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US OPEN

Little Italy!

Per la prima volta allo Us Open (la quinta in assoluto), due italiani raggiungono i quarti di uno Slam. Jannik Sinner affianca Matteo Berrettini e l'Italia sogna qualcosa di mai vissuto. Intanto entrambi hanno raggiunto almeno i quarti in tutti gli Slam. E a New York potrebbero replicare un risultato visto solo al Roland Garros 1960...

Riccardo Bisti
6 settembre 2022

Comunque vada, è già il torneo dei record. Non era mai successo che l'Italia portasse due giocatori nei quarti di finale dello Us Open, torneo nato nel 1881 e che fino al 1968 si chiamava Us Championships. Dopo Matteo Berrettini, l'edizione 2022 ha portato anche Jannik Sinner nella Final Eight. Contro Ilya Ivashka è stata partita ostica, complicata, inquinata da una prestazione così così. O meglio, una prestazione altalenante. L'altoatesino ha giocato bene nel primo e nel terzo, male nel secondo e nel quarto, e si è trovato in svantaggio 3-1 nel quinto.

Ha trovato l'energia per vincere cinque giochi consecutivi e per lui è un traguardo storico, perché è diventato il più giovane, dai tempi di Novak Djokovic, a raggiungere almeno i quarti in tutti i tornei del Grande Slam. Mercoledì tenterà di artigliare la sua prima semifinale Slam contro Carlos Alcaraz, match che è già un classico nonostante la giovane età dei protagonisti, e che sarà una gustosa rivincita dopo gli scontri diretti di Wimbledon e Umago. Un match da non perdere. Ma oggi è tempo di godersi numeri da brividi per il nostro tennis. Per anni – tanti anni – abbiamo cercato un tennista che fosse in grado di raggiungere almeno gli ottavi in tutte le prove del Grande Slam.

Jannik Sinner ha mostrato un gran carattere nel match contro Ilya Ivashka

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Non ce l'avevano fatta nemmeno i mostri sacri Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, penalizzati dalla difficoltà nel viaggiare fuori dall'Europa nei loro anni d'oro: Pietrangeli ha mancato l'obiettivo a New York, Panatta a Melbourne. In tempi recenti, erano andati vicini a farcela Andreas Seppi e Fabio Fognini. L'altoatesino ha raccolto sei ottavi Slam (quattro a Melbourne, uno a Parigi, uno a Londra), ma è sempre mancato a New York. È arrivato per quattro volte al terzo turno. Quando sembravano non esserci più speranze, l'anno scorso si è costruito un extremis un'ultima chance. Il sogno è svanito contro Oscar Otte.

Al contrario, Fognini è arrivato otto volte negli ottavi (spingendosi solo una volta ai quarti, al Roland Garros 2011) ma non li ha mai raggiunti a Wimbledon, nonostante un tennis che si può adattare più che bene ai prati. È arrivato sei volte al terzo turno, ma non ha mai scavallato la prima settimana. Adesso abbiamo due giocatori che hanno fatto addirittura un passo in più. Col successo di lunedì notte, Sinner ha eguagliato Matteo Berrettini: entrambi hanno raggiunto almeno una volta i quarti in tutti gli Slam. I risultati di Berrettini sono migliori in assoluto (finale a Wimbledon e due semifinali) , ma entrambi hanno ancora parecchio tempo per migliorare i loro numeri.

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Impressiona che entrambi siano arrivati almeno agli ottavi in più della metà degli Slam giocati (9 su 17 per Berrettini, 7 su 12 per Sinner). Numeri straordinari: il bello è che possono ancora migliorare, vista la giovane età dei due – soprattutto Sinner – e il cambio generazionale che dovrebbe creare uno spazio maggiore rispetto all'egemonia dei Big Three. Lo Us Open 2022, in effetti, è storico in questo senso: se escludiamo lo Us Open 2020 (torneo giocato in piena pandemia, con tanti assenti e la squalifica di Djokovic per la pallata a una giudice di linea), era dal 2004 che uno Slam non accoglieva nessuno dei magnifici tre nei quarti di finale.

Ok, manca Djokovic, ma la direzione sembra chiara. Una direzione che potrebbe spingerci a spolverare il tabellone del Roland Garros 1960, unica occasione in cui due italiani hanno raggiunto le semifinali di uno Slam. Allora furono Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. Quest'ultimo perse contro Luis Ayala, poi sconfitto in finale dal romano, che confermò il successo dell'anno prima. 52 anni dopo, Matteo Berrettini e Jannik Sinner possono imitarli. Gli ultimi ostacoli si chiamano Casper Ruud e Carlos Alcaraz. Non esattamente avversari malleabili. Ma neanche impossibili. E forse New York tornerà ad essere Little Italy. Alla faccia di Chinatown.