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ROLAND GARROS - IL CASO

Parigi slitta di una settimana: ecco perché è accettabile

Il Roland Garros ha scelto un rinvio-light: si giocherà dal 30 maggio al 13 giugno. Vogliono accogliere più pubblico possibile. Si tratta di una mini invasione del calendario, ma è una soluzione che dovrebbe accontentare tutti, persino senza danneggiare i tornei sull'erba. Vi spieghiamo perché.

Riccardo Bisti
8 aprile 2021

Il Roland Garros 2021 sarà rinviato di una settimana. Troppo autorevoli le fonti che ne hanno dato notizia, sostenendo che l'ufficialità arriverà nella giornata di oggi: l'agenzia AFP e l'Equipe, principale quotidiano sportivo d'Europa. Anziché dal 23 maggio al 6 giugno, il torneo dovrebbe giocarsi dal 30 maggio al 13 giugno. Nelle indiscrezioni, per ora, non si parla delle qualificazioni, solitamente programmate la settimana precedente. Le ragioni di questa scelta sono due e vanno a incrociarsi: da una parte, la complicata situazione sanitaria in Francia. Col Paese in lockdown per tutto il mese di aprile, e la possibilità di timide riaperture da metà maggio, non ci sono certezze sull'immediato futuro. I numeri francesi, per esempio, sono molto peggiori rispetto a quelli britannici, sia come casi totali che come decessi.

Il secondo motivo è puramente economico: gli organizzatori non disperano di avere una buona percentuale di pubblico in tribuna, lasciando nel dimenticatoio le tristi immagini della passata edizione, con appena 1.000 spettatori al giorno. Come spiegavamo ieri, il torneo ha comunque registrato un attivo (+24 milioni) e la biglietteria non rappresenta una fetta troppo grande del fatturato (18%), tuttavia sarebbe un cattivo colpo per l'immagine giocare un torneo a porte chiuse o giù di lì, specie per una federazione che si è appena rinnovata. Inoltre c'è da saldare il conto per le costosissime opere di rinnovamento del Campo Chatrier: nel 2021, la spesa prevista per questa voce è di 35 milioni. Giocando quasi tutto il torneo a giugno, è possibile che cada qualche restrizione e si possa accogliere un buon numero di spettatori, considerato anche il varo della sessione serale (che aumenterà il numero di biglietti staccati). Il record di spettatori risale all'edizione 2019, con circa 520.000 spettatori.

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l 4% del fatturato del Roland Garros potrebbe essere sufficiente per "calmare" gli organizzatori dei tornei erbivori. Sul piano strettamente agonistico, poi, il danno non sarebbe troppo grave.

L'ultima edizione del Roland Garros ha raccontato la favola di Iga Swiatek. L'impresa della polacca si è però consumata in un'atmosfera surreale

La Ministra dello Sport Roxana Marcineau era stata chiara: l'intenzione del governo e degli organizzatori è di far giocare il torneo in un contesto di ripresa delle attività. Nel suo discorso del 31 marzo, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron aveva stabilito una sorta di roadmap per il ritorno alla normalità, ipotizzando i primi allentamenti a metà maggio “nel migliore dei casi”. A quanto pare, i ragionamenti vanno in questa direzione. In mezzo a tanta incertezza, sembra sicuro che non ci sarà un altro maxi-spostamento a settembre. La stagione sulla terra battuta è appena cominciata, il calendario è fitto e nel 2021 prevede anche il torneo olimpico (24-30 luglio): per questo, non c'è spazio per un rinvio extra-large. A una prima occhiata, un rinvio di sette giorni non sembra drammatico: in realtà, sarebbe dannoso per i primi tornei della mini-stagione su erba, già saltati lo scorso anno e previsti nella settimana dal 7 al 13 giugno: Stoccarda e 's-Hertogenbosch per gli uomini, Nottingham e la stessa 's-Hertogenbosch per le donne.

È circolata voce che la stessa federtennis francese possa offrire un adeguato risarcimento agli eventi in questione: ci può stare, considerando il fatturato di 260 milioni del Roland Garros, quando tornei di questo tipo difficilmente superano i 2 milioni. Facendo un rapido calcolo, senza pretesa di rigore, il 4% del fatturato del Roland Garros potrebbe essere sufficiente per calmare gli organizzatori dei tornei erbivori. Sul piano strettamente agonistico il danno non sarebbe così grave: in primis, è opportuno ricordare che per tantissimi anni ci sono state solo due settimane-cuscinetto tra la fine del Roland Garros e l'inizio di Wimbledon. Per dare maggiore importanza, alla stagione sull'erba, lo spazio è stato aumentato a tre settimane nel 2015. Il torneo-simbolo del cambiamento è l'ATP di Stoccarda, passato all'erba dopo una lunga storia sulla terra battuta. Sono poi nati eventi nuovi, come quelli di Maiorca, Berlino e Bad-Homburg tra le donne (gli ultimi due devono ancora celebrare la loro prima edizione). Tra gli uomini è arrivato Maiorca (che ha vinto il ballottaggio contro Monza), ed è stata conferita maggior importanza alle tappe del Queen's e di Halle.

L'ammodernamento del Campo Philippe Chatrier è costato 380 milioni alla federtennis francese

L'artista Jean Claracq racconta come ha sviluppato il manifesto ufficiale del Roland Garros 2021

Se l'indiscrezione sarà confermata, inizieranno subito dopo la fine del Roland Garros. Non sarebbe clamoroso, poiché è capitato che i top-players, anche se finalisti a Parigi, andassero a giocare subito dopo sull'erba. Lo stesso Nadal ha vinto al Queen's subito dopo il successo a Parigi del 2008, mentre Roger Federer si è imposto ad Halle ben sette volte quando il torneo si giocava subito dopo Wimbledon. Potrebbero avere qualche problema nel parco giocatori i tornei di Stoccarda e 's-Hertogenbosch, se davvero si giocheranno nella seconda settimana del Roland Garros. Ma attenzione: a Parigi saranno già stati eliminati in 112 su 128, dunque tutti gli altri potrebbero potenzialmente partecipare. Ma c'è di più: con gli ottavi in programma domenica e lunedì, persino i giocatori sconfitti negli ottavi potrebbero partecipare: in questo senso, i tabelloni a 28 giocatori e un esordio al mercoledì (o addirittura al giovedì) potrebbe dare una grossa mano.

Lo stesso Andrea Gaudenzi, qualche mese fa, disse che era lecito attendersi delle novità in calendario, con lo sdoganamento di tornei ATP nella seconda settimana degli Slam: il caso del torneo di Kitzbuhel ha dimostrato che è possibile. E poi c'è da considerare che la federtennis francese è scottata dopo i fatti dell'anno scorso, quando annunciò lo spostamento senza aver consultato gli altri organi di governo tennistici. Ne scaturì un incidente diplomatico, faticosamente ricucito. È altamente improbabile che abbiano fatto qualcosa del genere anche stavolta, senza adeguate consultazioni con chi di dovere. Insomma, la notizia c'è ma deve essere interpretata nel modo corretto. Può sembrare strano, ma uno spostamento di appena sette giorni può essere addirittura salvifico. E non creare troppi danni al complesso ecosistema del tennis.