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US OPEN

“Non potete farvi la doccia a Flushing Meadows”

La positività di Benoit Paire al COVID-19 non ha causato altre esclusioni, ma chi è entrato in contatto con lui ha dovuto firmare un documento ancora più restrittivo. “Una bolla nella bolla”, l'ha definita Kristina Mladenovic. Si parla di 10-11 persone e le norme sono davvero stringenti.

Riccardo Bisti
2 settembre 2020

“Un paio di giorni fa abbiamo ricevuto una brutta notizia, e da allora vivo in un incubo”. Kristina Mladenovic non esita a utilizzare parole forti per raccontare la sua esperienza allo Us Open, che peraltro va avanti dopo il successo sulla giovane Hailey Baptiste. Tutto nasce dalla positività di Benoit Paire al COVID-19: non solo il francese è stato estromesso dal torneo, ma sono piovute conseguenze a cascata per tutti quei giocatori che nei giorni scorsi hanno avuto contatti stretti con il francese. La Mladenovic fa parte di questa ristretta cerchia tutta francese, che comprende anche Adrian Mannarino ed Edouard Roger-Vasselin. Secondo altre fonti (Noah Rubin, Alex De Minaur) la lista di persone sottoposte a restrizioni sono una decina, forse undici. Per evitare una pioggia di esclusioni, la USTA ha trovato una soluzione ibrida: un documento ancora più stringente per rimanere in gara allo Us Open. Nonostante abbia dormito poche ore, ed essersi definito “svuotato”, Adrian Mannarino ha comunque vinto il suo match di primo turno contro Lorenzo Sonego.

L'accordo – reso noto dal New York Times – prevede che i giocatori interessati debbano sottoporsi a tampone tutti i giorni e non ogni quattro come tutti gli altri. Inoltre limita fortemente i loro movimenti all'interno della bolla predisposta dalla USTA. In sintesi, i firmatari sono tenuti a rimanere nelle loro camere d'albergo a meno che non vadano nella sede del torneo, mentre non hanno accesso alle aree comuni. Per intenderci, non sono ammesse visite nelle loro stanze. Una volta giunti al Billie Jean King Tennis Center non hanno accesso agli spogliatoi e al ristorante. Dovranno farci la doccia in hotel e per alimentarsi si devono affidare al room service. Inoltre sono state predisposte aree di fitness e allenamento separate, che però possono essere utilizzate soltanto su appuntamento. Inoltre c'è l'obbligo di indossare le mascherine sia all'aperto che al chiuso, comprese le aree di isolamento.

"Con oltre 3.500 persone da controllare, ci aspettavamo qualche caso: siamo fortunati ad averne avuti solo due. Sono pur sempre due di troppo, ma significa che il sistema sta funzionando" Stacey Allaster
Kristina Mladeniovic è stata posta in isolamento per aver giocato a carte nello stesso tavolo di Paire

Una ghettizzazione vera e propria in nome del terrore imposto dal virus. “Si tratta di una bolla nella bolla” ha detto la Mladenovic, che dopo il successo ha rispettato il rituale del saluto al pubblico... che però non c'era. Il documento è stato fatto firmare a tutti i giocatori che sono entrati in contatto con Paire, quasi tutti i francesi. Secondo l'Equipe fanno parte della lista anche Richard Gasquet e Gregoire Barrere. “Io ho palleggiato per un'ora con Paire, ma ovviamente eravamo ai lati opposti del campo – ha detto la Mladenovic – inoltre ho giocato a carte per 30-45 minuti nella hall dell'hotel con un gruppo di persone, tra le quali c'era anche Paire. In tutto credo di aver trascorso non più di un'ora e mezza con lui, quindi mi sento un po' sfortunata. L'allenamento non conta, quindi sono stata invitata a firmare sulla base di aver fatto parte di quel tavolo. Ovviamente, tutti avevamo la mascherina”. La francese (n.30 del tabellone, al secondo turno se la vedrà con la russa Varvara Gracheva) è stata testata due volte dopo la positività di Paire, sempre con esito negativo.

È difficile accettare queste restrizioni perché non faccio parte del suo staff, anche se ovviamente sono molto dispiaciuta per lui”. A chiarire la posizione della USTA ci ha pensato Stacey Allaster, direttrice del torneo, che ha svelato le misure adottate dopo il test positivo di Paire. “La persona infetta è stata immediatamente posta in isolamento, poi abbiamo ragionato con chi era stato, in quale contesto, per quanto tempo, con o senza maschera. I nostri medici hanno rapidamente raccolto queste informazioni”. Da lì, la scelta di adottare un nuovo protocollo. Tra l''altro, la USTA ha chiesto di non utilizzare più il termine bolla e riferirsi a un generico ambiente controllato. Cambio semantico non da poco, una sorta di presa di coscienza dell'impossibilità di creare un ambiente davvero sicuro. “Con oltre 3.500 persone da controllare, ci aspettavamo qualche caso – dice la Allaster – siamo fortunati ad averne avuti solo due. Sono pur sempre due di troppo, ma significa che il sistema sta funzionando tra test, mascherine e distanziamento sociale”.

I giocatori hanno ampi spazi comuni a disposizione
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Nonistante le forti tensioni emotive, Adrian Mannarino ha vinto il suo match di primo turno

Benoit Paire ha scelto Instagram per dire la sua, e non si è fatto mancare un pizzico di polemica. “Per ora sto bene e non ho sintomi. Esito a dirvi cosa sta realmente accadendo in questa FALSA BOLLA”. Falsa bolla. Due parole che screditano il lavoro USTA, che pure è stato apprezzato dalla maggior parte di staff e giocatori. C'è da credere che la sua affermazione sia dettata dal nervosismo. La Allaster ha spiegato che non c'è modo di sapere quando Paire ha contratto il virus. In effetti, il sospetto e la preoccupazione di alcuni giocatori è che il fatto sia accaduto all'interno della bolla, facendo saltare ogni proposito. “Non sapremo mai quando è accaduto – dice la Allaster – ma sicuramente è accaduto all'interno del suo sistema. È stato isolato e ci si prende cura di lui”. La scelta di adottare un documento rivisto per i francesi alimenta un dubbio: come mai non è stato fatto lo stesso per Pella e Dellien, costretti a non giocare il Western & Southern Open perché il loro preparatore atletico era risultato positivo. I due sono stati sottoposti a isolamento, poi hanno avuto una progressiva libertà di movimento.

Qualcuno si è lamentato della disparità di trattamento, ma c'è da credere che il loro caso abbia colto alla sprovvista gli organizzatori, i quali hanno studiato la soluzione attuale solo in un secondo momento. Quanto sta accadendo a New York ha messo in allarme il Roland Garros. I francesi stanno lavorando per predisporre una bolla parigina, laddove i casi di COVID-19 sono in forte aumento. A quanto pare sarà ricalcata la decisione di mettere i giocatori in due hotel (Pullman Tour Eiffel e Sofitel Place Maillot), unica sede autorizzata, anche per i giocatori che vivono da quelle parti. Inoltre sono in corso discussioni per stabilire alcuni punti chiave: i giocatori potranno affittare un alloggio privato come accade a New York? Sarà possibile uscire da Parigi? Sarà utilizzato un badge con funzione di tracciamento come accade allo Us Open?Sarà pur vero che la letalità del virus è diventata quasi trascurabile, almeno secondo i numeri, ma il COVID-19 sta ancora condizionando le vite di tutti. Anche il mondo del tennis.