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TENNIS E DOPING

“I giocatori vengono avvisati dei controlli antidoping”

Secondo il Daily Mail, le autorità avviserebbero in anticipo i tennisti sui controlli per il passaporto biologico. “Nel 2021 è successo solo nel 16% dei casi, e comunque non cambia niente” sostiene l'ITIA. Alcuni scienziati non sono d'accordo. Il giallo sui dati gonfiati sul numero dei test.

Riccardo Bisti
22 luglio 2022

Il doping è sistematicamente in vantaggio sull'antidoping. Una sfida tra guardie e ladri, in cui le guardie hanno sempre qualche arma in meno. Ma quanto è stato scoperto dal Daily Mail rischia di gettare un'ulteriore ombra sul già criticato sistema antidoping del tennis. Il 2022 è un anno importante: dal 1 gennaio, la gestione dei controlli è passata dall'ITF all'ITIA (International Tennis Integrity Agency), che già si occupava di corruzione. Tuttavia, sembra che i tennisti abbiano la possibilità di conoscere in anticipo giorni e orari dei controlli. Si tratta di un vantaggio enorme, poiché le tracce di eventuali sostanze proibite – dopo un po' – spariscono dall'organismo. Conoscere in anticipo i controlli significa potersi regolare e non rischiare di risultare positivi. Durante l'ultimo Miami Open, ai tennisti sono state comunicate in anticipo le fasce orarie dei controlli. Tale prassi – secondo il Daily Mail – si sarebbe verificata anche prima del Roland Garros 2019 e dello Us Open 2021. La stessa ITF è poi stata accusata di aver gonfiato il numero di test effettuati dopo che il Daily Mail aveva pubblicato dati fuorvianti. In effetti, anche Tennis Magazine aveva notato qualcosa di anomalo nei dati ufficiali del 2021, secondo cui Hyeon Chung sarebbe stato sottoposto a 25 controlli durante i tornei.

Impossibile, visto che il coreano non gioca dal settembre 2020. Il programma antidoping dell'ITF è oggi gestito da Nicole Sapstead (ex amministratrice delegata dell'agenzia antidoping britannica): quest'ultima avrebbe avvisato i tennisti che sarebbero stati controllati nei giorni precedenti al Miami Open. Inoltre, l'ITF avrebbe avvisato i tennisti che negli Slam citati qualche riga fa ci sarebbero stati prelievi del sangue allo scopo di raccogliere dati per il passaporto biologico. Prima di Miami, i giocatori potevano prenotare fasce orarie tramite il portale dedicato. “Gli appuntamenti per fornire il campione per il passaporto biologico saranno tra le 9 e le 18 dei giorni compresi tra il 19 e il 22 marzo e verranno svolti in base all'ordine di arrivo” diceva la mail della Sapstead. In questo modo, i tennisti sapevano con quattro giorni d'anticipo dei controlli. Come è noto, il passaporto biologico serve per tenere traccia dei dati e verificarli qualora subentrassero migliorie ai controlli attuali. Inoltre, una variazione anomala dei parametri ematici di un atleta può essere un buon indicatore dell'utilizzo di sostanze vietate.

«Ho sempre avuto il sospetto che le federazioni facciano affidamento sul numero di controlli, anziché prendere di mira gli atleti davvero sospetti. Si rifugiano nelle statistiche, dicendo. 'Beh, abbiamo testato 1.000 giocatori'»
Dick Pound
ASICS ROMA

Stefanos Tsitsipas lancia qualche allusione dopo la finale del Roland Garros 2021

Secondo il codice WADA, i test devono essere effettuati senza preavviso, “salvo circostanze eccezionali e giustificabili”. Il Daily Mail si è rivolto a Roger Pielke, consulente di etica sportiva per gli organismi sportivi internazionali. “Sembrerebbe una violazione concettuale, se non sostanziale, del codice WADA – ha detto – di sicuro dà l'impressione che l'antidoping sia un teatrino”. L'ITIA ha ammesso che che i giocatori sono stati avvertiti dei test per il passaporto biologico, perché in questo modo è possibile effettuare più controlli. “L'obiettivo è raccogliere dati dal maggior numero possibile di giocatori, in modo da avere la più ampia gamma di dati su cui lavorare” ha detto l'ITIA. Il discorso sembra reggere: anche se non direttamente positivi, i test sul sangue forniscono comunque elementi interessanti. E i tennisti rimangono comunque sottoposti ai discussi whereabouts, ovvero l'obbligo di fornire una finestra di un'ora al giorno per essere controllati, 365 giorni all'anno. Tre violazioni nell'arco di dodici mesi rappresentano una violazione che viene trattata al pari di una positività. L'ultimo a caderci è stato Stephane Houdet, campione di wheelchair tennis. “Effettuando questi controlli su base continuativa, sia con preavviso che senza, non fa differenza se i giocatori ne vengono a conoscenza in anticipo – prosegue la nota ITIA – le anomalie emergerebbero comunque”.

Non è della stessa opinione lo scienziato australiano Rob Parisotto, secondo cui le autorità del tennis stanno potenzialmente consentendo agli imbroglioni di sfuggire a rilevazioni sospette. “Per quanto riguarda il sangue, fa un'enorme differenza se il test è conosciuto in anticipo – dice Parisotto – 3-4 giorni di tempo sono la tempistica ideale per ricaricare il volume del sangue, massimizzare la capacità di trasporto dell'ossigeno e dunque migliorare le capacità di resistenza e recupero”. Tornando allo scandalo della US Postal (la squadra ciclistica di Lance Armstrong), durante le indagini è emerso che i compagni del texano manipolavano i parametri del sangue utilizzando infusioni saline quando sapevano che sarebbero testati. Questo non significa che accada nel tennis, ma lascia intendere che la conoscenza anticipata di un test, in effetti, possa fare la differenza. C'è poi un'altra questione: i dati diffusi dall'ITF non sarebbero veritieri. Funziona così: ogni campione prelevato durante un controllo viene conteggiato come test separato. Esempio: se nel corso dello stesso controllo un tennista rilascia un campione di sangue, uno di urine e uno per il passaporto biologico, vengono conteggiati tre test. I dati ITF parlano di test per giocatore, e non di campioni per giocatore. Il Daily Mail non fa il nome, ma cita il caso di un atleta russo “che è stato tra i top-20) russo che nel 2015 è stato sottoposto a tre controlli fuori dalle competizioni. I dati ufficiali, invece, ne considerano almeno sette.

HEAD

Vincitore di diversi Slam nella specialità del wheelchair tennis, Stephane Houdet è stato appena squalificato per quindici mesi. Nel 2021 ha saltato tre test antidoping

Un tutorial sul programma antidoping dell'ITIA. I destinatari sono soprattutto i giovani tennisti

Dando un'occhiata ai dati di quell'anno, è fin troppo facile risalire alla presunta identità dell'atleta in questione: si tratta di una tra Anastasia Pavlyuchenkova ed Elena Vesnina, uniche russe nella lista con un best ranking tra l'undicesima e la ventesima e posizione, e di cui risultano almeno sette test fuori dalle competizioni. Negli ultimi anni, i dati vengono pubblicati con ancora maggiore precisione, poiché viene indicato l'esatto numero di test, senza che venga più inserito in un range (1-3, 4-6 o da 7 in su). L'ex presidente WADA Dick Pound ha sostiene che il modo in cui l'ITF raccoglie i dati sia fuorviante. “Ho sempre avuto il sospetto che le federazioni facciano affidamento sul numero di controlli, anziché prendere di mira gli atleti davvero sospetti. Si rifugiano nelle statistiche, dicendo. 'Beh, abbiamo testato 1.000 giocatori'”. Nel 2021, gli atleti sono stati avvisati in anticipo di un test per il passaporto biologico nel 16% dei casi. Al contrario, l'ITIA sostiene che la totalità dei test regolari (sangue e urine) sianno stati raccolti senza preavviso. Nella lunga storia dell'antidoping tennistico, non è mai successo che un giocatore fosse sospeso per anomalie nel passaporto biologico o per l'utilizzo di EPO. Al massimo, è capitato che fossero raccolti due campioni per il passaporto biologico nello stesso torneo.

Tra le altre scoperte del Daily Mail ce n'è una riguardante otto giocatori russi, i quali hanno avuto un approvazione speciale per competere a Rio 2016 (ne hanno avuto bisogno dopo il doping sistematico commesso dalle autorità del loro Paese): non erano mai stati controllati fuori dalle competizioni nel 2014 e nel 2015. Secondo l'ITIA, il 9% dei test raccolti nel 2021 si sono svolti nel periodo di off-season, quello in cui – teoricamente – c'è il maggior rischio che gli atleti utilizzino sostanze proibite. L'inchiesta del Daily Mail non ha avuto grande risonanza internazionale, forse perché c'è la percezione che il preavviso sui test per il passaporto biologico non sia così grave come invece sarebbe per quelli tradizionali. Tuttavia, non è passata inosservata alla WADA. In una comunicazione di qualche giorno, l'Agenzia Mondiale Antidoping ha ribadito che il preavviso può essere effettivamente accettato, sia pure in condizioni eccezionali e giustificate “Quando è strategicamente vantaggioso” dice il portavoce James Fitzgerald. Allo stesso tempo, ha garantito che l'inchiesta non sarà ignorata e vigileranno per garantire che non ci siano violazioni del Codice Mondiale Antidoping.