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DAVIS CUP FINALS

Macchina da guerra Sinner e l'Italia gode

Un monumentale Jannik Sinner batte Djokovic (annullando 3 matchpoint) e trascina Sonego in doppio: per l'ottava volta nella sua storia, l'Italia si giocherà l'Insalatiera. L'altoatesino ha dimostrato che lo status di Campione gli può stare stretto: può diventare Leggenda. 
Riccardo Bisti
25 novembre 2023

C'è gioia mista a commozione. Per i modi, i tempi e le circostanze con cui l'Italia ha raggiunto l'ottava finale di Coppa Davis della sua storia. Per oggi mettiamo da parte la formula, perché l'albo d'oro non tiene conto di queste cose e domani si arricchirà di un nuovo nome. Non ce ne vogliano gli altri componenti della squadra, a partire da un Lorenzo Sonego che ha messo in campo grinta e qualità, ma questa nazionale è a un passo dall'Insalatiera grazie a Jannik Sinner. Sempre più fenomeno, sempre più campione, sempre più eroe nazionale. È quasi paradossale che una nazione come la nostra, con un parco giocatori molto vasto, si sia improvvisamente scoperta un One Man Team o poco più. Dalle 16 di domenica, sui tabelloni elettronici ci sarà scritto “Italia”, ma potrebbe tranquillamente esserci la scritta “Sinner”. Non è una provocazione verso chi ha provato a crocifiggerlo soltanto due mesi fa, e nemmeno per gli altri componenti di un team che dà sempre il massimo. Ma se Olanda e Serbia sono cadute sotto il tetto di un palezzetto andaluso è quasi esclusivamente merito di Jannik il Grande, il futuro numero 1 del mondo, l'uomo che cambierà qualsiasi paradigma del nostro tennis.

Il modo in cui ha battuto Novak Djokovic nel secondo singolare rimarrà uno dei punti più alti della storia azzurra. In vent'anni di carriera, il serbo aveva perso soltanto tre partite dopo aver avuto almeno un matchpoint a favore (per intenderci, a Federer è successo 24 volte, a Nadal 8). Con la zavorra psicologica dell'obbligo di vincere dopo la sconfitta di Musetti, l'altoatesino aveva giocato un primo set da marziano (riguardatelo, ne vale la pena), poi ha tirato il fiato nel secondo e ha arrancato nel terzo. Ha cancellato due palle break sullo 0-1, poi si è trovato 0-40 sul 4-5. “Il sogno azzurro finisce qui” si sussurrava nel'etere, sul web, nelle app di messaggistica. Era finita per tutti, non per Jannik. Ha ricucito il game da fenomeno, da campione assoluto, da Re. Come se non bastasse, nel game successivo ha scippato il servizio a Djokovic (punita la scelta di tentare il serve and volley sulla seconda) e ha chiuso con un pirotecnico 6-2 2-6 7-5. Partite come questa possono essere uno spartiacque per la carriera di un giocatore.

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Lo sapevi che...

Quella del 2023 sarà l'ottava finale nella storia della nazionale italiana di Coppa Davis. La nostra avventura nella competizione è scattata nel 1920 con un match contro il Giappone. Delle sette finali giocate ne abbiamo vinta solo una, a Santiago del Cile nel 1976.

1960, Sydney - Australia-Italia 4-1
1961, Melbourne - Australia-Italia 5-0
1976, Santiago del Cile - Cile-Italia 1-4
1977, Sydney - Australia-Italia 3-1
1979, San Francisco - USA-Italia 5-0
1980, Praga - Cecoslovacchia-Italia 4-1
1998, Milano - Italia-Svezia 1-4
2023, Malaga - Italia vs. Australia

A quel punto, l'inerzia psicologica era tutta dalla nostra parte. E nessuno si è davvero stupito quando Sinner-Sonego hanno battuto Djokovic-Kecmanovic, nonostante il 6-3 6-4 sia maturato al termine di un match molto più teso rispetto a quello contro gli olandesi. Incredibile ma vero: nonostante l'evidente disagio di Kecmanovic in doppio, il match sarà ricordato per due disastri di Djokovic (che in conferenza stampa si è assunto tutte le responsabilità della sconfitta). L'Italia era salita 6-3 2-1, i serbi trovavano in qualche modo il controbreak e poi sul 3-2 si trovavano 0-40 sul servizio di Sinner. In tutto hanno avuto quattro palle break, ma Nole non è mai stato capace di fare la differenza. Nel game successivo ha avuto un facilissimo rovescio sopra la rete per andare 4-3, ma l'ha incredibilmente sparato fuori. Nell'ultimo game, quando anche Sinner ha dato segni di umanità con un doppio fallo sul 30-30, Nole ha incredibilmente buttato via la palla break: dopo una fortunosa difesa a rete di Kecmanovic ha avuto la palla per un passante lungolinea, non troppo difficile. Invece ha tirato un pallonetto che gli è rimasto sulle corde.

Lo smash di Sinner cancellava ogni speranza serba ed era il simbolo di una giornata che ricorderemo a lungo, a prescindere da quello che succederà contro l'Australia (si parte alle 16, diretta Rai Due e Sky Sport): battere la Serbia di Djokovic, in questo modo, è da libri di storia. Sinner ha garantito l'oblazione per il presunto reato di Filippo Volandri, che nel primo singolare aveva scelto un Lorenzo Musetti che ha finito la benzina dopo un set e mezzo contro Kecmanovic. La contrattura al bicipite femorale giunta nel finale è solo un alibi, e non convince la frase del capitano che – ebbro di gioia – ha sostenuto che Musetti fosse l'unico in grado di battere questo Kecmanovic. “Muso” ha compiuto uno sforzo disumano per vincere il primo set, poi si è sciolto quando ha perso contatto nel cuore nel secondo, fino a cedere col punteggio di 6-7 6-2 6-1. A quel punto il Sogno Azzurro sembrava davvero appeso a un filo, ma il destino non aveva fatto i conti con Sinner.

La vittoria di Jannik Sinner contro Novak Djokovic resterà uno dei punti più alti nella storia della Davis italiana

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Dopo il ritiro di Panatta, per anni abbiamo invocato un Campione con la C maiuscola: sono arrivati Fognini, poi Berrettini, ma adesso c'è dell'altro: la cicogna ci ha spedito una potenziale Leggenda, naturalmente con la L maiuscola. È difficile non essere banali o scontati quando si parla delle qualità di Jannik. Negli ultimi mesi abbiamo esaltato i miglioramenti costanti, uniti alla capacità di lottare su ogni punto. A Malaga ha mostrato l'impressionante capacità di gestire la pressione: già trascinatore contro l'Olanda, ha fatto un capolavoro contro la Serbia. Battere Djokovic è quasi miracoloso, riuscirci in quel modo è unico. E vogliamo parlare del doppio? Non sarà mai uno specialista, ma non ha mai dato l'impressione di essere a disagio. Volleava meglio di Nole, ha servito benissimo e – salvo qualche umano tremore – ha mantenuto lo stesso rendimento per tutta la partita, aiutato da un Sonego che è il suo compagno ideale per ragioni tecniche, ma anche caratteriali. Il modo in cui Sonny sta in campo è perfetto per Sinner: sembra costantemente sotto una scarica di adrenalina, ma non è invadente, arrogante o presuntuoso.

I due si completano, e non sorprende che le partite a burraco o alla Playstation si siano agevolmente spostate sul campo da tennis. E allora l'Italia gode per un traguardo storico, ma non c'è tempo per gioire. “Un quarto d'ora di celebrazione, poi pensiamo subito a domani, perchè manca poco e abbiamo speso tante energie, soprattutto Jannik” ha sibilato Volandri dopo il successo. Ha ragione, perché dall'ultimo punto della semifinale all'inizio di Italia-Australia saranno trascorse appena 20 ore. I bookmakers ci danno favoriti, più o meno nella stessa misura in cui davano favorita la Serbia contro di noi. Pronostico legittimo, sensato, ma bisogna assolutamente chiuderla dopo i singolari. Ma di questo parleremo in altra sede. Adesso c'è da celebrare Jannik Sinner, pardon, l'Italia. Questa non è Coppa Davis, ma il nome è rimasto. E allora si può dire: per l'ottava volta nella nostra storia, ci giocheremo la magica Insalatiera. In fondo è lì, a bordocampo, più vicina che mai.

DAVIS CUP FINALS 2023 – SEMIFINALE
ITALIA – SERBIA 2-1
Miomir Kecmanovic (SRB) b. Lorenzo Musetti (ITA) 6-7 6-2 6-1
Jannik Sinner (ITA) b. Novak Djokovic (SRB) 6-2 2-6 7-5
Sinner-Sonego (ITA) b. Djokovic-Kecmanovic (SRB) 6-3 6-4