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Ancora dubbi sui tamponi di Djokovic. Ma in Serbia dicono: “Sono validi”

Dopo l'indagine tedesca di qualche settimana fa, anche uno studio BBC evidenzia le discrepanze sui test PCR effettuati da Novak Djokovic. Il codice identificativo del tampone del 16 dicembre non sembra congruente, ma la Procura di Belgrado replica: “È tutto ok”. Intanto qualcuno sostiene che si sia vaccinato.

Riccardo Bisti
3 febbraio 2022

Domenica sorsa, qualcuno aveva scherzato: "Novak Djokovic sarà a caccia di un centro vaccinale". La rabbia per non aver potuto giocare un torneo vinto dal suo principale avversario – si pensava – poteva essere più forte di un'ideologia. Appena due giorni dopo, la suggestione trova concretezza nelle parole di Daniel Muksch. Il giornalista tedesco ha terminato da poco una biografia dedicata al serbo, in uscita il 10 marzo. Il libro si intitola Novak Djokovic: Ein Leben lang im Krieg (Una vita in guerra). Muksch ne ha parlato durante una trasmissione su Servus TV, principale emittente privata austriaca. Poche parole, neanche troppo perentorie. “Da quello che emerge dal suo ambiente, penso che si sia vaccinato – ha detto – forse ha contribuito la finale di Melbourne. Il 21esimo Slam di Nadal lo sta guidando, non c'è dubbio”.

Muksch ha anche sostenuto che Djokovic non avrebbe gradito il comportamento della sua famiglia durante i giorni australiani, quando organizzarono un paio di conferenze stampa a Belgrado, tra canzoni popolari e comizi di strada “Non si opporrà pubblicamente a suo padre, ma non gli è piaciuto quanto successo in quei giorni”. Parole senza prove, che potrebbero avere una funzione promozionale per un libro di imminente uscita. Le prime risposte – si spera – dovrebbero arrivare durante il torneo di Dubai, sede prescelta per il ritorno del serbo nel circuito. In questi giorni, tuttavia, si continua a parlare di quanto accaduto tra dicembre e gennaio. Dando concretezza ai sospetti avanzati dalla Germania, anche la BBC ha messo in dubbio la veridicità dei test molecolari a cui si sarebbe sottoposto lo scorso dicembre. Nulla di nuovo: il test positivo del 16 dicembre 2021 ha un numero progressivo superiore a quello negativo, datato 22 dicembre. Secondo la cronologia numerica, il tampone sarebbe stato effettuato il 26 dicembre salvo poi essere retrodatato per garantire a Djokovic l'esenzione per entrare in Australia.

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«È stato stabilito che Novak Djokovic è stato testato più volte e che i risultati dei test del 16 e del 22 dicembre sono validi» 
Procura di Belgrado

Nonostante le recenti disavventure, Novak Djokovic è tra i candidati per il premio di Sportivo dell'Anno per i Laureus Sports Awards

L'articolo evidenzia come il numero seriale del test del 16 dicembre sia fuori sequenza rispetto alla cronologia di quei giorni. I primi a parlarne sono stati alcuni studiosi tedeschi, radunati in un gruppo di ricerca denominato Zerforschung, i quali hanno scritto un articolo intitolato: “Novak Djokovic's time-travelling PCR tests”, poi condiviso con il Der Spiegel. Tra i documenti presentati alla Corte Federale australiana ce n'era uno firmato dal direttore ad interim del Ministero della Salute serba, in cui sosteneva che le date sui certificati rispecchiavano accuratamente il giorno di svolgimento dei test. Ogni tampone ha un codice di conferma, dunque la BBC ha provato a verificare se il codice viene generato con un rigoroso ordine cronologico. Si sono procurati un maggior numero possibile di certificati per tracciare i codici su una sequenza temporale, traducendoli in un grafico.

Ne hanno raccolti 56: 21 sono sono stati forniti da giornalisti residenti in Serbia, ed erano tutti emessi dal Ministero della Salute. Altri 35 li ha raccolti Milovan Suvakov, ricercatore serbo residente negli Stati Uniti. I documenti sono stati messi a confronto e in effetti risulta una corrispondenza tra la data del test e il codice di conferma: prima è stato svolto, minore è il numero. L'unico valore anomalo riguarda proprio il test di Djokovic del 16 dicembre, svolto alle 13.05 e con il risultato giunto alle 20.19. Il codice di conferma del test (7371999), tuttavia, è compreso tra i campioni di quelli svolti il 25 dicembre (7366969) e il 28 dicembre (7415312). L'evidenza numerica farebbe pensare che la data dell'effettivo svolgimento del test PCR sia ben successiva al 16 dicembre.

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Gli studiosi BBC riconoscono che i test di Djokovic si sono svolti in due laboratori diversi, dunque i codici potrebbero essere stati emessi in diversi lotti. Questo spiegherebbe la discrepanza. Tuttavia – scrivono – sono in possesso di due certificati emessi dallo stesso laboratorio del test positivo di Djokovic (datati rispettivamente 18 e 20 dicembre), ed entrambi hanno codici di conferma inferiori rispetto a quello del 16. “Inoltre – aggiungono – i risultati a nostra disposizione provengono da otto laboratori diversi e non c'è nulla che suggerisca che ogni laboratorio abbia lotti separati di codici di conferma”. Per vederci chiaro, hanno chiesto la consulenza di Djordje Krivokapic, specialista in dati e sicurezza digitale. “C'è sempre la possibilità di un problema tecnico, ma se così fosse la spiegazione sarebbe semplice. Non vedo perché le autorità statali non avrebbero dovuto dirlo”. BBC aveva inviato i risultati dello studio sia alle autorità serbe che all'entourage Djokovic.

Nelle scorse ore è arrivata la prima replica: secondo le istituzioni serbe, non c'è alcuna prova che Djokovic abbia mostrato certificati fasulli. La Procura di Belgrado sostiene che che il Ministero della Salute ha confermato l'autenticità dei documenti. Dopo aver ispezionato il database elettronico con i dettagli dei test e i loro risultati, hanno affermato che quelli di Djokovic erano entrambi corretti. “È stato stabilito che Novak Djokovic è stato testato più volte e che i risultati dei test del 16 e del 22 dicembre sono validi” ha sostenuto l'ufficio del procuratore. Tale comunicato arriva alla vigilia di un incontro tra il numero 1 del mondo e il presidente serbo Aleksandar Vucic. Dopo il ritorno dall'Australia, ha trascorso il suo tempo tra Belgrado e il Montenegro. Qualche giorno fa ha partecipato a una celebrazione presso la città montenegrina di Budva, laddove è stato nominato cittadino onorario. Rientrato in Serbia, proprio in queste ore (alle 10 di giovedì mattina), Nole sta incontrando Vucic presso la Segreteria Generale del Presidente della Repubblica.