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AUSTRALIAN OPEN

Lucia Bronzetti e l'elisir di lunga vita

Un anno fa, Lucia Bronzetti giocava i tornei da 15.000 dollari. Oggi si prende la copertina a Melbourne grazie alla sua prima vittoria Slam. Una ragazza normale che prova a diventare speciale affidandosi al lavoro. Ogni sua vittoria allunga la vita del nonno, e in premio avrà la numero 1 del mondo.

Riccardo Bisti
17 gennaio 2022

Il tono di voce ricorda un po' quello di Sara Errani. Inflessione romagnola, tipica, riconoscibile. L'ha anche indicata come esempio, insieme a quella Karin Knapp che le dà una mano negli allenamenti, sul litorale romano di Anzio. Già, perché Lucia Bronzetti ha lasciato l'ospitale Romagna per tentare l'avventura nel professionismo facendosi aiutare dal Piccari & Knapp Tennis Team, laddove i fratelli Francesco (con lei a Melbourne) e Alessandro hanno creato un buon gruppo di ragazze, l'affermata Deborah Chiesa e alcune giovani promesse (Anastasia Abbagnato, Milena Jevtovic, Benedetta Sensi e Maria Pia Vivenzio). A suon di risultati, la stellina del gruppo è diventata proprio Lucia, che qualche mese fa è stata insignita del Trono di Verucchio dalla sindaca Stefania Sabba, fiera di una concittadina che sta facendo conoscere il nome di una cittadina di 10.000 abitanti alle porte di Rimini. 

Ma il trono locale è solo un punto di partenza, specie dopo quello che sta facendo in Australia. E quello che farà mercoledì, quando avrà l'onore di un campo importante contro la numero 1 del mondo Ashleigh Barty. Un traguardo conquistato a suon di lavoro, fatica e costanza. Frasi fatte? Certo, ma senza queste basi è impossibile sfondare nel mondo ultra-competitivo del tennis professionistico. Affidandosi al suo team (che le è stato vicino anche nei momenti difficili del lockdown), la Bronzetti è cresciuta passo dopo passo, fino a diventare la stellina del giorno. Per carità, anche Camila Giorgi e Martina Trevisan hanno vinto i loro match d'esordio a Melbourne, ma Lucia è il volto nuovo, inatteso. Lei stessa aveva detto di essere volata in Australia senza particolari ambizioni. Nonostante abbia 23 anni (li ha compiuti lo scorso 10 dicembre) vive ancora con incanto certe realtà.

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A 10 anni di età, tanti bambini sono già dei baby-professionisti. Lei invece ha continuato con la scuola pubblica, e ha scelto di provarci seriamente col tennis solo dopo aver intascato il diploma.

Lucia Bronzetti si era già distinta in estate, cogliendo buoni risultati nel circuito WTA

“All'inizio vivevo con un po' di soggezione anche le tante interviste, non mi rendevo conto della visibilità che possono dare certi risultati” diceva in estate, quando il mainstream racchettaro aveva notato i suoi primi risultati nel circuito maggiore: Losanna, Palermo, Portorose... partita dopo partita, la Bronzetti si è resa conto di poter stare a certi livelli. Le top-100 non sono più un miraggio. Anzi, sono diventate un traguardo da conquistare al più presto dopo il secondo turno colto all'Australian Open. Aveva giocato il suo primo Slam a New York, ma l'emozione era ancora il sentimento predominante. A Melbourne, invece, ha vinto tre match di qualificazione (rimontando da 4-6 0-2 contro Nao Hibino nel turno decisivo), poi ha giocato un match impeccabile contro Varvara Gracheva.

Premio? Un bel gruzzoletto, la classifica che si attesterà intorno al numero 110 e una diretta TV, in mondovisione, contro la numero 1 del mondo. Una bella storia, perché Lucia – passateci la banalità – sembra davvero la ragazza della porta accanto. Non è una predestinata, anche perchè ha iniziato a giocare a 10 anni presso il TC Valmarecchia, salvo poi spostarsi al Tennis Club Viserba. A quell'età, tanti bambini sono già dei baby-professionisti. Lei invece ha continuato con la scuola pubblica, e ha scelto di provarci seriamente col tennis solo dopo aver intascato il diploma. A quel punto ha cessato la collaborazione con Pat Remondegui (già coach delle sorelle Serra Zanetti) e ha scelto Anzio, una struttura semplica ma ambiziosa, che si è costruita la reputazione con i risultati, non certo con il marketing.

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Da ormai quattro anni, Lucia Bronzetti si affida ai fratelli Francesco e Alessandro Piccari

Prima di effettuare la preparazione invernale, Lucia Bronzetti ha chiuso il 2021 rappresentando il TC Genova in Serie A1

La Bronzetti ha un tennis ancora in fase di costruzione, ed è un fatto positivo: significa che c'è margine di crescita. Vedendola giocare, ricorda alla lontana Caroline Wozniacki. Lungo la sua carriera, la danese ha saputo migliorare il suo gioco, rendendolo più aggressivo. E ha coronato il suo percorso vincendo finalmente uno Slam, proprio in Australia. Non sappiamo se Lucia possa ambire a tanto, ma ci sta mettendo la giusta dedizione. Con i suoi allenatori sta lavorando duro sui colpi di inizio gioco, prova a mettere un pizzico di pressione in più alle avversarie e magari andare a rete più spesso. Step by step, come ha sempre fatto. Francesco Piccari – con lei a Melbourne – sostiene che sia una giocatrice molto facile da allenare, perché il suo comportamento esemplare e impeccabile, unito a una grande educazione, rendono più piacevole un percorso fatto di sacrifici e rinunce. Sullo sfondo, se la ride anche Tathiana Garbin, che l'ha già inserita nel radar delle convocabili per la BJK Cup.

Lucia rivela che riceve spesso messaggi dalla capitana, così come sente di avvertire la giusta vicinanza della federazione, sia tramite i tecnici (Vittorio Magnelli, che dirige il Centro Femminile di Formia) che per il supporto che le viene dato. La wild card a Palermo, per esempio, o il supporto del mental trainer Lorenzo Beltrame. Perché a quei livelli bisogna curare ogni dettaglio, specie in un circuito WTA dove nessuno regala nulla, a differenza di quanto può accadere nei tornei ITF. Dettagli che Lucia sta iniziando a conoscere, dando una soddisfazione infinita al suo gruppo di tifosi più acceso, un gruppo di anziani della sua Villa Verucchio, capitanati dal nonno. Oggi lui ha superato i 90 anni, ha perso la vista e le ha confidato che ogni sua vittoria gli allunga la vita di un mese. “Non darmi tutta questa responsabilità!” ha replicato Lucia. In fondo, non esiste elisir di lunga vita più bello che le gioie di una nipote. E il tennis italiano al femminile, per un giorno, strappa la copertina a quello dei maschietti.