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Sette Masters 1000 dureranno 11-12 giorni

L'ATP approva un piano strategico che prenderà forma a partire dal 2023. Oltre a maggiori montepremi per i Masters 1000, la principale novità riguarda il calendario: ben cinque avranno la stessa durata di Indian Wells e Miami. Non è difficile immaginare quali. Prevista maggiore trasparenza sui dati finanziari.

Riccardo Bisti
19 settembre 2021

Il tennis del futuro sta prendendo forma. Mentre la PTPA continua a raccogliere adesioni e si sta strutturando in modo sempre più organico, l'ATP continua nel suo processo di modernizzazione. Dal 2023, per la prima volta, i cambiamenti al circuito maschile dovrebbero essere strutturali e cambiare volto a un calendario che dal 1990 non ha vissuto modifiche sostanziali. L'Equipe ha visionato un documento riservato, da cui si evince che alcuni punti strategici individuati tempo fa sarebbero stati approvati dal consiglio d'amministrazione. Uno dei più importanti, e che potrebbe calmare i bollori PTPA, riguarderebbe una nuova formula di condivisione degli utili tra i tornei e i giocatori.

La suddivisione del denaro è uno dei punti su cui l'associazione guidata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil spinge con più decisione, sostenendo che il tennis sia lo sport in cui gli atleti prendono la minor percentuale sul fatturato complessivo. Per gli appassionati, invece, la modifica più grande dovrebbe riguardare la struttura dei Masters 1000. Da nove dovrebbero passare a dieci, oltre ad avere più spazio in calendario. Se ne parla da anni, ma diversi eventi di categoria dovrebbero passare a 11-12 giorni di durata, come già accade con Indian Wells e Miami. “Si tratta di un progresso significativo per il nostro sport, e per il modo in cui i nostri giocatori e tornei operano nell'ambito di una partnership paritaria – ha detto Gaudenzi – soltanto attraverso questo spirito di collaborazione, trasparenza e allineamento di interessi che possiamo massimizzare il nostro potenziale ed essere pronti a sfidare la concorrenza delle altre discipline”.

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Se l'ATP ha a disposizione un tesoretto di oltre 10 milioni, perché deve ingrossare ulterioremente le tasche dei migliori giocatori, considerando le difficoltà di chi si trova fuori dai top-100?

I "championships points" di ogni singolo Masters 1000 dal 1990 al 2019. L'ATP vuole investire ancora di più su questi tornei

Sebbene le intenzioni di Gaudenzi fossero piuttosto chiare sin da quando si è insediato in vetta all'ATP, la sensazione è che certe azioni siano state accelerate dalla pressione che arriva dalla PTPA. Secondo un articolo pubblicato dallo Sports Business Journal, l'80% dei giocatori avrebbero aderito al movimento, senza dimenticare un'ottantina di giocatrici. Pare che il merito di questo successo sia da attribuire a Vasek Pospisil, che per un paio di mesi si è allontanato dal circuito e avrebbe lavorato dietro le quinte. Sa la PTPA dovesse crescere in misura importante, lo scontro sarebbe inevitabile. Anche perché non sembra che l'ATP sia disposta ad accettarla come interlocutore. Ma vediamo quali sarebbero i punti cruciali del progetto approvato dal sindacato.

PIÙ SOLDI PER I MASTERS 1000 – Il montepremi complessivo dei super tornei del circuito dovrebbe passare da 62,5 a 76,4 milioni di dollari, con un aumento del 22%. Dopo questo incremento, sarebbe garantito un aumento annuale del 2,5%.

BONUS – Come è noto, a fine anno i migliori giocatori ricevono un premio in denaro in base alla loro classifica e al numero di Masters 1000 giocati. Si tratta di una cifra molto importante, spesso oggetto di critiche e discussioni. I frequentatori dei piccoli tornei si domandano perché i top-players debbano avere un ulteriore introito. “Proprio loro che ne hanno meno bisogno”. Nonostante le perplessità, l'ATP aumenterà questo premio: passerà da 11,5 a 15,5 milioni di dollari, fino a raggiungere 18,4 milioni nel 2030. La notizia è che non sarà più suddiviso tra i primi dodici del ranking ATP, ma ne beneficeranno in trenta. In tutta onestà, sembra una mossa discutibile: se l'ATP ha a disposizione un tesoretto del genere, perché deve ingrossare ulterioremente le tasche dei migliori giocatori, considerando le difficoltà di chi si trova fuori dai top-100? Difficile comprendere la logica di questa mossa.

Il torneo di Monte Carlo dovrebbe restare sulla classica durata di sette giorni

Talvolta gli ATP Masters 1000 regalano incredibili sorprese: ecco le 10 più clamorose

TRASPARENZA – Dopo le tante lamentele dei tennisti, ci sarà maggiore trasparenza sui dati finanziari dei Masters 1000. I giocatori sostengono che tali informazioni dovrebbero essere a disposizione di tutti, invece sono tenute riservate. Da adesso, ci sarà la verifica dei dati da parte di una società di revisione indipendente in modo da garantire piena trasparenza ai giocatori. Tale sistema avrà una durata di 31 anni.

NUOVO CALENDARIO – La novità più impattante: i tornei Masters 1000 dovrebbero aumentare di un'unità (quale sarà il decimo? Forse un evento su erba, visto che se ne discute da tempo), mentre altri cinque – oltre a Indian Wells e Miami – avranno 11-12 giorni in calendario. In questo modo, il circuito Masters 1000 avrebbe circa 20 giorni in più all'anno di competizione. “Questo consentirà di creare 305 posti di lavoro aggiuntivi – sostiene Gaudenzi – tante sarebbero le opportunità per singolaristi e doppisti, visto l'ampliamento dei tabelloni". Inoltre ci sarà un aumento dei tornei ATP 500, che passeranno da tredici a sedici. Dando un'occhiata al calendario, non sembra difficile intuire quali tornei beneficeranno dell'ampliamento: Madrid, Roma, Canadian Open, Cincinnati e Shanghai. Dovrebbero restare fuori Monte Carlo (ad oggi, l'unico Masters 1000 non obbligatorio e che paga una struttura tanto affascinante quanto angusta per un torneo così importante) e Parigi Bercy, unica tappa indoor e dunque con maggiori difficoltà di espansione. Gli altri tornei saranno ben felici di aumentare la loro durata, poiché avranno maggiori possibilità di guadagno. L'articolo dell'Equipe non ne fa menzione, ma è possibile che vengano inseriti in calendario alcuni tornei 250 nelle seconde settimane dei Masters 1000. Non potrebbe essere altrimenti: con cinque settimane in più per i grandi tornei, è inevitabile fare così per evitare la sparizione di eventi più piccoli.