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WIMBLEDON

Survivor Murray!

Per la seconda volta, Andy Murray viene salvato dall'oscurità. Col tetto chiuso e le luci accese, emerge e batte Oscar Otte dopo essere stato in svantaggio due set a uno. Una vittoria (anche) della gente: a fine partita ha regalato t-shirt e ombrello di Wimbledon a due fan scatenati.

Riccardo Bisti
1 luglio 2021

Saltare un'edizione è stato doloroso, ma Wimbledon 2021 ci sta riportando all'essenza più pura del tennis: la magia che si crea tra pubblico e giocatori, quando la gente diventa parte integrante di una partita. Se si fosse giocato a porte chiuse, non avremmo mai vissuto un match come quello tra Andy Murray e Oscar Otte. Assente ai Championships da quattro anni, lo scozzese non ha particolari velleità di vittoria per la prima volta dopo quasi 15 anni. Ma questo, alla gente, non interessa. E non sposta di una virgola sua passione. Perché Murray, tra i grandi del tennis, è quello che nutre l'amore più profondo per il gioco. Lo dimostra con tanti piccoli dettagli. Il pubblico lo sente, lo percepisce, e si schiera dalla sua parte. L'ultima ora e mezza del 6-3 4-6 4-6 6-4 6-2 che lo ha spedito al terzo turno è stata un antico immergersi nel passato, la creazione di un'atmosfera che avevamo quasi dimenticato. In prima fila c'erano un paio di ragazzi che hanno fatto un tifo indemoniato.

Li ha visti, li ha individuati come emblema di passione, si è sintonizzato sulla loro lunghezza d'onda emotiva e ha scelto loro – ancor più del suo clan – per caricarsi dopo un bel punto. E a fine partita c'è stato il lieto fine: vittoria e omaggi. Uno si è preso la t-shirt indossata da Sir Andy durante la partita, un altro ha avuto in regalo... l'ombrello ufficiale di Wimbledon. Justin Rodrigues e Glenn Chambers non dimenticheranno facilmente la sera del 30 giugno 2021. Il primo fa il contabile, è nato in Sudafrica e ha avuto gioco facile nel farsi notare da Murray, poiché indossava la maglia della nazionale scozzese di rugby. Chambers, poi, ha origini scozzesi. Rodrigues ha raccontato che Murray li guardava regolarmente durante la partita. “Gli ripetevamo continuamente 'C'mon Andy!' e ci siamo connessi con lui. Si è accorto della maglia della Scozia, e dal terzo set in poi si è creata una connessione particolare. A fine partita è venuto da noi, ha dato la maglia a me e l'ombrello al mio amico, dicendoci semplicemente 'grazie'. Mia madre è scozzese, è una sua grande fan. Lo adora. Anche io sono un tifoso”.

ASICS ROMA
Spero che il pubblico non pensi che sia strano che li fissi e urli per un'ora. Ma mi sembra che sia di loro gradimento
Andy Murray

Celebrazioni e ringraziamenti by Andy Murray

Rodrigues risiede a Earlsfield (sobborgo londinese confinante con Wimbledon) da cinque anni, ma non è esattamente lo spettatore che ti aspetteresti di vedere in prima fila sul Centre Court. Ma quest'anno, con la biglietteria online improvvisata all'ultimo, c'è stato un vivo rimescolamento degli spettatori. “Ho versato lacrime di gioia per Murray nel corso degli anni, quando ha vinto Wimbledon e il suo primo oro olimpico. Sono un suo grande fan”. Non sappiamo se Murray sia già a conoscenza di questi dettagli, ma in conferenza stampa ha ammesso di averli scelti. “Li fissavo dopo ogni punto e interagivo con loro – ha detto Andy, 34 anni e un'anca di metallo che gli permette di prolungare artificiosamente la carriera – ci nutrivamo a vicenda. Nel tennis può crearsi una bella atmosfera e stasera è andata proprio così.

È qualcosa che mi era già capitato di fare in alcune partite. Spero che al pubblico piaccia e non pensino che sia strano che li fissi e urli per un'ora. Ma mi sembra che sia di loro gradimento”. Sceso al numero 118 ATP, apparentemente senza chance di vincere qualcosa di importante, Murray non ha perso una briciola della sua passione per il gioco. “La folla ha creato un'atmosfera fantastica, ma anche io credo di aver contribuito”. I numeri lo confermano: ha vinto la 25esima partita al quinto set su 37 giocate, mostrando una condizione fisica impressionante per uno nelle sue condizioni. E nel finale, colmo di adrenalina, ha tamponato alcune smorzate del tedesco e ha chiuso con un paio di pallonetti da urlo. “Avevo bisogno dell'aiuto di tutti voi, e avete fatto un ottimo lavoro” ha detto nell'intervista sul campo.

La gioia di Justin Rodrigues con la t-shirt di Andy Murray

L'intervista sul campo di Andy Murray dopo la vittoria contro Oscar Otte

Adesso è atteso da una missione complicatissima: sfiderà Denis Shapovalov, reduce da un turno di riposo perché ha usufruito del forfait di Pablo Andujar. Ci vorrà un miracolo, un clima da Sei Nazioni di rugby, ma gli spettatori di questo strano Wimbledon potrebbero anche riuscire nell'impresa. Persino Otte ha accettato il suo ruolo di comprimario. Gli è mancato il killer istinct, nonostante le 86 discese a rete gli abbiano fruttato 55 punti. Ha combattuto, ma sapeva che in questo film aveva l'ingrato compito di chi deve uscire sconfitto. Prima del match aveva detto di essersi commosso guardando Resurfacing, il documentario che racconta il calvario di Murray tra un'operazione e l'altra. “Alla stretta di mano gli ho detto che è un mio idolo” ha detto il tedesco, il cui unico rimpianto riguarda la chiusura del tetto.

Dopo i 16 minuti di pausa ha perso i suoi punti di riferimento, soprattutto al servizio. Al momento del lancio di palla non aveva più il cielo davanti a sé, ma un mix di luci e sbarre bianche. “Era così anche per lui, ma forse mi ha sfavorito”. Tolga pure il forse, visto che Murray è ben più abituato di lui a scenari del genere. Il campo è ancora scivoloso: nel rincorrere un pallonetto, Murray è finito a gambe all'aria e ha rischiato di farsi male all'inguine. “Ho provato dolore per 5-10 secondi, poi mi sono alzato e ho fatto una camminata. Mi ha dato un po' fastidio, ma per fortuna non è nulla di grave. Spero che nei prossimi giorni il campo possa asciugarsi e non ci siano più problemi legati all'umidità”. Murray non possiede la classe di Federer, l'acciaieria fisica di Nadal e il cinismo agonistico di Djokovic. Ma nessuno riesce a connettersi con la gente come lui. E a volte i miracoli possono accadere.