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CIRCUITO ATP

La famiglia Djokovic rischia di restare senza torneo

Ion Tiriac riporterà a Bucarest il Serbia Open. La curiosa vicenda di un torneo molto caro alla famiglia Djokovic: il Novak Tennis Center di Belgrado è stato dismesso, mentre l'impianto di Banja Luka è in (temporaneo) stato di abbandono. Nole riuscirà ad acquistare una nuova licenza?

Riccardo Bisti
3 agosto 2023

Sembrerebbe una tipica storia all'italiana, invece si è verificata al di là dell'Adriatico. E sorprende che tra gli sconfitti di questa vicenda ci sia – per adesso - Novak Djokovic. Se date un'occhiata al documento PDF del calendario ATP del 2024, noterete una piccola modifica nella settimana dal 15 al 21 aprile. Fino a qualche settimana fa, accanto agli storici tornei di Barcellona e Monaco di Baviera, c'era ancora un evento da collocare. Adesso è stata inserita la città di Bucarest. L'ufficialità dovrebbe arrivare dopo la prossima riunione del Board ATP, prevista durante lo Us Open, ma si tratta di sistemare alcuni dettagli: il circuito maschile tornerà in Romania dopo ben otto anni. L'ultima edizione risale al 2016, poi il magnate Ion Tiriac (che qualche anno prima aveva rilevato la licenza) fu costretto a cedere i diritti perché la burocrazia rumena gli impediva di portare avanti i suoi progetti di ristrutturazione. Con lo storico campo ormai pericolante, l'ultima edizione si giocò su un centrale provvisorio, costruito su un parcheggio e in grado di ospitare appena 2.000 spettatori.

Tiriac cedette la licenza all'Ungheria: il torneo si è giocato a Budapest dal 2017 al 2019, poi dopo l'edizione saltata a causa della pandemia i diritti sono stati affittati dalla famiglia Djokovic, che ha portato il torneo nel famoso Novak Tennis Center. Sotto la direzione di Djordje Djokovic (fratello minore di Nole), si è giocato in Serbia nel 2021 e nel 2022 e c'erano grandi ambizioni, a partire dal progetto di un upgrade ad ATP 500. Per questo, qualcuno si era stupito quando l'edizione del 2023 (sempre sotto la gestione Djokovic) è stata spostata a Banja Luka, in Bosnia, anzi, nella Repubblica Sprska (la parte serba della Bosnia Erzegovina). Dissero che era una soluzione temporanea per consentire i lavori di ampliamento del Novak Tennis Center. Tutto sembrava procedere bene, anche perché a Banja Luka si è giocato in un impianto moderno e suggestivom capace di accogliere circa 70.000 spettatori in tutta la settimana. Il progetto ha iniziato a barcollare lo scorso maggio, quando la famiglia Djokovic ha annunciato la dismissione del Novak Tennis Center e la restituzione della struttura alla città di Belgrado. Sembra che le ragioni fossero burocratiche: volevano realizzare un progetto ancora più faraonico, ma non hanno ottenuto i permessi necessari. In una recente dichiarazione, il n.2 del mondo si è augurato che vi possa sorgere un Centro Tecnico Nazionale.

Lo stato in cui versa attualmente il campo centrale del torneo ATP di Banja Luka

«La famiglia Djokovic, i loro soci e gli organizzatori del Serbian Open stanno attivamente cercando altre licenze per mantenere il torneo a Banja Luka» 
Draško Stanivuković, sindaco di Banja Luka
ASICS ROMA

Mentre non ci sono ancora notizie su dove nascerà un nuovo centro tennistico griffato Djokovic ("Nei prossimi anni si farà qualcosa, vedremo se in Serbia o altrove" dice Nole), i riflettori si sono nuovamente accesi su Banja Luka, città natale di Ivan Ljubicic e principale centro della Repubblica Sprska. Ed è emersa una storia all'italiana, che ricorda – sia pure in piccolo – quanto accaduto per i Mondiali di Calcio del 1990, con spese enormi per impianti mai utilizzati o abbandonati dopo pochi utilizzi. Se oggi vi recate a Banja Luka, non troverete nulla di quello che è andato in mondovisione qualche mese fa, con la vittoria di Dusan Lajovic. Il campo in terra battuta sullo stadio principale è stato dismesso, così come parte delle gradinate. L'impianto è recintato con il fil di ferro, esposto alle intemperie. A rendere la faccenda ancora più spinosa, la cifre enormi spese per la realizzazione dello stesso. È in corso una guerra di numeri, ma la versione più accreditata parla di 45 milioni di marchi bosniaci, l'equivalente di circa 23 milioni di euro, raccolti tra contributi pubblici (Città di Banja Luka e Repubblica Sprska) e la federtennis locale tramite alcuni sponsor.

Cifra superiore rispetto a quella prevista, ma accettabile se l'impianto fosse stato destinato ad altri utilizzi: invece, dopo il torneo, è stato dismesso ed è in attesa di un nuovo scopo. Non si sa chi lo gestirà, cosa ne faranno e quanto costerà. La faccenda è stata oggetto di violente polemiche interne ancora prima del torneo, poiché l'opposizione locale aveva presentato addirittura una denuncia contro il sindaco Draško Stanivuković, per due ragioni: intanto perché la ditta costruttrice era stata scelta in modo arbitrario nonostante la legge prevedesse un appalto pubblico, e poi perché i lavori erano iniziati ancora prima di ottenere l'autorizzazione. Ci furono schermaglie politiche poco interessanti in questa sede, ma all'epoca si disse che l'impianto – dopo il torneo – sarebbe stato trasformato in una Sala Polifunzionale, ma per adesso non ci sono certezze, per quanto lo stesso sindaco abbia rassicurato sul fatto che a breve inizieranno i lavori e la zona del Park Mladen Stojanovic sarà completamente riqualificata.

Ilie Nastase e Ciprian Marica posano all'interno del loro centro sportivo: salvo sorprese, sarà la sede del torneo ATP di Bucarest

Il sindaco di Banja Luka sostiene che la familia Djokovic è al lavoro per acquistare un'altra licenza per ospitare un torneo ATP. "Non avremo notizie certe prima dell'autunno"

L'unica certezza riguarda lo spostamento in Romania, in una sede tutta nuova. Lo spostamento sarebbe stato approvato dall'ATP in una riunione del Board svoltasi via Zoom l'11 luglio: torneo sarà diretto da Cosmin Hodor (agente di Simona Halep) e dovrebbe svolgersi in un club privato a nord della città, denominato Nastase & Marica Sports Club. Si tratta di una polisportiva al cui interno si trova l'accademia tennistica intitolata a Ilie Nastase, coinvolto in prima persona insieme all'ex calciatore della nazionale rumena Ciprian Marica. Ci sono otto campi da tennis in terra battuta e – a giudicare dalle immagini – sembra esserci tutto lo spazio per creare le strutture necessarie a un ATP 250, magari prendendo in prestito le strutture dedicate al calcio: il club, tra l'altro, sorge laddove un tempo c'era lo stadio Vointa, laddove giocava l'Olimpic Snagov, squadra militante nelle serie inferiori del campionato rumeno. Da parte sua, Ion Tiriac (che possiede anche la licenza del torneo ATP di Ginevra) vorrebbe regalare un torneo 500 al suo Paese, ma questo dipenderà dalle decisioni degli organi di governo e dall'eventuale intenzione di aumentare il numero di tornei di questa categoria.

E i progetti balcanici? Per ora c'è un grande punto interrogativo. In alcune dichiarazioni rilasciate prima che fosse ratificato il ritorno a Bucarest, il sindaco di Banja Luka teneva vive le speranze: “Non possiamo avere informazioni rilevanti fino all'autunno, perché soltanto allora si terranno le trattative per alcune licenze – scrisse su Twitter – ma posso dire che la famiglia Djokovic, i loro soci e gli organizzatori del Serbian Open stanno attivamente cercando altre licenze per mantenere il torneo a Banja Luka. Fino a quando non ci sarà un altro torneo, l'impianto ospiterà numerosi altri eventi sportivi”. Il tempo ci dirà se sarà veramente così, o se il grande tennis a Banja Luka è stato solamente di passaggio, anche se il torneo Challenger continuerà a giocarsi: la prossima settimana, infatti, si giocherà la ventesima edizione di un torneo nato nel 2003. Anche il Challenger si terrà presso il Parco Mladen Stojanovic, ma in una struttura adiacente e ben più modesta (vedi foto sotto, ndr). L'ingresso sarà gratuito per tutta la settimana, ma p'er la federazione locale ci sarà anche l'imbarazzo di mostrare lo stato in cui versa attualmente l'impianto costruito per il torneo ATP di aprile.