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I "furbetti" del Ranking Protetto

L'entry list del Roland Garros è inquinata da ben 14 giocatori ammessi in virtù del ranking protetto. Il sistema attuale favorisce l'abuso di una norma sacrosanta (favorire chi torna da un lungo infortunio): vediamo come funziona e come potrebbe (dovrebbe?) essere modificato.

Riccardo Bisti
20 aprile 2023

Sarebbe interessante conoscere l'attuale stato d'animo di David Goffin, Taro Daniel, Dominic Thiem, Michael Mmoh, Fabio Fognini e Aleksandar Kovacevic. Oppure quello di Magdalena Frech, Nadia Podoroska, Katie Volynets e Tamara Zidansek. Cos'hanno in comune? Sono i primi esclusi dal tabellone principale del Roland Garros, nonostante siano compresi tra i primi 104 delle rispettive classifiche. Tutti sanno che i tornei del Grande Slam hanno 128 posti nei tabelloni di singolare, ma non è scontato sapere come sono suddivisi. 16 sono riservati ai qualificati, 8 per le wild card e 104 per ammissione diretta in base alla classifica. Dando per scontato che si iscrivano tutti, trovarsi tra i primi 104 nella classifica valida per l'entry list (6 settimane prima del torneo) dovrebbe garantire l'ammissione diretta e l'accesso al ricchissimo prize money. E allora perché i tennisti sopra citati rischiano di dover giocare le qualificazioni (salvo forfait che facciano scalare il cut-off)?

Benvenuti nell'enigmatico mondo del Protected Ranking, un sistema che consente agli atleti reduci da un infortunio (o – per le donne – da una gravidanza o condizione similare) di iscriversi a un tot numero di tornei con la classifica che avevano al momento dell'ultimo torneo giocato. A prima vista, una regola sacrosanta: infortunarsi non è una colpa, e chi torna da un problema fisico ha il diritto di non essere troppo penalizzato. Negli ultimi anni, tuttavia, sembra esserci un abuso di questa possibilità e il conseguente rischio di falsare i tabelloni e penalizzare giocatori che hanno lottato duramente per costruirsi una classifica intorno alla centesima posizione. Il tema è entrato nella narrazione mainstream qualche anno fa, quando un Dmitry Tursunov a fine carriera si costruì la fama di specialista del ranking protetto. Rimasto fermo oltre un anno tra il 2014 e il 2015, al rientro ha giocato la bellezza dei sei Slam grazie a un utilizzo scientifico, quasi chirurgico, della regola del ranking protetto. È quasi superfluo ricordare che ha sempre perso al primo turno. Ma andiamo a vedere cosa dicono i regolamenti, premettendo che c'è qualche differenza tra ATP e WTA.

I "Protected Ranking" degli ultimi dieci Slam

UOMINI
Australian Open 2022
Roland Garros 2022 - Aljaz Bedene (3T), Borna Coric (2T), Stan Wawrinka (1T), Attila Balazs (1T)
Wimbledon 2022 - Aljaz Bedene (1T), Attila Balazs (1T)
Us Open 2022 - Aljaz Bedene (1T), Stan Wawrinka (1T), Kyle Edmund (1), Borna Coric (2T)
Australian Open 2023 - Lloyd Harris (2T), Kyle Edmund (1T), Guido Pella (1T), Stan Wawrinka (1T), Jeremy Chardy (2T), Hugo Dellien (1T)

TOTALE UOMINI - 16
11 ELIMINAZIONI AL PRIMO TURNO
4 ELIMINAZIONI AL SECONDO TURNO
1 ELIMINAZIONE AL TERZO TURNO


DONNE
Australian Open 2022 - Tatjana Maria (1T), Kirsten Flipkens (1T)
Roland Garros 2022 - Taylor Townsend (1T), Bianca Andreescu (2T), Tatjana Maria (1T)
Wimbledon 2022 - Kirsten Flipkens (2T), Elisabetta Cocciaretto (2T)
Us Open 2022 - Laura Siegemund (1T), Taylor Townsend (1T), Nadia Podoroska (1T), Evgeniya Rodina (2T), Karolina Muchova (1T), Serena Williams (3T)
Australian Open 2023 - Karolina Muchova (2T), Jacqueline Cristian (1T), Nadia Podoroska (2T), Sofia Kenin (1T), Kristina Kucova (1T), Patricia Maria Tig (1T), Evgeniya Rodina (1T), Laura Siegemund (3T), Anastasia Pavlychenkova (1T), Marketa Vondrousova (3T)

TOTALE DONNE - 23
14 ELIMINAZIONI AL PRIMO TURNO
6 ELIMINAZIONI AL SECONDO TURNO
3 ELIMINAZIONI AL TERZO TURNO


TOTALE COMPLESSIVO - 39
25 ELIMINAZIONI AL PRIMO TURNO
10 ELIMINAZIONI AL SECONDO TURNO
4 ELIMINAZIONE AL TERZO TURNO

Dmitry Tursunov all'Australian Open 2016, primo dei sei Slam a cui ha potuto partecipare grazie al ranking protetto

UOMINI – Un giocatore può chiedere l'accesso al ranking protetto se è rimasto fuori per ragioni fisiche per almeno sei mesi. Ma attenzione: il processo non è automatico. Deve fare richiesta all'ATP inviando una documentazione medica che attesti l'infortunio, accompagnata dalla lettera di un medico curante abilitato che attesti l'infortunio. Ogni singola petizione è valutata da una commissione apposita. A differenza di quanto pensano in molti, il giocatore non potrà utilizzare il ranking che aveva al momento dell'ultimo torneo, bensì una media dello stesso nei tre mesi successivi all'ultimo torneo giocato. Se l'istanza viene accolta, la classifica protetta può essere utilizzata rispettando i seguenti limiti.
- Se il giocatore è stato fermo tra i 6 e i 12 mesi, può utilizzare il ranking protetto per un massimo di nove tornei, in un periodo di nove mesi.
- Se il giocatore è stato fermo per oltre un anno, l'utilizzo viene esteso a un massimo di dodici mesi per un totale di dodici tornei.

Se un giocatore rimane fermo per oltre tre anni, perde il diritto a richiedere il ranking protetto. Chi torna dopo uno stop di oltre 36 mesi deve ripartire da zero (o magari sperare in qualche wild card). C'è poi la possibilità di freezare il ranking protetto: se il giocatore si fa male di nuovo durante il periodo in cui lo sta utilizzando e rimane fermo per almeno altri tre mesi, può richiedere di bloccarlo e poter utilizzare le cartucce rimanenti al rientro. È quanto fece Dmitry Tursunov, che si fermò nel luglio 2016 dopo aver giocato sette tornei con il ranking protetto. Rientrò nel gennaio 2017, appena in tempo per giocare l'Australian Open. Sarebbe stato l'ultimo anno della sua carriera, nel quale avrebbe utilizzato la regola per altri cinque tornei: oltre al già citato Australian Open, ne usufruì a Wimbledon, Amburgo, Washington e Us Open. Intendiamoci: il russo ha agito nel rispetto delle regole ed evidentemente l'ATP aveva accolto la sua petizione, ma non c'è dubbio che questa regola gli abbia permesso di allungare di un paio d'anni la sua carriera e intascare circa 350.000 dollari di prize money.

DONNE – In campo femminile, le norme sono un po' diverse e un filo più restrittive. Ed è interessante notare come la WTA si sia resa conto della tendenza di alcune giocatrici all'abuso, al punto da inserire una postilla nel proprio regolamento che consente di revocare quello che viene definito Special Ranking. Ma andiamo con ordine: una giocatrice può fare istanza di ranking protetto se rimane ferma per almeno 26 settimane (qui si parla di settimane e non di mesi come tra gli uomini). Oltre all'infortunio, ci sono altre due possibili ragioni: 1) Una gravidanza 2) una situazione definita Parental Start, che può essere “adozione, surrogato o diventare legalmente responsabile di un minore durante il periodo di pausa agonistica”. Anche le donne devono inviare tutta la certificazione necessaria per accedere alla chance, ma con un dettaglio in più: la documentazione deve pervenire con almeno 30 giorni di anticipo rispetto al primo torneo che intendono giocare. In campo femminile, lo Special Ranking ha la seguente durata:
- Se la giocatrice è stata ferma per almeno 26 settimane, può utilizzare il ranking protetto per un massimo di otto tornei.
- Se il giocatrice è stata ferma per almeno 52 settimane, l'utilizzo viene esteso a un massimo di dodici tornei.

A differenza degli uomini, i jolly non hanno un limite di tempo entro il quale possono essere utilizzati, ma c'è una limitazione importante: per ogni periodo di Special Ranking, una giocatrice può utilizzarlo per un massimo di due Slam e altrettanti WTA 1000. Insomma, in campo femminile è impossibile che si verifichi un caso Tursunov. Come per gli uomini, tuttavia, se una giocatrice si fa male di nuovo e sta ferma per almeno 13 settimane, può chiedere un freeze se il secondo inforunio avviene entro 52 settimane dal rientro (in caso di infortunio) o 104 (in caso di gravidanza). Come per gli uomini, il diritto a usufruire dello Special Ranking scade dopo 156 settimane (dunque tre anni) dallo stop originario. Come detto, il regolamento WTA possiede una postilla assente in quello WTA. Se andate a pagina 171 del monumentale Rulebook WTA (577 pagine di regole e cavilli, anche piuttosto complicati), troverete l'articolo VIII.C.5.l, che recita testualmente: “Se in un qualsiasi momento la WTA determina, a sua esclusiva discrezione, che una giocatrice ha abusato o sta abusando del suo Special Ranking, ha l'autorità di 1) Revocare la classifica speciale della giocatrice 2) Revocare tutti i punti che la giocatrice ha guadagnato con l'abuso della classifica speciale. 3) Penalizzare la giocatrice ai sensi della Sezione XVII.D.13.b del Rulebook, ferma la possibilità della giocatrice di appellarsi"

Evgeniya Rodina ha ripreso a giocare allo Us Open 2022 dopo uno stop di tre anni. Ha usufruito del ranking protetto

Al rientro dopo uno stop di otto mesi, Anastasia Pavlyuchenkova ha sfoderato una prestazione imbarazzante all'Australian Open. Era numero 364 ma poté giocare in virtù dello Special Ranking WTA

Insomma, esistono regole ben precise che mirano a limitarne un utilizzo sfacciato. Tuttavia... “Fatta la legge, trovato l'inganno” recita un noto proverbio. Ovviamente non conosciamo le specifiche situazioni delle decine di tennisti che negli ultimi anni hanno sfruttato la regola: dando per scontato che è tutto lecito... da Tursunov in giù, ci si domanda se non sia il caso di modificare una regola (giusta in astratto) in senso più restrittivo, magari inasprendo le limitazioni già attuate dalla WTA. Come detto, è giusto che i tennisti che abbiano qualche scorciatoia dopo un grave infortunio, ma lo strapotere economico degli Slam ha portato a un utilizzo non sempre etico della norma. E c'è chi lo dice apertamente: lo scorso gennaio, Gael Monfils ha dato forfait all'Australian Open perchè si giocava a meno di sei mesi dalla sua ultima apparizione: recandosi a Melbourne, non avrebbe più avuto diritto al ranking protetto (che invece utilizzerà a Parigi). L'entry list del Roland Garros evidenzia tutti i limiti di questo sistema: vedremo in gara Dellien, Harris, lo stesso Monfils, Pella, Vesely, Edmund e Chardy. Tra le donne ci saranno Brady, Pavluyuchenkova, Svitolina, Saville, Tig, Sorribes Tormo e Kucova. Magari ci smentiranno, ma nessuno sembra avere la chance di andare troppo avanti. A titolo puramente esemplificativo, abbiamo dato un'occhiata agli ultimi dieci Slam (cinque maschili e cinque femminili), analizzando i risultati dei giocatori ammessi con il ranking protetto.

Su un totale di 39 apparizioni ci sono state 25 eliminazioni al primo turno, dieci al secondo e quattro al terzo. Di queste, solo una in campo maschile (Aljaz Bedene allo scorso Roland Garros) e tre tra le donne: (Serena Williams allo Us Open, Laura Siegemund e Marketa Vondrousova all'ultimo Australian Open). Un campione sufficiente per capire che – nella maggior parte dei casi – lo spirito che accompagna questi giocatori negli Slam è quello di accedere al ricco montepremi del primo turno. Legittimo ma poco corretto, soprattutto nei confronti di chi si trova a giocare le qualificazioni. Come risolvere il problema? A nostro avviso, la soluzione non è così complicata: basterebbe seguire la WTA e restringere ulteriormente le maglie. Ogni giocatore / giocatrice dovrebbe avere il diritto a utilizzare il ranking protetto soltanto in uno Slam, potendo invece scegliere liberamente tra i tornei ATP-WTA (quelli davvero utili per ritrovare forma e qualche vittoria). Ci sarebbero due effetti benefici: 1) si ridurrebbe il numero di Protected Ranking a ogni singolo torneo, restituendo regolarità al torneo stesso, a partire dall'entry list. 2) Il giocatore in questione sceglierebbe con attenzione lo Slam a cui partecipare per non buttare via la chance. Va da sé che andrebbe laddove si trova meglio, o è più in forma, o ha più possibilità. Insomma, sarebbe una scelta agonistica e non economica. Si parla tanto di unione e unità di vedute tra i vari organi di governo, forse sarebbe il caso di pensare anche a questo.