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IL CASO

Appendino condannata, ma non rischia il ruolo in FIT

Gli Statuti CONI e FIT prevedono la decadenza dei dirigenti in caso di condanne particolarmente gravi. Chiara Appendino è stata condannata in primo grado (18 mesi) per i fatti di Piazza San Carlo 2017, ma per reati colposi e dunque non puniti dall'ordinamento sportivo. Per questo, l'attuale sindaca di Torino potrà vivere da protagonista le ATP Finals.

Riccardo Bisti
28 gennaio 2021

Il 27 gennaio 2021 è stato un giorno difficile per Chiara Appendino, la cui figura è diventata cruciale per il mondo del tennis. Con il suo impegno, infatti, la sindaca di Torino ha permesso alla sua città di aggiudicarsi l'organizzazione delle ATP Finals. Già la scorsa estate, quando uscì la nostra indiscrezione sulla sua candidatura al Consiglio Federale FIT, la sua continuità alla guida di Torino era in forte dubbio. Qualche settimana dopo essere entrata nel nuovo Consiglio ed essersi assicurata la poltrona di vicepresidente (insieme a Gianni Milan e Isidoro Alvisi, fedelissimi di Binaghi), la 36enne del quartiere Crocetta ha annunciato che non si ricandiderà a sindaco. Il nuovo ruolo nella federtennis le aveva garantito la possibilità di vivere da protagonista almeno 4 delle 5 edizioni del Masters, visto che non avrebbe potuto farlo nelle vesti di prima cittadina. Dopo essere entrata in Consiglio, tuttavia, ha vissuto due condanne in primo grado. Il 20 settembre ha preso sei mesi per il Caso REAM, mentre è di poche ora fa la notizia – ancora più rumorosa – dei diciotto mesi per i fatti di Piazza San Carlo.

Il 3 giugno 2017, nel salotto buono della città si verificarono una serie di incidenti che portarono alla morte di due persone durante la proiezione della finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus (squadra di cui la Appendino è tifosa e per cui ha lavorato come controller tra il 2007 e il 2010). Le parole della sentenza sono forti e persino crudeli verso la Appendino, a cui – per utilizzare un linguaggio da Giustizia Sportiva – è stata attribuita la responsabilità oggettiva. Insieme ad altri quattro imputati è stata ritenuta responsabile di omicidio, lesioni e disastro colposi. I fatti di quel giorno sono tristemente noti: quattro delinquenti armati di spray urticanti (già arrestati e condannati) si intrufolarono in mezzo alla folla con lo scopo di creare disordine e rubare oggetti preziosi. La loro azione creò un panico totale, sfociato in un fuggi-fuggi generale che causò 1.600 feriti e la morte di due donne (Erika Pioletti e Marisa Amato). Secondo l'accusa (che per la Appendino aveva chiesto 20 mesi) l'evento era stato organizzato “male e in fretta”, e la sindaca avrebbe avuto un ruolo gestionale e non solo politico nell'intera faccenda. Non è di questo avviso l'avvocato Luigi Chiappero (già legale della Juventus in vari processi sportivi, nonché di Potito Starace nel caso del tennis-scommesse), secondo il quale il sindaco non può avere nessuna responsabilità di tipo penalistico.

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Gli Statuti CONI e FIT prevedono l'impossibilità a ricoprire cariche dirigenziali per una serie di casi: quelli riguardanti la Appendino, tuttavia, non vi rientrano.
13 ottobre 2020: Chiara Appendino annuncia che non si ricandiderà a sindaca di Torino. Pochi giorni prima era stata eletta vicepresidente FIT

In effetti la condanna sembra un po' severa: è condivisibile la riflessione della stessa Appendino nella sua pagina Facebook, quando dice che – in qualità di sindaca – si è trovata a rispondere del folle gesto di una banda di rapinatori. Ovviamente ci sarà ricorso in Appello e nessuno si stupirebbe se la faccenda dovesse finire in Cassazione. Secondo alcuni media, l'episodio dovrebbe decretare la fine della sua carriera politica, anche perché si somma alla condanna a 6 mesi per il Caso REAM (anch'essa appellata). In quel caso, la sindaca fu ritenuta responsabile di falso ideologico in atto pubblico. In sintesi, nel 2012 (ai tempi della Giunta Fassino) la società REAM aveva ottenuto la prelazione per aggiudicarsi un terreno da riqualificare (l'area ex Westinghouse), e per questo versò al Comune un anticipo di 5 milioni di euro. Il terreno, tuttavia, fu assegnato ad altri.

Quando la Appendino è diventata sindaca, tuttavia, non furono tolti dal bilancio preventivo i 5 milioni da restituire a REAM. Secondo i giudici, la sindaca aveva conoscenze e competenze tecniche adeguate, a partire da una laurea in economia e un passato nella Commissione Bilancio del Comune. Per questo, la scelta è stata ritenuta una violazione consapevole delle regole contabili. Quest'ultima faccenda aveva spinto la Appendino ad auto-sospendersi dal Movimento Cinque Stelle, nel rispetto del codice etico. Alla luce di questi fatti, il suo approdo in politica sportiva è un modo per rimanere in ambito istituzionale in un contesto meno impegnativo, ma che garantisce una certa visibilità. E le ATP Finals al Pala Alpitour avranno grande risonanza internazionale.

Una fase della presentazione delle ATP Finals torinesi
Uno spot promozionale delle ATP Finals pubblicato sul canale Youtube di Chiara Appendino

Gli osservatori più attenti, tuttavia, si erano domandati se la doppia condanna avrebbe potuto mettere in discussione il suo ruolo in federtennis. La risposta è no: la carriera in FIT di Chiara Appendino non sarà in alcun modo condizionata dalle condanne. Gli Statuti CONI e FIT (con il secondo che – su questi punti – ricalca pedissequamente il primo) prevedono l'impossibilità a ricoprire cariche dirigenziali per una serie di casi: quelli riguardanti la Appendino, tuttavia, non vi rientrano. In particolare, l'articolo 52.2.c dello Statuto FIT prevede che siano eleggibili alle cariche federali coloro che “non abbiano riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad un anno ovvero a pene che comportano l'interdizione dai pubblici uffici superiore ad un anno”. La formula (mutuata dall'articolo 5.3.b dello Statuto CONI) fa tirare un sospiro di sollievo alla vicepresidentessa FIT, inattaccabile per almeno due motivi: 1) né quella per il Caso REAM, né quella per Piazza San Carlo sono condanne definitive (la prima sarebbe comunque stata ininfluente perché è inferiore a un anno). Tra Appello e Cassazione, ci vorranno anni per arrivare al pronunciamento finale. Non è da escludere che finisca prima il quinquennio delle ATP Finals....

2) Per i fatti di Piazza San Carlo la condanna a Chiara Appendino riguarda una serie di reati colposi. Gli Statuti CONI-FIT escludono questo tipo di reati dall'ineleggibilità, quindi anche in caso (altamente improbabile) di condanna definitiva in tempi brevi, la Appendino non rischierebbe di cadere nell'articolo 52.6.b dello stesso Statuto, che prevede la decadenza nel caso in cui vengano meno i requisiti di eleggibilità. In altre parole, è certa di poter svolgere il suo ruolo in FIT fino a tutto il 2024, con annessa visibilità globale in occasione delle Finals torinesi, laddove sarà certamente oggetto di interviste, salotti e riflettori puntati addosso. Ci sentiamo di dire che è giusto: senza l'energia della Appendino, difficilmente Torino avrebbe effettuato il sorpasso finale su Tokyo. Ci ha messo passione, impegno e sacrifici ed è giusto che sia lei – più di altri – a raccoglierne i benefici. Fatte le debite proporzioni, il suo impegno è stato simile a quello di Gianna Angelopoulos per le Olimpiadi di Atene 2004 e della stessa Evelina Christillin per un evento che la Appendino ricorda molto bene: i Giochi Invernali di Torino 2006. Quanto alle vicende giudiziarie che la riguardano, mai come adesso è pertinente una frase fatta: la giustizia farà il suo corso.