The Club: Bola Padel Roma
WTA 125 GAIBA

Good job, Gaibledon!

Il successo di Alison Van Uytvanck ha sigillato il Veneto Open di Gaiba, primo torneo professionistico d'Italia a giocarsi sull'erba. Partite d’altri tempi e tanto serve & volley, tanta allegria, ottima risposta di pubblico, qualcosa da rivedere riguardo i campi. Ma il bilancio rimane positivo e l'entusiasmo degli organizzatori - se possibile - è ancora più grande.

Da Gaiba, Carlo Binder
22 giugno 2022

Gaiba è un paesino del Polesine, circondato da campagne a perdita d’occhio, che dieci anni fa si è inventato un piccolo circolo di campi su erba, e da qualche mese ha sognato di realizzare l’impossibile e bussare alla porta del grande tennis. Da una parte meno di mille abitanti, dall'altra l’ambizione smisurata di trasformare degli ex campi da calcio dismessi in un torneo internazionale WTA 125, il primo in assoluto su erba naturale in Italia. Il Circolo Tennis Gaiba per tutti i locali è Gaibledon (“Pronunciare oggi questo soprannome fa ancora più sorridere - dice il Presidente Elia Arbustini - noi l’avevamo coniato per gioco, ma le nostre partecipanti di quest’anno stanno davvero per andare all’ All England Club!”), e avvicinarcisi ricorda quel contrasto di alcuni piatti locali, in cui l’azzardato accostamento tra dolce e salato funziona, inaspettatamente, a meraviglia. Strade tranquille, nei bar cappuccino e “pasta” (qui così si chiama la brioche) e il dialetto a farla da padrone; ma varcato il cancello camba tutto: volti e accenti provenienti da ogni parte del mondo (ben 15 i paesi rappresentati nei soli tre giorni conclusivi).

L'organizzazione ha curato febbrilmente ogni dettaglio, con il culmine nell’accoglienza alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in occasione della finale; . In cambio, dai campi verdi si udivano “schiocchi” di qualità, a testimonianza di un main draw di tutto rispetto che prevede diverse top 100. Il torneo ha riservato la migliore accoglienza possibile per le giocatrici, che si sono concesse anche qualche licenza extra campo rispetto agli appuntamenti più rinomati: la visita alla mostra di Kandinskij, l’esperienza sull’idrovolante e il workshop di pasta fresca tra le più apprezzate. L’atmosfera è allegra e i sorrisi non mancano: rubano certamente l’occhio quelli sempre radiosi delle americane Brengle e Liu, vincitrici del doppio a scapito della coppia russo-georgiana Diatchenko-Kalashnikova, e quello ormai popolare di Martina Trevisan, che nonostante un piccolo fastidio fisico non ha voluto rinunciare al torneo di doppio (si è fermata nei quarti proprio per mano delle americane).

«Il campo? Vogliamo aumentare l’altezza media e la precisione dei rimbalzi. Il nostro consulente agronomo sarà a Maiorca già dalle prossime settimane per apprendere da chi propone un livello superiore» 
Elia Arbustini
ASICS ROMA

Sara Errani è stata senza dubbio l'atleta più tifata durante il Veneto Open di Gaiba

La nota dolente ha riguardato la superficie: è l’ammissione quasi all’unisono sia di Arbustini, sia del sindaco Nicola Zanca: il centrale, oltre all’utilizzo costante e a un difetto di gioventù (è il più recente, quindi ha bisogno di un po' di tempo per stabilizzarsi), paga anche qualche errore tecnico. “Ne siamo consapevoli e siamo già al lavoro per migliorarlo – prosegue il Presidente - vogliamo aumentare l’altezza media e la precisione dei rimbalzi. Il nostro consulente agronomo sarà a Maiorca già dalle prossime settimane per apprendere da chi propone un tappeto di livello superiore. Siamo all’inizio ma non è un alibi, vogliamo assolutamente elevare il livello e migliorare il feeling delle atlete top, affinchè siano felici di tornare”. È stato curioso vedere le giocatrici simulare solamente il palleggio al servizio, se non addirittura effettuarlo con piccoli lanci verso l’alto. Nonostante tutto, l’insidiosità del campo ha rappresentato un fattore interessante nella dinamica del gioco, come ha sostenuto la vincitrice del singolare Alison Van Uytvanck: “Spesso eravamo costrette a forzare il gioco su colpi e in zone cui non siamo abituate, e soprattutto ci si presentava la necessità costante di ricercare soluzioni. Certamente da questo torneo trarrò elementi utili per il mio bagaglio”. A testimonianza del fatto che sui campi si è fatto sul serio, con match intensi fatti di tennis d’attacco e volee ormai rare.

Un allineamento astrale particolarmente felice ha consegnato agli organizzatori (magari per ripagarli per l’audacia, come nel proverbio) forse la miglior finale possibile: la testa di serie numero 1 da una parte, la belga Van Uytvanck (n.46 WTA), e l’italiana Sara Errani nella parte bassa, sorprendentemente a suo agio su quest’erba, e finalmente in un buon momento dopo l’operazione al gomito. Il campo centrale risponde sempre presente, sa infiammarsi e la sostiene nei vari turni, anche in qualche momento “caldo” con i giudici di sedia, quasi ad accompagnarla verso il traguardo più ambito. Nell’atto finale, però, la maggiore potenza e attitudine della sua avversaria hanno la meglio piuttosto nettamente: nel primo set Sara lotta, manca qualche occasione, va sotto di un break; poi quasi lo recupera, subendo a suo dire un enorme torto arbitrale su una palla che le avrebbe consegnato il 5-5; furiosa non recupera la concentrazione, e il parziale va in archivio per 6-4 con più di un rammarico. Nel secondo non c’è quasi storia, con la Errani che va sotto di due break, ne recupera uno in un ultimo impeto di orgoglio ma poi, senza altre reali occasioni, finisce con il cedere ancora il servizio, per il 6-3 con cui la Van Uytvanck chiude i conti.

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Tra le attività collaterali più apprezzate dalle giocatrici c'è stato il workshop... di pasta fresca!

Il simpatico filmato con cui vari personaggi del torneo hanno descritto Gaiba con una parola

L’epilogo vede dunque la belga sollevare il trofeo, che rappresenta un’altra piccola perla: si tratta di un pezzo unico, un coloratissimo vaso disegnato appositamente per il Veneto Open dai Mastri Vetrai di Murano, a sottolineare l forte coinvolgimento del territorio. Termina così la prima edizione di questo torneo (almeno) triennale, che tanto deve crescere, ma che ha scritto un pezzettino di storia italiana, con un risultato finale nel complesso positivo. “Tra le cose di cui siamo più orgogliosi ci sono il pregevole lavoro dello staff e la costante presenza di pubblico – concludono Arbustini e Zanca – investire nel femminile è stata una scommessa, dalla quale però abbiamo avuto un notevole riscontro.

Per noi oggi è un punto di partenza, questi secondi dieci anni rappresentano una storia nuova, fatta di obiettivi ancora più ambiziosi”. E ciò che resta, mentre si spengono i riflettori e inizia un po’ di meritata goliardia tra chi si è speso in questa impresa, può essere ben rappresentato da un bel video reel (vedi sopra, ndr) girato sui social in questi giorni, che mescola le sensazioni di giocatrici e staff chiamati a definire questa esperienza in una sola parola: magia, amici, dedizione, sogno, serve & volley, gruppo, condivisione, tra le altre, fino a chiudere con “casa”, pronunciata da una sorridente Errani. Tutto questo assieme è stato Gaiba, e allora “good job!”, e come ha detto Sara a fine match: ci vediamo l’anno prossimo.