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Lo US Open dal 31 agosto: Serena Williams sarà presente. Nadal e Djokovic…

Lo US Open si giocherà a partire dal 31 agosto, a porte chiuse e con un protocollo specifico. Serena sarà presente, ancora dubbi su Djokovic e Nadal

Staff Tennis Magazine
17 giugno 2020

Alla fine è andato come previsto dopo quanto era emerso mega conferenza zoom che la scorsa settimana ha visto presenti i dirigenti della USTA, il management dell’ATP e oltre trecento giocatori: lo US Open si giocherà dal 31 agosto, a porte chiuse e senza torneo di qualificazione. Sempre a New York, dal 22 al 28 agosto, si giocherà il Masters 1000 da Cincinnati, per evitare eccessivi spostamenti e che prevede anche un tabellone di qualificazione da 48 giocatori, oltre ai 56 del main draw. 

I giocatori potranno arrivare nella Grande Mela dal 15 agosto, senza voli charter personali (soluzione che difatti appariva complessa, non solo economicamente), con due camere a disposizione al TWA Hotel dell’aeroporto JFK perché ogni giocatore potrà essere accompagnato da tre persone dello staff, una delle condizioni considerate prioritarie per potersi preparare in maniera adeguata (ed evitare infortuni). Tutti quanti dovranno indossare la mascherina (tranne durante i match e gli allenamenti) e saranno sottoposti ai test, anche perché la disponibilità dei kit è ormai sufficiente a coprire le esigenze, come già dimostrato dal protocollo per la ripartenza del campionato Nba di basket. Una soluzione alternativa, per esempio molto cara a Novak Djokovic, è quella di affittare una casa privata fuori Manhattan e chissà che, in questo caso, non sia ammesso allargare il numero di accompagnatori.

Il torneo si giocherà inevitabilmente a porte chiuse e i giocatori potranno dunque sfruttare tutti gli enormi spazi del Billie Jean King Tennis Centre per garantire l’ormai celebre distanziamento sociale (di cui peraltro non sembrano essere così preoccupati, visto quanto accaduto a Belgrado con l’Adria Tour organizzato proprio da Djokovic). Un piccolo vantaggio per le teste di serie sarà quello di poter sfruttare le corporate suite dell’Ashe Stadium (anche se in un’epoca di estremo politically correct anche questa decisione susciterà polemiche).

Fonti americane indicano che Serena Williams sarà presente, Nadal e Djokovic potrebbero essere stimolati dalla rincorsa al record di Slam vinti

Ma cosa succederebbe se un giocatore o un membro dello staff risultasse positivo al test per il COVID-19? Verrà immediatamente isolato e si seguirà il protocollo del Center for Disease Control, compreso il necessario periodo di quarantena.

Ora bisognerà attendere le reazioni dei top players. Fonti americane indicano che Serena Williams sarà presente, mentre già sappiamo che Roger Federer ha annunciato lo stop forzato per il problema al ginocchio che lo terrà lontano dai tornei per tutta la stagione. Nei giorni scorsi, Novak Djokovic e Rafael Nadal si sono dimostrati scettici sulla loro partecipazione ma era probabilmente anche un modo per forzare la mano agli organizzatori e ottenere qualche concessione extra, come accaduto con il numero di accompagnatori che è stato allargato da una a tre persone e con la possibilità di non essere confinati all’aeroporto JFK ma di affittare una casa privata, un costo decisamente sostenibile per loro. Djokovic non pare così preoccupato dal possibile contagio, nonostante sia evidente la sua maniacale attenzione per la salute psico-fisica, visto che ha organizzato un evento nella sua Belgrado con spalti pieni e feste di discoteca, insieme ad altri giocatori come Sascha Zverev, Dominic Thiem e Grigor Dimitrov. Chiaro che l’emergenza sanitaria in Serbia è decisamente meno preoccupante che a NYC, tuttavia non si è avvertito il minimo bisogno di una qualsiasi forma di restrizione, ancora in vigore nella maggior parte dei paesi.

Un dettaglio che potrebbe far pendere l’ago della bilancia verso la loro presenza allo US Open è proprio… l’assenza di Federer. Il titolo di GOAT non può essere ufficialmente messo in palio perché è sostanzialmente un’analisi giornalistica e un vizio degli appassionati; però il record di vittorie Slam è invece un primato al quale puntano sia Nole sia Rafa. Federer resterà fermo a quota 20 per quest’anno, Nadal insegue a 19, Djokovic a 17: l’opportunità di raggiungere o avvicinare la testa dei vincitori Major dovrebbe dunque convincere gli ultimi due a volare fino a NYC.

Non manca qualche voce critica: comprensibile la reazione di Noah Rubin che ha attaccato proprio Djokovic, assente dal meeting zoom con gli altri giocatori perché impegnato in una partita di calcio con gli altri protagonisti dell’Adria Tour, salvo poi inviare un messaggio di disappunto per le restrizioni che erano state indicate. Cabal e Farah sembrano preoccupati perché avrebbero difficoltà a volare dalla Colombia negli States (pare che nel meeting gli sia stato suggerito di prendere un autobus fino a Buenos Aires…), mentre Gabriela Dabrowski si è lagnata della riduzione delle coppie di doppio e l’annullamento del torneo di doppio misto, a conferma di come troppi guardano ancora al loro giardino e non all’interesse generale. Tuttavia, si tratta di pochi mugugni e la stessa USTA si è dichiarata poco preoccupata dell’eventuale assenza anche di giocatori di primissimo livello: alla fine, un torneo dello Slam è più importante anche delle superstar.

Ma non solo di Grand Slam si parla. ATP e ITF stanno studiando un piano per far ripartire i tornei Challenger e Futures e quindi anche le carriere dei giocatori meno benestanti. I primi tornei dovrebbero essere organizzati alla fine di agosto, con il contributo della stessa USTA che donerebbe un paio di milioni a sostegno vista la mancata disputa del torneo di qualificazione. I tabelloni dovrebbero essere ridotti a 28 giocatori, poche coppie di doppio e richieste organizzative meno stringenti per ridurre il budget complessivo e salvaguardare molti piccoli tornei a rischio di cancellazione.