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L'INTERVISTA

“Ecco il mio sistema per individuare il GOAT”

Prosegue il nostro dibattito per individuare il tennista più forte di sempre, o semplicemente per capire se una classifica del genere esisterà mai. Ne parliamo con il commentatore di Eurosport Spagna Fernando Gomez Saez, il quale propone un criterio di calcolo per individuare il GOAT. Contano soprattutto gli Slam, ma non solo...

Federico Ferrero
27 ottobre 2020

Fernando Gomez Saez, giornalista professionista, due lauree (giurisprudenza e scienze dell’informazione) commenta il tennis per Eurosport Spagna dal 1995. Questo è il suo punto di vista sul dibattito intorno al GOAT (Il migliore di tutti i tempi).

Fernando, la Spagna è in festa per il ventesimo Slam di Nadal. Lo stesso Federer gli ha fatto pubblicamente i complimenti per averlo “agganciato” a quota 20. E Rafa ha confermato, in conferenza stampa, che la conta degli Slam è ciò cui guarda se pensa “alla storia del tennis”. Secondo te è un parametro giusto?
«Direi che non è una formula perfetta, ma forse ci aiuta ad avvicinarsi. Anche se, secondo me, dobbiamo tenere conto di altre questioni: come la separazione dei tennisti in professionisti e dilettanti, che c’era fino al 1968. E pure di altri aspetti, volendo, come l'influenza che ogni giocatore ha generato nel suo tempo fuori dal campo, o come verrà ricordato con il passare dei decenni, dopo che avrà smesso. E non vanno dimenticati altri titoli importanti, anche se inferiori a quelli dello Slam: come la Coppa Davis (soprattutto quella che esisteva fino al 2018), le Olimpiadi (dal loro ritorno ufficiale nel 1988), i Masters (le Atp Finals di fine stagione) e, in misura minore, i tornei Masters 1000. Ma sì, dovendo sceglierne una penso che contare i titoli dello Slam possa essere una classifica storica corretta, anche considerando tutto quello che ho detto».

Perché?
«Perché sono i tornei più importanti. Per numero di turni, per lunghezza dei match se parliamo di tennis maschile, e di importanza di quegli eventi per gli appassionati».

"Proporrei un sistema di conteggio storico nel quale, per esempio, uno Slam valga 5 punti, un finalista Slam 3, le medaglie olimpiche valgano rispettivamente 3, 2 e 1 punto, vincere la Coppa Davis 3 punti, il Masters di fine anno 2 punti e ciascun Masters 1000 un punto" 
Fernando Gomez Saez
L'argomento "GOAT" appassiona sempre di più. Qui ne parlano Andy Murray e Novak Djokovic

Esiste un metodo per “dare un prezzo” a tutte le vittorie?
«Restando su quello che dicevo, sì: sarebbe importante dare un valore al significato che ha avuto ciascun successo nella sua epoca. Per esempio: sebbene Roy Emerson abbia vinto 12 Slam in singolare e abbia guidato questa classifica per più di tre decenni, sembra che tanto Rod Laver quanto Bjorn Borg siano ricordati molto più di lui, nonostante ne abbiano vinti 11. Bisognerebbe tenere in considerazione la valutazione che i fan fanno di loro, in termini di quanto siano stati felici di vederli giocare. Ecco, io proporrei un sistema di conteggio storico nel quale, per esempio, uno Slam valga 5 punti, un finalista Slam 3, le medaglie olimpiche valgano rispettivamente 3, 2 e 1 punto, vincere la Coppa Davis 3 punti, il Masters di fine anno 2 punti e ciascun Masters 1000 un punto. Non ho fatto i calcoli, ma sarei curioso di vedere cosa succederebbe».

Ritieni che i cambiamenti occorsi nel tennis negli ultimi decenni (superfici, materiali, palle, allenamenti, tecnologia) abbiano alterato la competizione sui titoli Slam vinti?
«Sì, sono cambiate cose molto importanti, e ovviamente ci sono state moltissime modifiche, anche se ci sono altri sport che sono cambiati molto di più del tennis, come la pallavolo. Soprattutto i cambi di superficie dimostrano che oggi, giorno per giorno, tutto tende a fare in modo che siano i giocatori più completi a vincere, quelli che si adattano meglio ai cambiamenti, e non gli specialisti. Sta succedendo la stessa cosa nel ciclismo. I grandi giri non li vincono più gli scalatori, ma quelli che sono capaci di non perdere tempo né se devono fare salite, né se sono impegnati in una cronometro. E il fatto che le superfici siano state cambiate, e si sia passati da 3 tornei del Grande Slam su erba a uno solo, è una conseguenza del loro costo di conservazione. Credo che adesso la distribuzione di superfici nei Major vada bene: un torneo su erba, un altro su terra e due su superfici dure, ma con la possibilità di chiudere il tetto se piove o fa molto caldo, come in Australia».

Grazie a una serie di combinazioni fortunate, Roy Emerson ha vinto 12 Slam ed è stato il più titolato di sempre per oltre 30 anni
Un'affascinante infografica con l'evoluzione dei top-10 ATP negli ultimi trent'anni

Secondo te, in definitiva, esiste il GOAT?
«Non sono un grande sostenitore di questo tipo di giudizio, perché ho notato che solleva discussioni e scalda troppo gli animi tra i fan. Ricordo sempre quello che diceva Martina Navratilova, sul fatto che Federer fosse il migliore di sempre e Nadal il migliore dei due. E perché non aggiungere che, forse, Djokovic è il migliore dei tre (nonostante quanto accaduto di recente nella finale del Roland Garros)? È possibile che, quando tutti e tre si saranno ritirati, il numero di titoli importanti vinti da ciascuno stabilirà molto probabilmente che Nadal o Djokovic sono i migliori. Ma se me lo chiedi ora, ottobre 2020, e nonostante il pareggio di 20 tornei individuali del Grande Slam con Nadal, ti direi che ho la sensazione che Federer sia ancora il più grande della storia. Quello che è chiaro è che tutti e tre sono sul podio maschile, e su questo vorrei insistere perché sappiamo che ben tre donne hanno superato la cifra di 20 Slam. Mi chiederò sempre fino a che punto sarebbero potuti arrivare Laver e Borg, se avessero trascorso più tempo sul circuito, rispettivamente, prima del 1968 e dopo il 1980».

Una provocazione finale, Fernando: Rafa ha vinto 13 dei suoi 20 Slam sulla terra. Da spagnolo, cosa rispondi a chi dice che è un qualcosa di mostruoso, ma che è molto sbilanciato su uno dei quattro Major rispetto a Federer e Djokovic, se si parla di record assoluto?
«Che sono totalmente d’accordo. Vincere il Roland Garros 13 volte è qualcosa che non può essere spiegato a nessuno che non lo abbia visto. Solo con quella cifra, senza aver vinto altro, nella storia solo Federer, Djokovic e Sampras sarebbero stati davanti a lui come Slam vinti in totale.
L'altra faccia del discorso è che Nadal è stato in grado di vincere "solo" 7 Slam fuori da Parigi. Per quanto riguarda il tennis spagnolo, è assolutamente straordinario che ci sia un giocatore che ha aggiunto alla sua collezione 7 vittorie tra Australia, Wimbledon e Stati Uniti, ma è vero che il conto è meno equilibrato. Una classifica che mi è sempre piaciuto fare, a proposito, è quella dei titoli del Grande Slam di ogni giocatore senza contare il posto in cui ha vinto più volte. Mi spiego: togliamo i 13 titoli di Nadal da Parigi e teniamo i 7 vinti altrove. A Federer e Djokovic, togliamo gli 8 da Wimbledon dell’uno e gli 8 Open d'Australia dell’altro. Resterebbero 12 Slam a Roger e 9 a Novak. Questo per dire che mescolare numeri e tennis può essere un divertimento senza fine!»