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COPPA DAVIS

Qualificazione obbligata!

Canada, Svezia e Cile saranno le nostre avversarie nella fase a gironi delle Davis Cup Finals. Poteva andare un po' meglio, ma anche molto peggio. Come lo scorso anno, il nostro compito sarà rendere il girone una formalità. Con la speranza di arrivare a Malaga al completo, e con i migliori in piena forma.

Riccardo Bisti
31 marzo 2023

Non è certo un “girone di ferro” come ha scritto qualcuno. Parte da qui la descrizione del surreale sorteggio delle Davis Cup Finals 2023, le prime senza la zavorra Kosmos, e le ultime (si spera) con una formula che i presentatori della cerimonia tenutasi a Malaga (Mark Woodforde e Annabel Croft) hanno definito di successo. Vabbè. Svoltosi in ritardo e annunciato in forma quasi clandestina, il sorteggio aveva due motivi di interesse: uno riguardava l'Italia, la curiosità di conoscere i nostri avversari. Il secondo era sulla quarta sede: dopo che la Germania si è tirata fuori, abbiamo scoperto che il Gruppo D si giocherà in Croazia, peraltro in una città ancora da definire. Il fatto che Woodforde non sia stato in grado di dire dove si giocherà la dice lunga su cosa è diventata la Coppa Davis, ma tant'è. La notizia della Croazia ha avuto una certa rilevanza per noi, escludendo i balcanici dalle nostre potenziali avversarie. E così, tra le avversarie di prima fascia, avremmo potuto pescare soltanto Canada o Australia.

Ci è toccata la prima, immediata occasione di rivincita dopo la dolorosa sconfitta dello scorso novembre, nella semifinale di Malaga. Dal 12 al 17 settembre gli azzurri di Filippo Volandri se la vedranno con Canada, Svezia e Cile. Grado di difficoltà del girone? Media. Ci è andata maluccio con le potenziali avversarie di prima fascia, di stralusso con quelle di terza e benino con quelle di quarta, anche se il Cile è avversario impegnativo. Ma – proprio come lo scorso anno – è opportuno mettere le mani avanti: l'Italia deve arrivare a Malaga. Non piazzarsi tra le prime due sarebbe un fallimento, vista la qualità dei nostri giocatori, nonché la profondità e la completezza della nostra panchina e un fattore campo che non guasta mai. Mancano oltre cinque mesi e i ragionamenti non possono che essere astratti, ma esiste solo una (remota) possibilità di eliminazione: alla scontata vittoria contro la Svezia, dovrebbero accompagnarsi le sconfitte contro il Canada (ci può stare, ci mancherebbe) e contro un Cile che avrebbe bisogno di giocare la partita della vita.

Tanto equilibrio negli altri gironi

Gli altri gruppi sono decisamente equilibrati. La Spagna ritrova un girone quasi identico a quello dell'anno scorso, con la Repubblica Ceca al posto del Canada e con Serbia e Corea. Va da sé che molto dipenderà dalla presenza di Alcaraz e Djokovic. I britannici hanno abbandonato Glasgow per spostarsi alla AO Arena di Manchester e trovano Australia, Francia e Svizzera in un gruppo super-equilibrato. In Croazia, i padroni di casa non sono la squadra più forte. Se poi Marin Cilic non dovesse recuperare dopo l'intervento, li vedremmo sfavoriti contro gli USA (incredibilmente in terza fascia), ma anche contro l'Olanda e a rischio contro la rampante Finlandia, che possiede un buon numero 1 (Ruusuvuori), un numero 2 in crescita (Virtanen) e uno dei migliori doppisti (Heliovaara)

DAVIS CUP FINALS 2023 – FASE A GIRONI
Gruppo A (Bologna): Canada, Italia, Svezia, Cile
Gruppo B (Manchester): Australia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera
Gruppo C (Valencia): Spagna, Serbia, Repubblica Ceca, Corea
Gruppo D (Croazia): Croazia, Olanda, Stati Uniti, Finlandia

Durante il sorteggio, i presentatori non sono stati in grado di dire la città croata che ospiterà il Gruppo D

I cileni meritano un approfondimento. A parte le suggestioni di un incontro storico (nel 1976 abbiamo vinto la nostra unica Davis a Santiago, nel 2011 abbiamo ritrovato il World Group battendoli a Napoli), possono schierare due singolaristi di livello. Il gigante Nicolas Jarry, detto Principe, di nuovo competitivo dopo una brutta storia legata al doping. “Nessuno vorrà giocare contro di noi!” ha tuonato dopo il sorteggio. E poi c'è Cristian Garin, coetaneo di Matteo Berrettini, sceso al numero 82 ma con un passato da top-20. Entrambi sono cresciuti sulla terra battuta, ma si possono adattare molto bene al cemento indoor. Insomma, avversario difficile anche se hanno l'handicap del doppio (il miglior cileno nel ranking di specialità è Matias Soto, n.290 ATP). Dando un'occhiata alle altre potenziali avversarie di quarta fascia, poteva andarci meglio con la Corea, mentre sarebbero state ancora più pericolose Svizzera e Finlandia. Insomma, è giusto temere il Cile ma non ci possiamo lamentare.

L'urna di terza fascia ci ha risparmiato lo spauracchio Stati Uniti, nonché la Francia e la Repubblica Ceca di Jiri Lehecka, concedendoci la Svezia dei fratelli Ymer. Bravi, per carità, ma sono la più debole delle sedici squadre (insieme alla Corea). “Mai come quest'anno, a mio avviso i gironi sono tutti equilibrati” ha detto Filippo Volandri. Ha ragione, così come ha ragione nel sostenere che l'Italia deve pensare a se stessa e a lavorare sulla squadra. “Settembre è lontano, ma non così tanto: quindi ci dobbiamo rimboccare le maniche e lavorare duro per poter dare tutti il massimo ed essere al 100%”. Si giocasse domani, la formazione sarebbe quasi scontata: Jannik Sinner e Lorenzo Sonego in singolare, probabilmente Fognini-Bolelli in doppio. In questo momento, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti sono in difficoltà, ma in cinque mesi può ribaltarsi tutto. La speranza di Volandri – va da sé – è potersi crogiolare nell'abbondanza come gli è accaduto soltanto l'anno scorso a Bologna, mentre a Malaga dovette fare a meno di Sinner e con un Berrettini a mezzo servizio.

Felix Auger-Aliassime è stato il principale artefice del trionfo canadese del 2022. Dovremmo ritrovarlo a settembre

Jannik Sinner non era a Malaga, ma in questo video mostra il vivo desiderio di tornare a giocare in nazionale

Il livornese sa benissimo che, con tutti al massimo, l'Italia è la squadra più forte. Sul piano strutturale, sono al nostro livello soltanto la Russia (che però è squalificata a tempo indeterminato) e gli Stati Uniti. Anche se questa Davis non c'entra nulla con la tradizione, un punto è rimasto uguale: sarà cruciale arrivare in forma al momento giusto. Le gerarchie di oggi possono essere stravolte tra un mese, figurarsi tra cinque. Pensando a Bologna, la vicinanza con lo Us Open sarà un fattore. Arrivare in fondo a New York sarebbe spettacolare, ma non è detto che sia un vantaggio in chiave Davis. Pensiamo a Jannik Sinner: un piazzamento di prestigio potrebbe costargli il primo match, come peraltro accaduto nel 2022. Il discorso vale anche per Felix Auger-Aliassime, forse anche per qualcun altro, mentre svedesi e cileni non avranno questo problema. Nicolas Massu, capitan-muscolo dei sudamericani è convinto che la vicinanza con uno Slam potrà dare una mano ai suoi. “Giocare a un grande livello subito prima della Davis sarà qualcosa di positivo”.

Come sempre, dunque, sarà anche questione di strategie e contingenze del momento. E il Canada? Oggi sono meno forti rispetto a quattro mesi fa, quando sollevarono l'Insalatiera. Auger-Aliassime e Shapovalov sono in difficoltà, inoltre Vasek Pospisil è fermo ai box. A fine gennaio ha annunciato uno stop di 3-4 mesi per motivi di salute. Ottimo doppista, è cruciale nell'economia della squadra. Oggi sarebbero vulnerabili, ma a settembre? Capitan Frank Dancevic riuscirà a tenere alta la motivazione? E se qualcuno avesse la pancia piena e non volesse giocare? “Come campioni in carica ci aspettiamo molta pressione – ha detto Dancevic – ma non vediamo l'ora di dimostrare che apparteniamo a questo livello. Vincere due volte di fila ha un bel suono, e proveremo a tenere il trofeo in Canada”. Frasi di circostanza, che dovranno passare alla prova dei fatti. Per adesso, a oltre 150 giorni dalla sfida, ci sentiamo di dire che l'urna di Malaga poteva dirci un pochino meglio (non sarebbe stato male pescare Australia, Svezia e Corea) ma anche molto peggio (pensate a un girone con Canada, USA e Svizzera). Come sempre, sarà il campo a parlare.