The Club: Bola Padel Roma
DAVIS CUP QUALIFIERS

Profumo di (vera) Coppa Davis

Scatta con i 12 match di qualificazione l'ultima edizione con la cervellotica formula Kosmos. Si riparte dalle macerie, a partire da un interesse mediatico ai minimi termini. Incertezza sul format del futuro, ma c'è anche del bello: gli incontri di questi giorni offrono spunti affascinanti. Quasi romantici.

Riccardo Bisti
3 febbraio 2023

C'è una strana sensazione alla vigilia di questo weekend di Coppa Davis. Certo, prevale il sollievo di essersi messi alle spalle il disastro Kosmos, spazzato via dalla risoluzione del contratto venticinquennale con l'ITF, comunicata qualche settimana fa. Va detto che la società spagnola ha presentato ricorso al CAS di Losanna perché ritiene che l'atto unilaterale della Federazione Internazionale sia ingiustificato. Ci vorrà tempo per arrivare a sentenza, ma la sensazione è che la Davis andrà avanti e l'aspirazione del gruppo guidato da Gerard Piquè sia un cospicuo risarcimento. Sarebbe ossigeno dopo che le ultime tre edizioni, oltre a essere insipide dal punto di vista tecnico, hanno creato un profondo rosso finanziario.

Si riparte, sia pure con la zavorra di dover sopportare per ancora un anno un format illogico e cervellotico. Un format che non attira il grande pubblico, come testimoniato dalla copertura mediatica su scala globale. I Paesi non coinvolti (Italia compresa) stanno ignorando la competizione: niente approfondimenti, articoli, discussioni... zero. In virtù di un accordo annunciato lo scorso anno, noi ci consoliamo con una bella copertura. In televisione ci sarà l'esclusiva di Sky Sport che manderà in diretta le due sfide sulla carta più interessanti, Germania-Svizzera e Croazia-Austria. I vari match saranno poi visibili in streming su SuperTennix, la piattaforma digitale del canale FIT. Ma i grandi network hanno abbandonato la Davis by Kosmos: lo ha riconosciuto anche Nicolas Mahut, uno dei più fieri oppositori del format visto in questi anni: “L'idea di fare un mondiale non ha funzionato. Il pubblico non ha risposto. È stato un fallimento, non è più stata trasmessa sui principali canali francesi”.

Ha ragione: i weekend di Coppa Davis erano un'istituzione per i nostri cugini, con lunghe dirette sulla TV di Stato. E la Francia sportiva si fermava, a prescindere. Adesso la Davis è ghettizzata su beIN Sports e L'Equipe TV, che trasmetteranno l'incontro di oggi e domani contro l'Ungheria, a Tatabanya. “In Francia abbiamo una grande cultura della Davis – dice Mahut, che giocherà il doppio – i giovani non si sono certo appassionati al tennis con le ultime edizioni. La mia generazione è piena di tennisti perché abbiamo visto la finale del 1991 a Lione. I bambini devono sognare di nuovo”. Gli ha fatto eco il rampante Ugo Humbert, che ha ricordato i pomeriggi trascorsi a guardare i Bleus in giro per il mondo. “Ricordo tutto della finale persa in Serbia nel 2010, con il nostro doppio che recuperò due set di svantaggio”. All'epoca aveva 11 anni. La Francia non è l'unico Paese ad aver perso la copertura della TV pubblica: dando un'occhiata ai canali che trasmetteranno le partite del weekend, si scopre che accade anche in Austria (niente più ORF Sport Plus, che era una garanzia per gli appassionati), nei Paesi balcanici (gli appassionati croati e serbi si dovranno accontentare della pay-tv Sportklub dopo anni di coperture integrali su HRT Croatia ed RTS Serbia), in Germania (soltanto TV a pagamento o streaming) e in Portogallo. Per quanto la BBC sia effettivamente broadcaster di Colombia-Gran Bretagna, si guarderanno bene dal trasmettere l'incontro sui canali principali. L'incontro andrà in streaming e sui canali Red Button, ben noti agli appassionati perché si attivano durante Wimbledon. La TV pubblica resiste in Cile, in Belgio, in Svezia e in Repubblica Ceca.

ASICS ROMA

"L'idea di fare un mondiale non ha funzionato. Il pubblico non ha risposto. È stato un fallimento, la Davis non è più stata trasmessa sui principali canali francesi
Nicolas Mahut

Per l'ultima volta l'ITF è costretta a spiegare al pubblico la complicata formula della Coppa Davis

Gli incontri si snoderanno su due giorni, ma per offrire un weekend lungo ci saranno sei partite previste venerdì e sabato, altrettante snodate tra sabato e domenica. Le dodici vincenti parteciperanno alla fase a gironi di settembre, in cui sedici squadre saranno divise in quattro gruppi, spalmati su altrettante città europee. Già certe di esserci le finaliste dell'anno scorso (Canada e Australia) e le wild card Spagna e Italia, premiate perché si sono accollate l'organizzazione dei gironi. Come è noto, l'Italia ospiterà il suo girone all'Unipol Arena di Bologna, proprio come l'anno scorso. Il concetto di wild card in Coppa Davis è particolarmente fastidioso, ma il format attuale è talmente pessimo da non essere nemmeno una delle cose peggiori. “Sono molto arrabbiato con il presidente ITF Dave Haggerty e con il nostro ex presidente Bernard Giudicelli – dice lo scatenato Mahut – sa cosa penso e credo che abbia grandi responsabilità. Non sono d'accordo quando dice di aver agito in modo responsabile per il tennis. La sua responsabiltà era votare per l'interesse della FFT e dei suoi associati”. Come è noto, Giudicelli non avrebbe nemmeno dovuto votare: lo statuto ITF gli avrebbe impedito di farlo in virtù di una condanna penale (aveva perso una causa per diffamazione con Gilles Moretton, che poi lo ha scalzato un paio d'anni fa), ma un emendamento in extremis gli permise di partecipare alla votazione di Orlando e riversare sul “sì” i 12 voti della federtennis francese. Ma diverse federazioni votarono pensando a tornaconti di vario genere: non è mai stata smentita l'indiscrezione secondo cui la federazione italiana abbia virato sul “sì” in cambio dei diritti TV per SuperTennis, o che quella portoghese abbia fatto altrettanto per poi ospitare l'Assemblea ITF dell'anno successivo.

Visti i tempi stretti, non è stato possibile modificare il format per il 2023, quindi dovremo vivere per un altro anno l'accozzaglia di partite inventata da Kosmos per recuperare qualche soldo (si dice che l'aiuto delle federazioni spagnola, italiana, tedesca e britannica abbia permesso di recuperare circa 20 milioni). E il futuro? Una settimana fa, i tornei del Grande Slam hanno diffuso un comunicato congiunto in cui dichiarano di essere uniti per sostenere la competizione della Davis, “riconoscendone il significato storico e il ruolo importante nella crescita del nostro sport in tutto il mondo. Ritenamo che ci sia l'opportunità di avviare ulteriori discussioni con ITF e ATP per il futuro della competizione, con l'ambizione di vederla ripristinata a evento di prim'ordine, con un format ottimale e una collocazione in calendario che avvantaggi giocatori, fans e lo sport in generale”. Belle parole, ma senza nulla di concreto. Secondo il loquace Mahut, gli Slam prenderanno il sopravvento e “si troverà un format attraente per ridare importanza alla competizione. Lo aspettavo da tempo. Ma non sarà facile trovare settimane in calendario, soprattutto adesso con i Masters 1000 di due settimane”.

Quando gli hanno chiesto cosa succederà, ha ammesso che sarà dura tornare a quattro settimane con partite al meglio dei cinque set (“I tennisti non vorranno”). A suo dire, bisognerà lavorare sul format casa-trasferta e trovare un modo per stabilire gli eventi con grosso anticipo, in modo da commercializzarli nel modo giusto. “Spalmarla su due anni? Vedremo...”. La nostra posizione è chiara: la vera Coppa Davis non dovrebbe derogare da due principi fondamentali: il format casa-trasferta (con possibile deroga per una Final Four in sede unica, ma itinerante) e le partite al meglio dei cinque set. Sembra che ci sia buona volontà per il primo aspetto, mentre il secondo incontra qualche resistenza in più. Chissà se il sussurrato ritorno della finale olimpica al meglio dei cinque set (non ancora ufficiale) non possa aiutare in questo senso.

Il Puerto Viejo Country Club di Cota, laddove i colombiani hanno scelto di ospitare la Gran Bretagna

Leggi anche: Bye bye Kosmos Cup!

La federtennis finlandese mostra i lavori completati presso l'Espoo Metro Arena... e chiede un parere agli argentini

Abbiamo dedicato tante righe alla parte amara del weekend: non potrebbe essere altrimenti per una competizione in chiara convalescenza e bisognosa di cure. C'è però qualcosa di bello, di profumato. Tra le dodici sfide in campo nel weekend ci sono alcune piccole storie che sanno di vera Coppa Davis. Come il team americano (guidato ad interim da David Nainkin dopo la cacciata di Mardy Fish) che sarà guidato da Tommy Paul, piccolo grande eroe dell'Australian Open. Avrebbe avuto ottime ragioni per dare forfait dopo Melbourne, invece ha tenuto fede all'impegno e si è sciroppato il viaggio in Uzbekistan, laddove giocherà contro i carneadi Sergey Fomin e Khumoyun Sultanov. Un attaccamento quasi romantico, a maggior ragione dopo che il suo amico Taylor Fritz gli aveva chiesto di vedersi a Los Angeles. “Non posso, devo giocare in Davis” gli aveva risposto Paul. Per non parlare della complicata trasferta della Gran Bretagna, impegnata a 2.566 metri di altura a Cota, in Colombia, laddove Cameron Norrie e compagni hanno trovato condizioni ai limiti del proibitivo, con aria rarefatta. “Nei primi due giorni era difficile respirare” ha detto il doppista Neal Skupski.

Come se non bastasse, i colombiani hanno scelto palle depressurizzate (le mitologiche Tretorn) per rendere le condizioni ancora più estreme. Chissà se basteranno per permettere a Mejia e Barrientos di mettere in difficoltà Norrie ed Evans (che giocherà anche il doppio). La disastrata Argentina giocherà a Espoo, a una ventina di chilometri da Helsinki, laddove il campo è stato reso disponibile soltanto giovedì, a due giorni dall'inizio della partita, perché il palazzetto era occupato dal concerto della rockband americana dei Manowar. Fino a mercoledì, finlandesi e argentini si sono allenati in un altro club, su un campo decisamente più veloce. Pare che quello di gara sia più lento e simile a quello dei tornei ATP, per grande delusione del capitano finnico Jarkko Nieminem, che si era recato personalmente in Danimarca per assicurarsi di avere la mescola più veloce possibile. L'incontro più affascinante rimane Germania-Svizzera, non solo perché nel Day 1 ci sarà il super-match match tra Alexander Zverev e Stan Wawrinka, ma perché si gioca a Trier (Treviri), città del mitico Eric Jelen, storico compagno di doppio di Boris Becker negli anni d'oro della competizione. Si è recato in loco e gli hanno dedicato una bella celebrazione. Perché la Davis è anche questo. È sempre stata questo, e forse tornerà ad esserlo.

COPPA DAVIS 2023 – TURNO DI QUALIFICAZIONE
Croazia – Austria (Rijeka, cemento indoor)
Ungheria – Francia (Tatabanya, cemento indoor)
Uzkbekistan – Stati Uniti (Tashkent, cemento indoor)
Germania – Svizzera (Trier, cemento indoor)
Colombia – Gran Bretagna (Cota, terra battuta outdoor)
Norvegia – Serbia (Oslo, cemento indoor)
Cile – Kazakhstan (La Serena, terra battuta outdoor)
Corea – Belgio (Seul, cemento outdoor)
Svezia – Bosnia Erzegovina (Stoccolma, cemento indoor)
Olanda – Slovacchia (Groningen, cemento indoor)
Finlandia – Argentina (Espoo, cemento indoor)
Portogallo – Repubblica Ceca (Maia, terra battuta indoor)