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INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA

La Next Gen siamo noi!

Decimo titolo a Roma per Rafa Nadal, bravo a superare un Djokovic in gran forma nonostante le fatiche del giorno prima. Respinti ancora una volta i più giovani, tanto da spingere Djokovic a una battuta durante la premiazione. A Parigi, i favoriti saranno ancora loro.

Riccardo Bisti
17 maggio 2021

Per fortuna c'è stata la battuta di Novak Djokovic, altrimenti non ci sarebbe stato molto da raccontare. O meglio, avremmo raccontato le stesse cose. Difficile trovare spunti nuovi, diversi, quando due giocatori si affrontano per la 57esima volta (nona sullo stesso campo). Rafael Nadal e lo stesso Djokovic si conoscono alla perfezione e i loro match non sono più una questione tecnico-tattica Semmai, è una partita a scacchi in cui vince colui che – in un determinato momento – interpreta meglio la situazione. Dopo la brutta finale femminile (6-0 6-0 di Iga Swiatek contro Karolina Pliskova), la gente di Roma sperava di assistere a un buon match: accontentata. Nadal si è imposto per la decima volta al Foro Italico, aggiungendo Roma alla lista dei tornei vinti almeno dieci volte (gli altri sono Roland Garros, Barcellona e Monte Carlo). Una battaglia di quasi tre ore in cui l'unica differenza rispetto al passato, nonché tratto distintivo del nuovo Nadal, è la gestione delle energie.

Tra una ventina di giorni compirà 35 anni e non può più permettersi di giocare ogni singolo punto al massimo dell'intensità. Lo spagnolo ha prodotto il massimo sforzo per vincere il primo set (peraltro rimontando un break di svantaggio), poi la palla break sciupata sull'1-1 del secondo set lo ha quasi invitato a rallentare, rifiatare, come se non avesse benzina sufficiente per lottare punto su punto. Ha un po' mollato il set, ha corso qualche rischio nel cuore del terzo ma poi ne è uscito alla grande, chiudendo col punteggio di 7-5 1-6 6-3. Nadal voleva presentarsi al meglio per il Roland Garros, occasione d'oro per diventare il più titolato di sempre: missione compiuta. “Mi riposerò 2-3 giorni, poi riprenderò a lavorare senza mettermi troppa pressione addosso – ha detto Nadal – ho già individuato un paio di cose su cui devo migliorare”. L'incerto avvio di primavera aveva preoccupato, ma è bastato un mese per ribaltare tutto: Nadal si presenta a Parigi con due titoli in tasca (Barcellona e Roma), mentre due anni fa si era imposto solo al Foro Italico. Ha rischiato di uscire negli ottavi contro Shapovalov, un po' disgraziato nei due matchpoint a favore, ma poi si è ritrovato.

ASICS ROMA
"Volevo davvero vincere il mio decimo titolo qui a Roma. Dopo aver fatto 10 al Roland Garros, 10 a Monte Carlo e 10 a Barcellona, ci tenevo davvero. È un torneo super-importante per me"
Rafael Nadal

La finale degli Internazionali BNL d'Italia racchiusa in 8 minuti

In finale, ha costruito il successo con il dritto: ha tirato 26 vincenti a fronte degli 11 di Djokovic. Nel momento del bisogno si è rifugiato nello schema d'oro della sua carriera: servizio e dritto e chiudere, ancora meglio se in direzione anomala (da destra verso sinistra). Si può sintetizzare così il decimo successo, ottimo anche per la fiducia: sono cinque anni che non perde un match sulla terra contro Djokovic (l'ultimo fu proprio al Foro, nei quarti del 2016). Non sarebbe stata una grande idea tornare a perdere subito prima di Parigi, laddove tenterà di vincere per la 14esima volta e intascare il 21esimo Slam. “Ricordo ancora la mia prima volta qui, quando ho vinto una finale di 5 ore e 15 minuti contro Coria” ha detto durante la premiazione, con un italiano più che dignitoso. Rispetto ad allora è cambiato molto. Gioca meglio a tennis, ma il suo corpo sente il passare del tempo. Allora non avrebbe mai lasciato un set per ricaricare le energie. E avrebbe tramutato in botte vincenti dei recuperi che rimangono prodigiosi, ma oggi sono semplici rimesse in gioco, magari in slice.

In questi sprazzi di umanità c'è tutta la grandezza di Nadal. Quando fece irruzione nel circuito, col suo modo di fare adrenalinico, molti si domandavano quanto sarebbe durato. La risposta sta nei numeri: 88 titoli ATP (quarto di sempre, a sole sei lunghezze da Lendl e quindici da Federer) e 1229 match giocati, di cui 1022 vinti. Numeri che mettono a tacere anche il più accanito dei detrattori. Numeri che sarebbero ancora più leggendari se nel suo percorso non ci fosse stato Djokovic, orgoglioso avversario nella finale romana. Nonostante quasi 5 ore in campo il giorno prima, tra Tsitsipas e Sonego, il serbo ha avuto concrete chance di vittoria. Sembrava lui il più fresco in campo, e il treno buono è passato nel quinto game del terzo set. 2-2, servizio Nadal, due palle break. Sulla prima ha sparato un facile dritto in mezzo alla rete. Sciupata la seconda chance, è entrato in una spirale negativa: ha perso 13 dei successivi 15 punti, perdendo contatto. A quei livelli, una frattura insanabile.

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    I titoli Masters 1000 conquistati da Rafael Nadal. Vincendo a Roma, ha agguantato Djokovic al comando di questa speciale classifica

Soltanto Jimmy Connors (109), Roger Federer (103) e Ivan Lendl (94) hanno vinto più titoli di Rafael Nadal

Novak Djokovic durante la premiazione: "La Next Gen siamo noi"

Nole ci ha provato fino alla fine, non è bastato, ma a fine partita era comunque soddisfatto. Il messaggio più incoraggiante è arrivato dopo il match: “Non ero per nulla stanco, avrei potuto giocare ancora per qualche ora”. Mica male per chi compirà 34 anni sabato prossimo e veniva da un weekend di straordinari. Raramente ha preso così bene una sconfitta, al punto da fare una battuta durante la premiazione. “Rafa, io e forse Roger stiamo reinventando il Next Gen. Il Next Gen siamo noi”. Ok lo scherzo, ok il dover rispondere sempre alle stesse domande, ma in queste parole c'è un significato importante, quasi filosofico. Hai voglia a dire che i giovani stanno arrivando, che si stanno conquistando uno spazio sempre più importante. Dai e dai, i più forti rimangono loro.

Parole che racchiudono un orgoglio neanche troppo nascosto, di chi viene quasi invitato a lasciare strada ai volti nuovi, spinti da una campagna promozionale senza precedenti e iniziata quasi cinque anni fa. Di quel gruppo di giovani c'è chi è diventato forte e chi no, ma la certezza è che Nadal, Djokovic e Federer (almeno fino a quando ha giocato con continuità) hanno mantenuto le gerarchie. Abbiamo spesso sottovalutato questo aspetto motivazionale, ma le parole del serbo e il ghigno di approvazione di Nadal fanno riflettere. Per carità, avrebbero continuato a vincere. Ma la frenetica promozione griffata Next Gen, che nel 2017 aveva forse superato i limiti del buon gusto, deve aver rappresentato un bello stimolo per i vecchietti. E respingere i giovani è una soddisfazione tale che ha portato Djokovic a scherzare anche dopo aver perso una finale importante. Contro il suo più acerrimo rivale.

INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA
Finale Uomini
Rafael Nadal (SPA) b. Novak Djokovic (SRB) 7-5 1-6 6-3

Finale Donne
Iga Swiatek (POL) b. Karolina Pliskova (CZE) 6-0 6-0