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IL CASO

Sexy-telenovela: “La Scekic si è inventata tutto”. Ma lei non ci sta

La stampa serba mette in dubbio il racconto di Natalija Scekic, giovane modella che sosteneva di aver rifiutato di sedurre Novak Djokovic. Sarebbe stata un'idea della madre, ex partecipante a un reality e con precedenti. La ragazza smentisce su Instagram, con una versione che convince solo in parte.

Riccardo Bisti
27 marzo 2021

Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato la vicenda di Natalija Scekic, giovane modella serba che aveva fatto scalpore con le sue dichiarazioni. In sintesi, aveva detto di aver rifiutato un compenso di 60.000 euro (più un viaggio in un luogo a sua scelta) per sedurre Novak Djokovic, andarci a letto, filmare il tutto e diffondere le immagini. Obiettivo: distruggere la reputazione del numero 1 del mondo. I media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia, dando per buono quanto riferito dalla ragazza al giornale scandalistico Svet&Scandal. Noi avevamo sottolineato alcuni aspetti che giustificavano una certa prudenza. Intanto la Scekic è effettivamente una modella, ma era pressoché sconosciuta prima di questa confessione. Talmente sconosciuta da far pensare che fosse una mossa pubblicitaria. In effetti ha avuto un'impennata di popolarità: in appena una settimana, ha più che raddoppiato il numero dei followers su Instagram.

Da 12.851 agli attuali 29.299. Numeri ancora bassi, ma tutto sommato incoraggianti per una potenziale influencer. I nostri dubbi sono stati confermati dal giornale serbo Kurir, il quale ha riportato una testimonianza che farebbe pensare a una realtà ben diversa. Sarebbe stata una macchinazione pensata e realizzata insieme alla madre. Kurir è molto severo con la Scekic, sottolineando alcuni dettagli: “Fino a pochi giorni fa nessuno sapeva nulla di una certa signorina Scekic. Aveva un modesto numero di followers su Instagram, non si riusciva a trovare nessuna informazione su di lei su Google... Ma da un giorno all'altro è diventata il fulcro di numerosi media mondiali” scrive il quotidiano serbo. E va avanti: “Le informazioni su di lei sono reperibili soltanto su Instagram. È interessante notare che il suo profilo è stato creato poco più di un anno fa e non era attiva su questo social, avendo pubblicato soltanto 26 post. Molto strano per chi fa questo tipo di lavoro...”.

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"Non ho risposto alle domande di "Informer" perché non volevo fare pubblicità. A quel punto hanno inventato le loro disgustose bugie poi riprese da altri tabloid. Io e mia madre amiamo, apprezziamo e rispettiamo Djokovic come tutti!"
Natalija Scekic

Un'intervista di un paio d'anni fa ad Anabela Scekic, in cui viene menzionata la figlia

Ma qui arriva la possibile chiave di lettura: la Scekic è figlia di Anabela Scekic Tigrica, nota nel suo Paese perché partecipante al reality show “Maldive”. La donna avrebbe avuto in più occasioni problemi con la legge e si sospetta che sia stata lei ad architettare il tutto, in modo da lanciare la figlia nel mondo dello spettacolo. Una fonte anonima ha rivelato al giornale Informer (da cui Kurir ha preso le informazioni): “Natalia e Anabela sono inseparabili: la figlia copia la madre in tutto. Probabilmente è stata un'idea di Anabela. Vuole rendere famosa sua figlia, ci ha provato anche quando era ancora minorenne. Ha sempre insistito affinché partecipasse a un reality show, e ha già detto in più occasioni che sono state corteggiate da milionari. Ha già subito una condanna e faceva parte di una rete di prostitute d'elite”.

Dopo poche ore è arrivata la replica della Scekic. Dove? Su Instagram, naturalmente. Dopo aver pubblicato esclusivamente post fotografici per un anno e mezzo, ha diffuso tre screenshot in cui si è vigorosamente difesa. “Chiedo a tutti i media stranieri di non credere alle bugie che i giornali serbi hanno tirato fuori oggi – ha scritto, peraltro in serbo, non facilitando il compito agli stessi media stranieri – mia madre non ha niente a che vedere con questa storia, non siamo aspiranti stelle che hanno inventato una storia fasulla”. La ricostruzione della Scekic, tramite le tre foto pubblicate, con tanto di scansione di una sentenza di tribunale, è più o meno la seguente: sostiene che la storia non ha avuto particolare risonanza per 10-12 giorni quando è stata pubblicata (vero, perché la rivista è andata in edicola il 12 marzo).

Natalija Scekic in compagnia della madre Anabela

Questo filmato sostiene che la polizia di Belgrado abbia confiscato l'auto di Anabela Scekic perché viaggiava con i vetri più oscurati rispetto al consentito

“Poi i media internazionali hanno iniziato a parlarne e allora ho ricevuto una richiesta con delle domande da parte dell'Informer (nel primo screenshot compare il messaggio privato con le domande del giornalista, ndr). Non ho risposto perché non volevo fare pubblicità, ma a quel punto hanno inventato le loro disgustose bugie poi riprese da altri tabloid. Io e mia madre amiamo, apprezziamo e rispettiamo Djokovic come tutti!” Nell'ultima foto, accanto alla copia di quella che sembra essere la sentenza di un tribunale, la Scekic invita i giornali a continuare a scrivere parole offensive nei confronti della madre (starletta, prostituta d'elite, ricattatrice, colpevole d'estorsione), specificando che chi lo fa pagherà per questo perché “è stato dimostrato che mia madre non ha ricattato nessuno” si presume per quanto scritto nel documento pubblicato.

La replica della ragazza non convince, per almeno due motivi. 1) È scritta chiaramente di getto, con un utilizzo dello stampatello e addirittura una emoticon sorridente dopo aver scritto che chi l'ha diffamata pagherà. 2) Non replica con chiarezza sul merito, ovvero sulla veridicità della sua storia. Ok, dice di amare e rispettare Djokovic, ma – come abbiamo già scritto – questa storia non è in nessun modo verificabile, né in un senso, né nell'altro. La Scekic potrà ottenere credibilità soltanto con un racconto davvero circostanziato e, soprattutto, facendo il nome del manager che le ha proposto di ingannare Djokovic. In caso contrario, i dubbi sulla veridicità della storia e sulle motivazioni per cui è stata diffusa, beh, hanno ragione di esistere. Se poi la madre è stata effettivamente assolta dalle accuse, avrà pieno diritto di tutelarsi contro chi ha scritto cose false. In effetti, l'articolo di Informer (ma non quello di Kurir) è stato messo offline dopo la replica della giovane, tuttavia è ancora reperibile in copia cache. Finirà qui o ci saranno ulteriori capitoli?