The Club: Bola Padel Roma
IL PERSONAGGIO

Otto interventi chirurgici, ma nessuna resa

L'indomito Christian Harrison, fratello minore di Ryan, si è qualificato per il torneo di Delray Beach. Lo scorso settembre ha effettuato l'ennesimo rientro: si è già fermato otto volte per infortuni di vario genere, tra cui una brutta infezione alle ossa. Ha un passato da top-200 ATP, ma dopo quello che ha vissuto non guarda più i numeri. “Il mio unico obiettivo è stare bene”.

Riccardo Bisti
7 gennaio 2021

Christian Harrison ha tanti obiettivi, ma ce n'è uno più importante di altri: non raggiungere il record di Brian Baker. Lo ricordate? Ottimo talento del tennis americano, è forse il tennista più sfortunato di sempre. Non si è ancora ufficialmente ritirato (anche se il sito ATP lo definisce inattivo), ma si è sottoposto a ben 14 (sì, quattordici!) operazioni. L'ultima risale a un paio d'anni fa, alla schiena. Baker ha spesso raccontato le sue disavventure, iniziate quando era un ragazzino e non riusciva nemmeno a sedersi per terra con le gambe incrociate come i suoi amici. Per anni, ha respinto l'idea di non avere il fisico adatto a fare il tennista: si è preso le sue soddisfazioni, ma ha pagato ogni singolare cambiale. E sono state molto care. Ad appena 26 anni, Harrison è già a quota otto, ma preferirebbe non insidiare il connazionale. Fratello più piccolo (e meno noto) dell'ex baby prodigio Ryan, si è qualificato al torneo ATP di Delray Beach.

Il match che gli ha dato un posto nel main draw è stata una sintesi della sua vita tennistica. Opposto al diciottenne Zane Khan (n.949, scommessa di Sebastien Grosjean, che gli fa da coach), lo ha gestito con agio fino al 6-1 5-2. Ma poi sono sorti i problemi, e il secondo set gli è sfuggito al ventesimo punto del tie-break. Nel terzo, ha brekkato sul 5-5 contro un avversario colpito dai crampi. Dopo il medical timeout di Khan, è stato ripreso e si è trovato in svantaggio nel tie-break decisivo. Se l'è cavata e ha vinto ugualmente, dopo quasi tre ore di gioco. Nulla è stato facile per Harrison, il cui problema più grave è stata un'infezione alle ossa (ascesso di Brodie), che per un lungo periodo ha avuto le sembianze di un tumore. Nei fatti, per due anni non ha potuto utilizzare la gamba sinistra. Quando ha ottenuto la diagnosi corretta, gli hanno dovuto perforare il femore. Un calvario infinito, ma è solo una piccola parte del suo elenco di guai. Tra gli otto interventi chirurgici si ricordano quelli a entrambe le gambe, entrambi i fianchi, il polso destro ed entrambi gli adduttori.

ASICS ROMA
"Negli studi medici ricevi notizie terribili: cose che spesso dai per scontate, all'improvviso non lo sono più. La vita è molto più dura di quel che sembra"
Christian Harrison
Ampia sintesi del match che ha portato Christian Harrison nel main draw del torneo di Delray Beach

Quando trascorri più tempo sotto i ferri che in campo, come minimo, sorge qualche dubbio. Invece Harrison ha scelto di ripartire ogni volta. Per questo, il numero 789 accanto al suo nome nella classifica ATP non lo spaventa. “Non so quante volte sono tornato dopo un infortunio – racconta – penso almeno sei. E ogni volta sono rimasto fermo almeno sei mesi. Non le ho mai contate, credo di essere ancora qui grazie alla mia determinazione”. Il match contro l'argentino Etcheverry non sarà il suo esordio nel circuito ATP. Nel 2012 ha raggiunto i quarti allo Us Open di doppio insieme al fratello, poi quattro anni dopo si sarebbe qualificato in singolare.

Nel 2018 ha giocato la sua unica finale Challenger, si è qualificato a Wimbledon e poi ha passato un turno a Newport. Pochi mesi dopo si sarebbe bloccato per un intervento al femore sinistro. Ha ripreso lo scorso settembre, dall'Italia, al Challenger di Forlì. In mezzo a tanta sfortuna, non ha mai pensato di smettere. Gli è sopraggiunto un solo dubbio: lasciar perdere il singolare e concentrarsi sul doppio. Lo fanno in tanti, anche se per ragioni diverse dalla sua. Ma lui avrebbe il compagno già pronto: il fratello Ryan, ex baby fenomeno, uno dei più giovani di sempre a vincere una partita nel circuito ATP (Houston 2008, quando doveva compiere ancora 16 anni). Ma Christian ha sempre avuto la sensazione di avere il gioco, le gambe, e il fiato per essere competitivo in singolare.

i fratelli Ryan e Christian Harrison allo Us Open 2012: giunsero nei quarti di finale
Un giovanissimo Harrison palleggia con Kei Nishikori a Bradenton. Anni dopo, i due si sarebbero affrontati a Wimbledon

Il tennis è stato il suo antidepressivo nei momenti peggiori. “Negli studi medici ricevi notizie terribili: cose che spesso dai per scontate, all'improvviso non lo sono più. La vita è molto più dura di quel che sembra”. Ryan gli è sempre rimasto accanto: a Delray Beach, sia pure nel rispetto del distanziamento sociale, hanno chiesto di avere stanze vicine e ordinano insieme i pasti tramite Uber Eats. Il fratello maggiore è stato tra i top-50 (numero 40 nel 2017, oggi è 459): prima della valanga di infortuni, tuttavia, Christian era considerato il più futuribile. A 26 anni non può pensare a numeri, classifiche e quisquilie varie. È semplicemente felice di essere in campo e divertirsi colpendo una pallina.

Da ragazzo avevo grandi aspettative, ma i sogni mi sono stati strappati via – racconta – oggi voglio semplicemente mettermi alla prova e costruire una carriera facendo quello che amo. Mi piacerebbe fare abbastanza bene per continuare a giocare, non avere infortuni e costruirmi la vita facendo quello che amo”. Accanto a lui ci sono papà Pat e mamma Susie. Lui è un tecnico piuttosto noto, lei gli è sempre stata accanto. C'era ad ogni visita, c'era ad ogni intervento. “Ho riversato tutte le mie emozioni su di loro, adesso posso soltanto ringraziarli”. Harrison è chiaro: senza il sostegno dei familiari non avrebbe retto. Sarà una grande banalità, ma gli infortuni gli hanno insegnato a dare il giusto valore alle cose. “Credetemi, possono accadere cose ben peggiori che perdere una partita. Dobbiamo sempre ricordarlo”. Già, ricordiamolo.