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ROLAND GARROS

Profumo di (Golden) Slam

Rimontando due set di svantaggio, Novak Djokovic vince a Parigi e diventa il primo (nell'Era Open) ad aver vinto almeno due volte ogni singolo Slam. La sua ambizione non ha limiti: si gode il successo, ma pensa già ai record da battere. E sogna un clamoroso Golden Slam.

Riccardo Bisti
14 giugno 2021

“È uno dei tre successi più importanti della mia carriera”. Parola di Novak Djokovic dopo il dolce, dolcissimo trionfo al Roland Garros. Quattro ore e mezza per battere Rafa Nadal in semifinale, più di quattro per rimontare due set a Stefanos Tsitsipas in una finale molto intensa, forse non da leggenda, ma più che godibile. Sui libri di storia rimarrà il punteggio: 6-7 2-6 6-3 6-2 6-4, ma soprattutto un traguardo sempre fallito da Federer e dallo stesso Nadal: vincere per almeno due volte tutte le prove del Grande Slam. Lo svizzero non ce l'ha fatta a Parigi (nel 2011 ha perso in finale), mentre lo spagnolo si è bloccato in Australia (nonostante ben tre finali dopo il successo del 2009). Djokovic è il terzo uomo di sempre a farcela il traguardo: prima di lui ce l'avevano fatta Rod Laver e Roy Emerson, ma i successi di quest'ultimo hanno un grosso asterisco, poiché sono arrivati quando tutti i migliori erano ormai professionisti.

Non è certo il caso di Djokovic, primo a riuscirci nell'Era Open. Sia pure aiutato dall'appiattimento delle superfici, i suoi risultati sono arrivati in un'epoca molto complicata, contro tutti i migliori. Djokovic ha battuto Federer a Wimbledon, ha battuto Nadal a Parigi, li supera negli scontri diretti e non è per nulla sazio. Chi ha visto il suo sguardo, subito dopo il matchpoint contro Tsitsipas, ha letto l'ambizione di chi sta già pensando a Wimbledon. “Tutto è possibile e mi sono messo in buona posizione per puntare al Golden Slam – ha detto – ma mi ci ero trovato anche nel 2016, poi ho perso al terzo turno a Wimbledon. E quest'anno ci sono solo due settimane tra Parigi e Londra”.

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"Cosa mi succede quando esco dal campo? I miei angeli custodi sono qui. Ho il mio angolo speciale. È un segreto che non posso rivelare. Ha funzionato molto bene"
Novak Djokovic

Le fasi salienti di Djokovic-Tsitsipas, finale del Roland Garros 2021

Cinque anni fa fu Sam Querrey a bloccare la sua imbattibilità, nonché a farlo piombare in una crisi che si sarebbe tramutata nella separazione (temporanea) con Marian Vajda. Quest'anno Djokovic è più anziano (ha compiuto 34 anni a maggio), ma è anche più esperto, più saggio, più consapevole. Chi ha seguito con attenzione la finale ha notato la sua capacità di restare sempre focalizzato sul momento, senza farsi influenzare da quanto accaduto nei primi due set. Eppure ha trovato un avversario forte, coraggioso, che ha combattuto fino all'ultima goccia d'energia. Alla fine, Tsitsipas era distrutto dalla delusione. Pochi pensavano che potesse vincere, ma lui c'è andato vicino.

Più nel punteggio che nelle sensazioni, perché il match è girato sul 2-1 del terzo set, quando Djokovic ha preso il largo al termine di un game-fiume, molto combattuto. Il quarto è stato una formalità, il quinto ha sempre visto il serbo in vantaggio. Tsitsipas ha dovuto produrre il massimo sforzo per restare in scia, ma non ha mai avuto reali possibilità di aggancio. E pensare che il turning point iniziale era stato a favore del greco: sotto 6-5 e servizio nel primo set (dopo aver avuto un setpoint sul 5-4), ha scippato la battuta a Djokovic e poi nel tie-break gli ha cancellato un setpoint con un fantastico dritto in controbalzo. Senza contare che nel primo set era stato vittima di una brutta caduta su una smorzata del greco. Si è impuntato sulla terra battuta e per poco non finiva addosso a un pannello pubblicitario.

Djokovic regala la sua racchetta al ragazzino che lo ha "allenato" nei momenti critici del match

Una suggestiva celebrazione dei trionfi Slam di Novak Djokovic

Ha impiegato un'oretta per riprendersi, ma – per la sesta volta in carriera – ha fatto in tempo a recuperare due set di svantaggio. Non accadeva da 17 anni in una finale del Roland Garros (Gaudio b. Coria), mentre è stata l'ottava volta nella storia de torneo. Una volta perso il secondo set, è uscito dal campo. “Mi sono detto che potevo farcela. Mi sono incoraggiato” ha poi detto Djokovic. A un certo punto, ha preso a gestire meglio il servizio di Tsitsipas, modificando la posizione in risposta. Il match è cambiato, anche grazie alla stanchezza del greco. Ma il merito è soprattutto suo, quella capacità che nasce dall'ambizione, dal suo passato, dai sogni di bambino. A proposito di bambini: a fine partita, Djokovic ha regalato la sua racchetta a un ragazzino.

Non lo conoscevo, ma a un certo punto ha iniziato a darmi consigli. Mi diceva di mettere in campo la prima senza rischiare e di cercargli il rovescio. A un certo punto, ha iniziato a farmi da coach. L'ho trovata una cosa molto simpatica, così ho sentito di regalargli la mia racchetta. È stato il simbolo della mia gratitudine”. Una gratitudine poi riversata a tutti nel discorso durante la premiazione, in cui ha mandato un abbraccio simbolico ai serbi e una carezza ai greci, complimentandosi per la sportività e per aver creato un clima fantastico in un Philippe Chatrier pieno a metà, ma denso di entusiasmo. 48 ore prima, Djokovic aveva scalato l'Everest. Stavolta ha piazzato il Campo Base e sta gettando le basi per scalare altre 2-3 montagne. Saranno le più delicate della sua carriera.

ROLAND GARROS 2021 – FINALE
Novak Djokovic (SRB) b. Stefanos Tsitsipas (GRE) 6-7 2-6 6-3 6-2 6-4