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US OPEN

Ivo Karlovic, 42 anni. Segni particolari: qualificato

La sorprendente qualificazione a New York potrebbe cambiare il futuro di Ivo Karlovic: forse non sarà il suo ultimo torneo. “Mi sento poco più che trentenne, e se la testa funziona posso battere chiunque”. Sceso al numero 221 ATP, oggi sfida Andrey Rublev. “So di avere una chance”

Riccardo Bisti
30 agosto 2021

C'è chi non lo sopporta, per via di un gioco basato esclusivamente sul servizio. Ma c'è anche chi lo adora perché è un tipo simpatico, con un senso dell'umorismo tutto suo. Probabilmente Ivo Karlovic non rimarrà il tennista con più ace nella storia del tennis, perché John Isner sembra destinato a superarlo. Però ha trovato un modo alternativo per ritagliarsi un altro pezzetto di storia. Reduce da una stagione a scartamento ridotto, con appena dieci match giocati (e una classifica franata al numero 223, lui che è stato in 14esima posizione) ha artigliato un posto allo Us Open. Tra l'altro, nelle qualificazioni ha battuto ottimi giocatori: Nikola Milojevic, Hugo Dellien e Yuichi Sugita gli hanno lasciato strada per il suo diciassettesimo Us Open, a 42 anni di età e a 19 dalla prima partecipazione nel main draw. Era 2003 e anche allora superò le qualificazioni.

Con parole più o meno esplicite, aveva detto che lo Us Open sarebbe stato l'ultimo torneo della sua carriera. “Vorrei rimanere nel tennis, anche se non so esattamente in quale ruolo” diceva un mese fa a Los Cabos. Queste tre vittorie, e la possibilità di giocare contro Andrey Rublev su un campo importante, potrebbero rimettere tutto in discussione. Secondo gli archivi, soltanto Mal Anderson era più anziano di lui quando si qualificò per l'Australian Open 1977. Ma erano altri tempi, quindi l'impresa di Karlovic ha ben altro spessore. “È una bella iniezione di fiducia perché l'ultima volta che avevo vinto tre partite di fila risale a due anni fa. L'anno scorso non ho potuto competere” ha detto Karlovic, ricordando la sospensione del circuito per la pandemia. Nel 2020 ha vinto appena tre partite su undici giocate. E vincerne tre, una dopo l'altra, senza giorni di riposo, gli ha fatto capire di avere il livello tennistico, ma soprattutto quello fisico, per competere a certi livelli. E chissà che il suo esempio non possa dare una motivazione in più a un certo Roger Federer, da poco entrato nel club degli “anta”.

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"Se la mia testa si trova al posto giusto, se sono tranquillo e motivato, ho sempre sentito di poter battere chiunque"
Ivo Karlovic

Nel 2016, Ivo Karlovic ha superato il record di ace di Goran Ivanisevic. Quel primato gli appartiene ancora

In fondo, soltanto cinque giocatori hanno avuto una classifica a due cifre superati i 40 anni: prima di Federer e Karlovic, ce l'avevano fatta soltanto Ken Rosewall, Torben Ulrich e Jimmy Connors. Era il novembre del 2019 quando il croato giungeva in finale al Challenger di Houston. Già quarantenne, sembrava ormai destinato a una rapida parabola discendente, acuita dall'incubo COVID. Quest'anno si è timidamente riaffiacciato nel tour, con scarsi risultati, ma negli ultimi due mesi ha trovato un briciolo di continuità che lo ha convinto a tentare fortuna a New York, laddove vanta un piazzamento negli ottavi nel 2016. “Oggi è più dura, i giocatori sono tutti molto forti – dice Karlovic – il problema è che ci sono soltanto cento posti tra i top-100 ATP. Ma non c'è molta differenza tra chi sta davanti e un giocatore che è numero 200 o 300”. Nel secondo match sul Campo Grandstand, tuttavia, l'asticella delle difficoltà si alzerà parecchio.

Sfiderà Andrey Rublev, recente finalista a Cincinnati e virtualmente qualificato per le ATP Finals. “Si tratta di una sfida esaltante perché lui sta facendo benissimo, ma sento ancora di avere una chance se faccio le cose per bene – puntualizza il croato – so che probabilmente non gli piace fronteggiare il mio tipo di tennis, così sento che avrò una possibilità. E non ho niente perdere. Proverò a godermi ogni momento in campo e vedremo che succederà”. D'altra parte, Karlovic ha un bel vantaggio: a prescindere dall'avversario, può concentrarsi soprattutto su se stesso. Se le cose funzionano, il suo servizio-bomba gli garantisce decine e decine di punti. “Se la mia testa si trova al posto giusto, se sono tranquillo e motivato, ho sempre sentito di poter battere chiunque. Col passare del tempo, non è sempre facile trovarsi a proprio agio sul campo. Però ho trascorso molto tempo fuori dalle competizioni e per questo adesso mi sento molto bene”.

Ivo Karlovic si è aggiudicato otto titoli ATP, l'ultimo a Los Cabos nel 2016

Soltanto un mese e mezzo fa, Karlovic ha strappato un set ad Alexander Bublik sull'erba di Newport

Suggestioni a parte, lo Us Open sarebbe lo scenario adatto per l'addio, anche perché ci sarà il pubblico sugli spalti. “È sempre bello avere la gente in tribuna, specialmente con quello che è successo l'anno scorso. Abbiamo iniziato ad apprezzarlo ancora di più, perché ci sono stati molti tornei senza pubblico. Anche le qualificazioni si sono giocate a porte chiuse, è stata una strana sensazione”. Come detto, nonostante gli anni migliori (che gli hanno regalato un lusinghiero numero 14 ATP) siano alle spalle, il futuro immediato di Karlovic non è ancora definito. Gli hanno riservato un buon numero di wild card, ma dovrebbe basare un'ipotetica rinascita sui tornei Challenger. “La scorsa settimana mi sono goduto il tennis, ma devo ancora capire se ho voglio di rituffarmi nei tornei Challenger.

In questo momento direi che c'è il 50% di possibilità. Non saprei ancora, devo decidere dopo lo Us Open. Devo superare la linea, dare un'occhiata al mio ranking e capire cosa voglio fare”. In fondo aveva già pensato al ritiro tre anni fa, quando una crisi di risultati lo aveva fatto piombare fuori dai top-100. Ebbe la forza di riprendersi, ripartendo proprio dai Challenger. Adesso è diverso, anche perché la famiglia si è allargata (vive negli Stati Uniti e con la moglie Alsi ha messo al mondo due figli) e i riflessi – così importanti per il suo gioco – si stanno lentamente smarrendo. Anche se lui sostiene che l'età sia soltanto un numero, e sente di essere poco più che un trentenne. “Sono durato così a lungo per due motivi: intanto perché sono diventato competitivo piuttosto tardi, intorno ai 24-25 anni, e poi perché ho sempre fatto una buona preparazione atletica”. Difficile dire cosa gli passi per la testa: molto dipenderà dal match di oggi, e da come riuscirà a contenere la qualità di un top-10 che ha diciotto anni meno di lui. Chissà se Roger Federer darà un'occhiata alla partita. Così, giusto per trovare ispirazione.