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ROLAND GARROS

Enigma Dominic Thiem

Da quando è rientrato, Dominic Thiem ha perso sette partite su sette. “Fisicamente sono a posto, ma il gioco non funziona. Ci vuole tempo”. Le sue parole sembrano sensate, ma sul campo è preoccupante. Saprà tornare quello di un tempo?

Riccardo Bisti
23 maggio 2022

Per carità, Hugo Dellien è un discreto giocatore. Quest'anno ha passato diverse volte le qualificazioni nel circuito ATP e sta trovando linfa vitale dalla presenza della figlia. Merita rispetto. Ma non esiste che batta Dominic Thiem, sulla terra di Parigi, quasi ridicolizzandolo. Senza l'ingombrante presenza di Nadal, l'austriaco avrebbe già intascato due o tre Roland Garros. Invece oggi si ritrova sull'orlo della 200esima posizione, battuto nettamente, costretto a ripartire dai tornei Challenger. La prossima settimana giocherà a Perugia, ritrovando l'Italia dei piccoli tornei dopo quasi nove anni. Era il 2013 quando giunse in finale a Como (perse contro Carreno Busta),al tramonto di un'estate in cui aveva colto una finale a Modena (KO contro Cecchinato) e una vittoria ad Appiano.

Gli portò fortuna, perché fu l'inizio una carriera fantastica. Ma oggi fa impressione vederlo così: debole, sdrucito, senza fiducia. “Non ho mai avuto un mental coach, sono aperto a tutto ma quello che devo fare è lavorare duro per ritrovare me stesso” dice l'austriaco, reduce da una lungo stop per un infortunio al polso, curato maluccio e foriero di una separazione con lo storico fisioterapista Alex Stober, che – a suo dire – aveva forzato i tempi di recupero. “Ma non ho nessun problema fisico – precisa l'austriaco - in allenamento il dritto funziona, ma in partita è tutto diverso. Sono nervoso, questa cosa influisce su tutto il corpo ed è tossico per il dritto. Sto lavorando duro, ma non ho avuto abbastanza tempo. Devo accettarlo: è doloroso, ma non inatteso. La verà sorpresa sarebbe stata se avessi vinto molte partite”.

«Non è un segreto che abbia ripreso ad allenarmi al 100% da 6-7 settimane: non è un tempo sufficiente, soprattutto per l'infortunio che ho avuto» 
Dominic Thiem
ASICS ROMA

La dura sconfitta di Dominic Thiem contro Hugo Dellien

Ascoltando le sue parole, vien da dargli ragione. Ma accidenti: stiamo parlando di un vincitore Slam, uno capace di mettere alla frusta Djokovic in finale in Australia, di battere Nadal più volte sulla terra battuta. Uno che in quattro Roland Garros consecutivi (dal 2017 al 2020) non aveva mai perso prima delle semifinali. Possibile che abbia perso 7 partite di fila (che diventano 10, considerando gli ultimi match pre-infortunio)? Thiem compirà 29 anni a settembre, possibile che sia già consumato, perso per il tennis di vertice? Sarà un caso da studiare: per anni ha giocato molto (troppo?), e il suo tennis è certamente molto dispendioso. Ma basta un semplice infortunio, per quanto fastidioso, a mandare all'aria una carriera?

“Non c'è abbastanza potenza nel mio tennis – dice Dominic – non solo il dritto: metto in campo poche prime di servizio, e anche quando entra non fa troppo male. Il rovescio va benino, ma non è abbastanza rapido e profondo. Inoltre a volte prendo decisioni stupide durante una partita, tipo le smorzate o improvvisi lungolinea. Oggi ho sbagliato 4-5 risposte di dritto di fila e mi domandavo cosa stesse succedendo”. Insomma, un giocatore in confusione. Non è stato baciato dal talento come Federer, e la sua struttura fisica richiede aggiornamenti continui. A quanto pare, l'infortunio ha riportato il Sistema Operativo Thiem alle impostazioni di fabbrica. Non è facile rimettere insieme file, memorie e tutto il resto.

HEAD

La prossima settimana, Dominic Thiem giocherà il 15esimo Challenger della sua carriera. Sarà il terzo negli ultimi nove anni

Dominic Thiem racconta il suo difficile recupero. Ma c'è ancora molta (troppa?) strada da fare?

Lui è convinto che basti l'allenamento, e che sia solo una questione di tempo. “Non faccio niente di diverso rispetto al passato, credo che questa sia la chiave. Allenandomi in un certo modo ho avuto successo, dunque è giunto il momento di fare le stesse cose per tornare in pista. Non è un segreto che abbia ripreso ad allenarmi al 100% da 6-7 settimane: non è un tempo sufficiente, soprattutto per l'infortunio che ho avuto”. E allora proviamo a dargli fiducia: Dominic lo merita per quello che ha fatto lungo almeno cinque anni di carriera: miglioramento costante, etica del lavoro, atteggiamento impeccabile. Ripartire a 29 anni è diverso che farlo a 20, ma dalla sua c'è la tecnologia, i sistemi di allenamento, quelli di recupero. Insomma, lo spazio non manca. “Devo lavorare su quello che non va, ci vorrà del tempo e dovrò essere paziente.

Adesso mi dedicherò ai Challenger per 1-2 settimane, magari una vittoria potrebbe sbloccarmi: ad essere onesto, in tutti i match che ho giocato sono stato abbastanza distante dal vincere. Ma non ci penso, provo a migliorare e spero che le cose vengano da sole”. Lo speriamo anche noi, perché un Thiem nel gruppo dei migliori è sempre un belvedere. Gli hanno anche chiesto un parere su Wimbledon e la mancanza di punti. “Capisco che per alcuni giocatori possa essere molto doloroso, ma non dobbiamo dimenticare che Wimbledon è importante, ma solo nel nostro mondo. Il vero problema è quanto sta accadendo in Ucraina, e spero che la pace possa tornare presto”. Parole coscienziose, certo. Ma sono anche le parole di chi a Wimbledon, probabilmente, non ci sarebbe andato comunque. E a Parigi va avanti Hugo Dellien, il boliviano che nel 2015 aveva smesso di giocare. E che è diventato papà in piena pandemia.