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Australian Open in dubbio per Roger Federer

Premiato come miglior atleta svizzero degli ultimi 70 anni, Roger Federer ammette di non essere ancora pronto. “Per l'Australia sarà una corsa contro il tempo. Speravo di essere al 100% a ottobre, ma non lo sono neanche oggi. La seconda operazione è stata un enorme freno”. L'obiettivo, tuttavia, è essere al top per Wimbledon e – soprattutto – Olimpiadi.

Riccardo Bisti
14 dicembre 2020

Roger Federer non è certo di partecipare all'Australian Open. Le sue parole hanno messo in apprensione una moltitudine di tifosi, anche se lui non sembra troppo preoccupato. Premiato durante gli Sports Awards della TV svizzera come miglior atleta degli ultimi 70 anni, ha fatto il punto della situazione. Assente dalla semifinale dell'Australian Open (persa contro Novak Djokovic), da allora si è operato due volte e - a suo dire - non ci sono stati grossi intoppi al processo di recupero. L'unico problema, forse, è l'età. A 39 anni il corpo ha bisogno di più tempo per recuperare rispetto a quanti ne servono a 20, 25, 30. L'obiettivo dichiarato è sempre stato un rientro per l'Australian Open, che peraltro inizierà con tre settimane di ritardo (8 febbraio anziché 18 gennaio). Tuttavia, la lentezza con cui si sta riprendendo accende un punto interrogativo. “Mi sarebbe piaciuto essere al 100% entro ottobre – ha detto Federer – ma purtroppo non lo sono ancora oggi. Per l'Australian Open sarà difficile”.

Sia pur soddisfatto per come procede la guarigione, ha ammesso che “vorrei essere più avanti con la preparazione, anche se tutto sommato va bene dove mi trovo adesso”. Dall'alto del suo immenso palmares, si trova nella condizione di non avere troppa pressione. D'altra parte, non avrebbe senso correre rischi proprio adesso. “Avevamo un piano sin dall'inizio, che però sta richiedendo abbastanza tempo. Passeremo alla fase successiva soltanto quando saremo sicuri di poterlo fare”. In realtà, un piccolo imprevisto c'è stato: la seconda operazione al ginocchio. Federer sperava di limitarsi a un solo intervento, mentre tornare nuovamente sotto i ferri “è stato un enorme freno”. Tuttavia, negli ultimi sei mesi i progressi sono stati costanti. Dopo aver lavorato a lungo nella parte atletica, adesso è giunto il momento di intensificare l'allenamento tennistico.

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“Mi sarebbe piaciuto essere al 100% entro ottobre, ma purtroppo non lo sono ancora oggi. Per l'Australian Open sarà difficile”
Roger Federer
Dopo l'Australian Open, Roger Federer ha partecipato a un'esibizione in Sudafrica con Rafa Nadal. Dieci giorni dopo si è operato al ginocchio destro

L'Australian Open è importante, ma non cruciale, per la sua programmazione. “I prossimi 2-3 mesi saranno molto importanti per me” ha detto Federer, che in questo sciagurato 2020 ha trascorso moltissimo tempo con la sua famiglia. “È stato un grande cambiamento, ma ci è piaciuto molto stare in Svizzera. E comunque abbiamo potuto fare tante cose nonostante le limitazioni dovute al virus”. A parte i sorrisi, le apparizioni istituzionali e le parole che dispensano fiducia, molti si domandano quali siano le sue reali condizioni. La prima operazione risale al 19 febbraio, poi hanno dovuto rimettere mano al ginocchio durante il mese di giugno. Per un lungo periodo, non ha rilasciato interviste che non fossero legate alle pubbliche relazioni. Neanche Severin Luthi, uno di quelli che gli sta più vicino, commenta. Elementi che fanno pensare a una situazione non così sotto controllo.

Quella per l'Australian Open è una corsa contro il tempo, e non è detto che Federer sia particolarmente motivato a farla. A nessuno piace l'idea di trascorrere due settimane di quarantena prima di giocare un torneo. Visto che le leggi e le disposizioni valgono per tutti, essere Roger Federer non gli darà particolari scorciatoie: se vorrà giocare a Melbourne, dovrà arrivare in Australia il 15 gennaio. Ma c'è di più: potrà portare con sé un massimo di quattro persone. Pochissime, visto che il suo box è spesso numeroso. In tempi normali non sarebbe un grosso problema, ma con una condizione da recuperare in fretta potrebbe aver bisogno di uno staff più numeroso. L'impossibilità di averlo può essere un piccolo indizio in vista di una sua possibile assenza.

Recuperati i diritti di utilizzo da Nike, Roger Federer ha appena rimesso in vendita i cappellini griffati RF
Una recente pubblicità Uniqlo con protagonista Roger Federer

In realtà, Melbourne non rappresenta la priorità numero 1 della sua stagione. Il momento più importante arriverà in estate, con Wimbledon e Us Open intervallati dal torneo olimpico a Tokyo. Per Federer è una missione suggestiva, uno degli obiettivi principali. Normale, visto che sarà la sua ultima Olimpiade e l'oro in singolare è l'unico grande successo assente dal suo palmares. Ne ha conquistato uno in doppio (Pechino 2008), ma non è la stessa cosa. In singolare ha raccolto la medaglia d'argento a Londra 2012, inchinandosi a un inarrivabile (quel giorno) Andy Murray. In occasione degli Sports Awards, è stato premiato come principale atleta svizzero degli ultimi 70 anni. SRF, la versione in lingua tedesca della TV di stato, ricorda che ha raggiunto 36 volte di fila (almeno) i quarti negli Slam, e ha chiuso ben diciotto stagioni tra i top-10 ATP. “E c'è una pagina Wikipedia solo per elencare i suoi successi”. Il brand Federer è ha superato i confini del mondo tennistico ed è diventato qualcosa di globale.

Ogni suo allenamento è seguito da migliaia di persone, i tifosi di ogni parte del mondo indossano magliette con i colori della Svizzera per mostrare la loro fede. Non è un caso quanto successo pochi giorni fa: recuperati i diritti per il marchio “RF” (che era rimasto a Nike dopo il passaggio a Uniqlo), sono stati messi in vendita i nuovi cappellini: sono andati a ruba in pochissime ore. Nella celebrazione tenutasi a Berna, Federer è stato premiato tra gli uomini: in campo femminile, il riconoscimento è andato alla slalomista Vreni Schneider, immensa campionessa degli anni 80 e 90. Tra il 1987 e il 1995, ha vinto tre ori olimpici, tre mondiali e tre Coppe del Mondo. Si poteva pensare a una candidatura di Martina Hingis, ma la squalifica per cocaina nel 2007 l'ha penalizzata, al punto da farle preferire Erika Hess e Denise Biellmann, comunque sconfitte dalla Schneider. Ma gli occhi erano tutti per Federer.