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BILLIE JEAN KING CUP

La Slovenia, i bagagli smarriti e il quadro di BJK

La miracolosa qualificazione della Slovenia offre all'Italia l'incredibile chance di tornare in finale. Ma occhio a una squadra che può contare su due valide giocatrici e un capitano che è un maestro nel motivarle. Hanno due armi in più: il senso di rivalsa... e un quadro acquistato da Billie Jean King.

Riccardo Bisti
11 novembre 2023

Alzi la mano chi avrebbe immaginato di trovarsi, il 10 novembre 2023, a spiare in casa della Slovenia per radiografare a distanza la spalla di Tamara Zidansek. Passerà (anche) da lì la chance dell'Italia di raggiungere una clamorosa finale di Billie Jean King Cup, a dieci anni dall'ultima volta (2013, anno dell'ultimo successo). Ma se la nostra generazione d'oro aveva prodotto quattro titoli, nessuno – davvero nessuno – pensava che ci saremmo trovati in questa situazione. Sono le stranezze delle gare a squadre: ad aprile siamo stati a un passo dall'eliminazione, quando le slovacche sono state avanti di un break nel terzo, nel doppio decisivo contro Trevisan-Cocciaretto. In qualche modo l'abbiamo spuntata e ci siamo qualificati per Siviglia, laddove abbiamo vinto (bene e con merito) il girone contro Francia e Germania. Ma non è finita qui, perché in semifinale troveremo – udite udite – la Slovenia di Andrej Krasevec, capitan grinta che sta facendo rendere al 100% le uniche giocatrici di livello: Tamara Zidansek a Kaja Juvan. Lo scorso aprile ha recuperato in extremis la Juvan, che qualche giorno prima aveva annunciato uno stop a tempo indeterminato perchè scossa dalla morte del padre.

Oggi sono in semifinale grazie a una rocambolesca vittoria nel Girone B. La vittoria contro l'Australia è stata sufficiente: in un arrivo in volata con australiane e kazake, il miglior coefficiente set ha premiato le slovene. L'assenza di Elena Rybakina (dolorante alla schiena dopo le fatiche delle WTA Finals: era a Siviglia ma non si è mai nemmeno allenata) ha permesso alla Juvan di giocare contro Anna Danilina, ormai esclusivamente doppista. 6-1 6-0 e tanti saluti. Nel secondo singolare, bastava un set a Tamara Zidansek per assicurarsi la semifinale. Vinto il primo parziale per 6-2, è calata d'intensità. E così, dopo aver perso il secondo, ha alzato bandiera bianca per non rischiare in vista del match contro Jasmine Paolini. L'ha detto candidamente: “Non possiamo concederci i lussi delle ceche: domani dobbiamo essere pronte e ho reagito di conseguenza. Avevo qualche problema alla spalla, dunque perché rischiare se ci eravamo già qualificate? Quando ho vinto il primo set è scesa l'adrenalina ed è stato difficile continuare”.

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«Si giocherà alle 10? Nessun problema, per la Slovenia giocherei anche alle 6 del mattino» 
Tamara Zidansek

“Avevo le lacrime agli occhi durante la partita” ha detto Krasevec, vero e proprio collante di una squadra che può contare su un'altra giocatrice di medio livello, la 23enne Veronika Erjavec (n.153 WTA). C'è poi la sorella d'arte Eva Milic: suo fratello, cestista, era stato il primo sloveno a giocare in NBA. “Non c'è nessuna squadra unita come la nostra” dice la Juvan, mentre la Zidansek attribuisce allo stesso spirito di squadra la capacità di restare concentrata per tre ore di fila, come raramente le accade durante i tornei. Parliamoci chiaro: ci fosse stata la Rybakina, sarebbe passato il Kazakhstan. Ma la storia non si scrive con i “se” e con i “ma”, dunque la Slovenia ha centrato un traguardo storico, migliorando il quarto di finale raggiunto nel 2003 da Katarina Srebotnik, Tina Pisnik, Maja Matevzic e Tina Krizan. Vent'anni esatti. E c'è una suggestione in più: la Krizan ha addrittura vinto un titolo WTA insieme a Tathiana Garbin, attuale capitano azzurro. Si imposero in doppio a Canberra, nel 2005.

Zidansek e Juvan si sono presentate a Siviglia, rispettivamente, da numero 100 e da numero 104 ATP. Ma le classifiche contano il giusto, specie considerando che la prima è stata n.22 (e semifinalista al Roland Garros), la seconda n.58 (e deve ancora compiere 23 anni). Ma c'è di più: come ai vecchi tempi, quando le competizioni a squadre valevano più di uno Slam, Krasevec ha portato le sue giocatrici in ritiro. Una settimana a Medvode, cittadina a circa 15 km da Lubiana. Allenamenti intensivi per adattarsi al cemento indoor (anche se quello trovato a Siviglia è un po' diverso) e rafforzare lo spirito di squadra, oltre a valutare la condizione della spalla della Zidansek. Lei dice di essersi allenata una settimana senza dolori, ma che si tratta di un tema ricorrente. “Lo curo da mesi, magari domani sarò al 100% o forse me lo dovrò trascinare ancora un po'”. Alla luce di questo, il ritiro contro la Putintseva è comprensibile. Non è il massimo della sportività, ma se la formula consente brutture di questo tipo... come fai a criticarla?

Il capitano Andrej Krasevec è un valore aggiunto del team sloveno di BJK Cup

La Slovenia non era mai arrivata in semifinale di BJK Cup

Quella delle slovene è una piccola fiaba. Sono arrivate a Siviglia sabato scorso... ma senza valigie. La compagnia aerea le aveva spedite a Francoforte anziché in Andalusia, facendole arrivare soltanto 24 ore dopo. Inoltre avevano avuto qualche problema con i campi di allenamento. “Ci sentiamo un po' trascurate nell'area media – diceva la Juvan – vogliamo trasformare tutto questo in energia positiva e dimostrare che apparteniamo a questa dimensione”. Sono andate oltre e adesso sognano, anche se i pronostici sono tutti per l'Italia, forte di una Paolini in forma smagliante (e avanti 2-0 negli scontri diretti contro la Zidansek, anche se sono stati match molto combattuti) e una Trevisan che nelle gare a squadre dà sempre il meglio. “Io dico sempre lo stesso da inizio settimana: abbiamo il 51% di chance di vincere” ha detto Krasevec. Un mantra, un modo come un altro per tenere alta la motivazione di un Paese che sogna. Per la prima volta, la Slovenia del tennis può scrollarsi di dosso quell'etichetta di fratellino povero rispetto a Serbia e Croazia, laddove sono cresciuti fior di campioni.

Per trovarne uno, la Slovenia deve andare indietro di mezzo secolo, ai tempi di Mima Jausovec. Quest'ultima risiede negli Stati Uniti, ma è a Siviglia dopo essere stata invitata dalla sua federazione. Un omaggio a chi era in panchina nel 2003, quando l'avventura si fermò conto la Russia. La stessa Jausovec ha rivelato un curioso aneddoto: essendo molto amica di Billie Jean King, anni fa le fece da guida in occasione di un match degli Stati Uniti a Lubiana. “Rimase una settimana e l'accompagnai in giro per il Paese. A Portorose ha acquistato un quadro che ancora oggi troneggia nel suo appartamento a New York”. Chissà che quel quadro non possa portare fortuna a una squadra che è pronta a dare tutto per la bandiera. “Si giocherà alle 10? Nessun problema, per la Slovenia giocherei anche alle 6 del mattino” ha fatto sapere la Zidansek. Siamo favoriti, la storia è a un passo. Ma Tax è consapevole che bisognerà lottare duramente, fino all'ultima palla.

ITALIA-SLOVENIA: nessun precedente

GLI SCONTRI DIRETTI

Palermo 2020: Juvan b. Trevisan 7-6 6-1
Santa Margherita di Pula 2018: Zidansek b. Trevisan 2-6 6-4 6-1
Valencia 2016: Paolini b. Zidansek 6-2 5-7 7-5
Guangzhou 2019: Paolini b. Zidansek 3-6 6-3 6-3
Bagnatica 2018: Juvan b. Paolini 6-7 6-1 7-5
Portorose 2022: Paolini b. Juvan 5-7 6-2 7-6