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IL CASO

Fragole senza panna: ATP, WTA e ITF dichiarano guerra a Wimbledon

Wimbledon non distribuirà punti validi per la classifica mondiale perché non accetterà russi e bielorussi. La scelta vorrebbe eliminare discriminazioni, in realtà scontenta moltissimi giocatori. Paradossalmente, un boicottaggio sarebbe stato più coerente. 

Riccardo Bisti
22 maggio 2022

Nel giorno in cui inizia il Roland Garros (unico Slam a partenza domenicale), si parla solo di Wimbledon. La decisione ATP-WTA-ITF di privare i Championships dei punti validi per la classifica mondiale, in effetti, è storica. Si tratta di una ripicca per la scelta londinese di vietare il torneo a tennisti russi e bielorussi per le note vicende belliche. La scelta fa discutere e sarà – inevitabilmente – tra i principali argomenti di questi giorni, anche perché le conseguenze colpiranno tantissimi giocatori. Prize money a parte, l'impossibilità di conquistare punti e la perdita di quelli guadagnati l'anno scorso crea un'evidente discriminazione tra chi ha giocato bene a Wimbledon 2021 e tutti gli altri. Se le cose non cambieranno, il campo di partecipazione non dovrebbe risentirne: i big giocano per la gloria, tutti gli altri hanno bisogno del montepremi. Una sconfitta al primo turno garantirà moltissimi soldi, irrinunciabili per tutti i giocatori fuori dai top-50 ATP.

Ma potrebbero esserci conseguenze importanti: prendete Marton Fucsovics, che lo scorso anno giunse nei quarti e quest'anno non potrà difendere ben 360 punti. “Passerò dalla 60esima alla 130esima posizione” ha scritto l'ungherese sui social. I mancati punti a Wimbledon daranno uno scossone alla classifica e potrebbero condizionare le entry list dei mesi successivi. “La possibilità di partecipare ai nostri tornei in base al merito e senza discriminazioni è fondamentale per il nostro Tour – recita il comunicato ATP – la decisione di Wimbledon di vietare il torneo a russi e bielorussi mina questo principio e l'integrità del sistema del ranking ATP, inoltre non rispetta il nostro accordo sulle classifiche. Se le cose non dovessero cambiare, è con rammarico e riluttanza che non vediamo altra soluzione: rimuovere i punti per l'ATP Ranking da Wimbledon 2022”. La pensa così anche la WTA, e l'ITF si è accodata: niente punti per i tornei junior e persino per quelli di wheelchair tennis. Il principio sembra corretto, ma se è vero che Wimbledon ha minato l'integrità della classifica mondiale, non concedere i punti a chi giocherà avrà un effetto ancora peggiore.

«Data la posizione assuna dal governo del Regno Unito, rimaniamo del parere che abbiamo preso l'unica decisione praticabile per Wimbledon, inteso come evento sportivo di fama mondiale e istituzione britannica» 
All England Club
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Lo scorso anno, Marton Fucsovics giunse nei quarti a Wimbledon. Quei 360 punti rappresentano quasi il 40% del suo bottino complessivo

La scelta non sembra troppo corretta, anche perché i tornei erbivori delle settimane precedenti non avranno sanzioni di questo tipo, pur senza ammettere i giocatori russi e bielorussi. Perchè certi tornei sì e Wimbledon no? Forse perché gli altri sono sotto l'egida ATP-WTA? La notizia è stata diffusa nella serata di venerdì, e poche ore dopo è giunta la replica dell'All England Club. “Data la posizione assuna dal governo del Regno Unito (...) rimaniamo del parere che abbiamo preso l'unica decisione praticabile per Wimbledon, inteso come evento sportivo di fama mondiale e istituzione britannica”. Il timore dei britannici è che il governo russo possa strumentalizzare i successi dei loro tennisti come elementi di propaganda. Inoltre è stata scartata l'ipotesi di chiedere ai giocatori di firmare un documento anti-Putin in cambio dell'ammissione al torneo.

Giusto, perché in effetti una scelta del genere avrebbe messo a repentaglio la sicurezza dei giocatori stessi e delle loro famiglie. Ma il problema resta: l'ATP contesta la tesi secondo cui Wimbledon sarebbe stato obbligato dalle linee guida governative. “Apprezziamo il nostro legame di lunga data con Wimbledon ed LTA, e non sottovalutiamo la difficoltà del contesto, ma quella del governo britannico era una linea guida informale, con l'opzione alternativa di lasciare la decisione dei giocare nelle mani dei singoli giocatori, che avrebbero gareggiato come atleti neutrali tramite una dichiarazione firmata”. Quello del documento da firmare è un punto complesso, controverso. La sensazione è che le parti abbiano interpretato a modo loro l'indicazione del governo, e che lo stesso abbia sottovalutato la portata della stessa.

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Daniil Medvedev sarà il giocatore di più alto profilo a non poter giocare i Championships

La decisione di togliere a Wimbledon i punti ATP-WTA-ITF ha avuto risonanza in tutto il mondo

Serpeggia un profondo malumore negli spogliatoi: sin dall'inizio, diversi tennisti erano contrari alla decisione di escludere i russi dal torneo, ma adesso la spaccatura è ancora più evidente. Pare che circa 90 giocatori si siano opposti alla cancellazione dei punti, abbiano scritto ai rispettivi tour e abbiano criticato il Player Council per non aver rappresentato a dovere le loro opinioni. All'inizio di Wimbledon manca un mese esatto (le qualificazioni scatteranno lunedì 20 giugno): è possibile che in queste settimane succeda qualcosa. Non è da escludere che ATP, WTA e ITF abbiano preso questa decisione per forzare la mano e spingere Wimbledon a fare marcia indietro, riammettendo russi e bielorussi. Lo farebbe pensare un passaggio del comunicato ATP, in cui si dice che la decisione è presa in assenza di un cambiamento delle circostanze.

Al momento attuale, è più probabile una retromarcia di Wimbledon piuttosto che una fine della guerra che garantirebbe un liberi tutti, visto che la diplomazia e le trattative per il cessate il fuoco procedono a rilento. Troppo lontane, per ora, le posizioni di russi e ucraini. L'impressione è che la decisione potesse essere ingegnata meglio. Paradossalmente, sarebbe stata più sensata l'idea di un boicottaggio: in questo modo, tutti i giocatori si sarebbero trovati nella stessa posizione (sia economica che di classifica). Al contrario, la scelta attuale punisce tutti in termini di classifica, ma preserva i benefici economici di chi giocherà a Londra. A modo suo, una discriminazione. Dovessimo scommettere, diremmo che da qui al 20 giugno ci sarà un'evoluzione della vicenda. Ma non sappiamo in quale direzione.