bancarotta. Dopo aver ragionato sul da farsi insieme ad altri imprenditori, ha pensato di mettersi in proprio. Con un investimento stimato in 200 milioni di dollari (giusto il 10% del suo patrimonio personale) ha preso in mano il tennis kazako, costruendo 38 centri tennis nelle 17 regioni. Ha formato centinaia di tecnici e allenatori, oltre ad assumerne qualcuno dall'Europa. Come se non bastasse, ha sovvenzionato le lezioni ai migliori giovani. Da quando c'è lui, le migliori promesse kazake possono allenarsi 6 giorni a settimana spendendo cifre irrisorie, oscillanti tra i 40 e i 120 dollari al mese. Come se non bastasse, sono previste borse di studio fino a 50.000 dollari per sovvenzionare attività e trasferte. Sapeva, Utemuratov, che rendere il tenns accessibile a tutti era la chiave per cambiarne la percezione. Da sport d'elite, doveva diventare uno sport per le masse.

I numeri parlano per lui: nel 2007 c'erano appena 1.800 tennisti, mentre oggi sono 33.000. Lo staff federale è composto da 32 persone e comprende alcune eccellenze come l'irlandese Dave Miley, ex responsabile ITF per lo sviluppo dei giocatori. Aveva provato la scalata alla presidenza della Federazione Internazionale, ma non è riuscito a scalfire la struttura di potere di Dave Haggerty. Poco male: è stato assunto dalla KTF come direttore esecutivo. “I soldi non bastano per creare un movimento” sostiene Miley, che ha avviato una serie di collaborazioni con accademie di Paesi già sviluppati come Spagna e Italia, laddove le giovani promesse kazake possono allenarsi e crescere in contesti già pronti per l'alto livello. Tutto giusto, ma Utemuratov aveva una consapevolezza e un desiderio. La prima è che il tennis diventa popolare soltanto se hai i migliori tennisti; la seconda è che non voleva attendere una generazione per avere un campione fatto in casa. E così – e questa è la punta dell'iceberg nota anche agli appassionati meno attenti – ha iniziato a guardare all'estero, soprattutto in Russia. Il target erano giocatori di talento, ma non abbastanza vincenti da ottenere il sostegno della federtennis di appartenenza. La proposta era semplice: “Tu giochi per il Kazakhstan, noi ti paghiamo tutto”.

Elena Rybakina abbraccia Bulat Utemuratov dopo il trionfo a Wimbledon

Leggi anche: Impero Kazakhstan!

Utemuratov ha portato il tennis nella piazza più importante di Nur Sultan, nuovo nome della città di Astana

I primi a firmare sono stati Yuri Schukin e Yaroslava Shvedova. Il primo non è entrato tra i top-100 ATP, ma attualmente è il capitano del team di Coppa Davis. La seconda è stata n.25 WTA e ha vinto tre Slam di doppio. Dopo il ritiro, anche lei ha preso in mano la nazionale. Con Rybakina e Putintseva, il Kazakhstan si è qualificato per le BJK Cup Finals e guarda con qualche speranza al girone contro Spagna e Gran Bretagna. Se la Rybakina è diventata una sorta di eroe nazionale, tra gli uomini la stellina è Alexander Bublik, altro elemento acquistato al discount russo. Utemuratov lo ha conosciuto per caso diversi anni fa, a Monte Carlo. Aveva affittato un campo per giocare con la figlia. Diverse ore di prenotazione, ma finì in anticipo e lo lasciò a quel ragazzo russo, poco più che adolescente. Aveva colto giusto qualche risultato nei Challenger quando ha autografato il contratto con il Kazakhstan: un anno dopo era tra i top-100 ATP. “Dalle nostri parti ci sono tanti finanziatori individuali che sponsorizzano i giovani tennisti – racconta Bublik, che in mattinata ha sfidato Hubert Hurkacz per un posto nei quarti – ma poi vogliono essere ripagati quando il giocatore ha successo. Al contrario, lui fa tutto per passione, per amore per il gioco”. Bella forza, visto che può permettersi di utilizzare il tennis come un giocattolo personale. Ma lo fa con grande professionalità, al punto da ottenere importanti riconoscimenti internazionali.

Nel 2015 è entrato a far parte del Consiglio d'Amministrazione ITF e del Comitato di Coppa Davis, poi nel 2019 è diventato addirittura uno dei quattro vicepresidenti. Il giocattolo è diventato un impegno a tempo pieno, vuoi per l'età, vuoi perché l'uscita di scena di Nazarbayev lo ha allontanato da politica e diplomazia. Meglio dedicarsi alla filantropia: ha creato una fondazione a favore dei bambini autistici, visitata da Djokovic, Alcaraz e Medvedev alla vigilia del torneo. Utemuratov non è abituato a perdere: dopo aver reso il tennis uno sport popolare e ottenuto una vittoria Slam con la Rybakina, adesso ha un ultimo obiettivo, il più difficile: godersi un campione fatto in casa. Basta importare giocatori russi, meglio sviluppare i talenti kazaki. Il gioiellino si chiama Zangar Nurlanuly ed è numero 1 d'Europa tra gli Under 14. Grazie ai suoi successi, il Kazakhstan è giunto in semifinale alle Under 14 World Junior Tennis Finals, una sorta di Coppa Davis per ragazzi di quell'età. E Utemuratov era in campo a festeggiare insieme a tecnici e giocatori dopo aver passato il turno preliminare. Quale altro presidente federale avrebbe fatto qualcosa del genere, ingessato in abiti eleganti e la necessità di non perdere consensi? Bulat Utemuratov può fare quello che gli pare. Lui non è un presidente come gli altri. Lui è Il Presidente.