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CURIOSITÀ

Davvero credete che il tennis sia uno sport sicuro?

L'assenza di contatto fisico è un tratto distintivo del tennis, ma non mette al riparo da certi rischi. Anche i tennisti hanno patito infortuni al limite dell'assurdo: teloni anti-pioggia, ventilatori, testate, pugni scriteriati e altro ancora possono essere (molto) pericolosi.

Riccardo Bisti
23 gennaio 2021

Il tennis è tra gli sport preferiti delle mamme apprensive. Motivo? Non è una disciplina di contatto. L'avversario si trova a distanza di sicurezza ed è meno probabile incorrere in infortuni. Certo, la palla viaggia forte e può rappresentare un pericolo. Tuttavia, il galateo tennistico prevede che sia cosa buona e giusta non tirare addosso all'avversario. Diciamo che ci sono sport più pericolosi, anche se non sono mancati brutti episodi, talvolta tragici. Il pensiero va al povero giudice di linea morto a seguito di un servizio di Stefan Edberg, durante lo Us Open 1983. Ma fu una dinamica fortunosa, più unica che rara. Storte alle caviglie e alle ginocchia sono le principali modalità di infortunio con il nostro sport, ma è capitato che si verificassero episodi al limite del surreale. Facciamo una breve carrellata degli infortuni più strani capitati sul campo da tennis.

IL TELONE ANTI-PIOGGIA DI DAVID GOFFIN
David Goffin aveva conosciuto il campo Suzanne Lenglen di Parigi nel 2012, sfidando Roger Federer. Da lucky loser, aveva centrato gli ottavi al Roland Garros e fece una gran figura, portandogli via un set. Sullo stesso campo, cinque anni dopo, durante il terzo turno contro Horacio Zeballos, si è procurato una brutto infortunio alla caviglia destra per essere inciampato su un telone anti-pioggia a bordocampo. In un disperato recupero, il belga ha toccato il telone e si è procurato un infortunio che gli è costato un mese e mezzo di stop, costringendolo a saltare Wimbledon. Come se non bastasse, il febbraio successivo si è fatto male a un occhio durante il torneo di Rotterdam: impegnato contro Grigor Dimitrov, nel giocare una volèe la palla gli è schizzata sull'occhio. Anche il quel caso è stato fermo più di un mese. Diciamo che ha saldato il suo conto con la sfortuna.

LA TESTATA DI IVANISEVIC E PHILIPPOUSSIS
Questa la ricordano in pochi. 1998, Masters 1000 (allora Super 9) di Toronto: inedita coppia di bombardieri nel tabellone di doppio. Sfruttando la loro potenza, Goran Ivanisevic e Mark Philippoussis giunsero nei quarti, arrivando a sfidare gli specialisti Knowles-Nestor. La loro avventura è terminata a causa di una fortunosa testata in cui Ivanisevic ha avuto la peggio, con sei punti di sutura. Dinamica folle: il croato aveva messo una volèe in rete, poi a gioco fermo ha provato a colpire la palla con la testa, in stile calcistico. Il problema è che ci ha provato anche Philippoussis. Risultato? Boom. “Stamattina pensavo che avremmo potuto perdere, ma non in questo modo – disse Ivanisevic – ero vicino alla palla e stavo per colpirla, ma Mark è arrivato come un treno. Ho sentito un dolore molto forte. Ho visto il sangue e ho subito capito che sarebbero serviti dei punti di sutura”. Se la cavò con qualche giorno di pausa, ma riuscì a giocare la settimana successiva a Cincinnati, anche se per un po' sarebbe rimasto alla larga dal doppio. “E la prossima volta sceglierò un compagno più basso, così se dovesse darmi una testata mi colpirebbe al petto”. Il gennaio di quell'anno si era procurato una ferita alla tempia sinistra, boxando sul ring con lo spagnolo Jordi Burillo. “Avevamo i guanti, nessuno si era mai fatto male. Ma lui mi ha colpito accidentalmente con il gomito”. Risultato: quattro punti di sutura. Povero Goran.

ASICS ROMA
"Credo ancora che avesse le qualità per vincere Wimbledon. Guardate la Kvitova, che lo ha vinto due volte: Laura aveva la stessa capacità di portare via la racchetta dalla mano dell'avversaria"
Annabel Croft
Il telone anti-pioggia è stato fatale a David Goffin

JAMES BLAKE E IL RISCHIO DI RIMANERE PARALIZZATO
Il Foro Italico di Roma è splendido, ma non possiede un numero sufficiente di campi per le esigenze di un torneo così importante. Per questo, i giocatori devono allenarsi in altri club. Nel 2004, James Blake si stava allenando al TC Parioli quando fu vittima di un incidente che avrebbe potuto costargli caro. Nel tentativo di recuperare una smorzata, è scivolato ed è finito addosso al paletto esterno della rete. L'impatto gli è costato la frattura della settima vertebra cervicale. L'americano rischiò addirittura la paralisi ma scelse di farsi curare negli Stati Uniti, evitando qualsiasi intervento da parte dei medici italiani. Non ci sono tracce filmate dell'episodio, ma non c'è dubbio che l'episodio gli costò tre mesi di stop. Riprese a Newport, saltando Parigi e Wimbledon. Si sarebbe ripreso, cogliendo il suo best ranking nel 2005. Dopo il ritiro, Blake è stato protagonista di un altro antipatico episodio, quando fu aggredito da un poliziotto in borghese fuori dall'hotel dello Us Open. Lo aveva scambiato per un sospettato di frodi informatiche: fu particolarmente aggressivo nell'immobilizzarlo, facendo pensare a un gesto dettato dal razzismo. La faccenda ha poi avuto una lunga appendice legale.

L'OSPEDALE DI KIRSTEN FLIPKENS
Al recente torneo di Abu Dhabi, Kirsten Flipkens si è procurata la più classica delle storte alla caviglia. Ma le modalità sono state alquanto inusuali: impegnata contro Sofia Kenin, in fase difensiva è saltata per giocare un pallonetto. Al momento di ricadere, è inciampata su un pannello pubblicitario che si trovava ai piedi di un giudice di linea. Le foto pubblicate nei giorni successivi sui social network hanno evidenziato una caviglia gonfia come un melone, accompagnate dalla preghiera di abolire questi mini-cartelli pubblicitari. In effetti, un pannello simile era stato fatale anche a David Nalbandian, squalificato dalla finale del Queen's 2012 per aver ferito un giudice di linea dopo averne scalciato uno. Ironia della sorte: per farsi curare, la Flipkens è finita proprio all'ospedale Healthpoint di Abu Dhabi... lo stesso che era pubblicizzato sul cartellone!

Kristyna Pliskova soccorsa durante il torneo di Nanchang. Sulla destra, il ventilatore "incriminato"
Il brutto infortunio capitato a Kirsten Flipkens ad Abu Dhabi, lo scorso 8 gennaio

IL TAGLIO DI KRISTYNA PLISKOVA
I tennisti sono fortunati perché i calendari ATP-WTA inseguono la bella stagione, e vivono quasi sempre in estate. Giocare al caldo è piacevole, ma può avere qualche effetto collaterale. Nel 2017, la gemella di Karolina Pliskova era impegnata contro Nao Hibino al torneo cinese di Nanchang. Partita semplice, senza intoppi. Avanti 3-0, la ceca decise di accendere il ventilatore sistemato dietro la sua panchina. Nel tentativo di metterlo in moto, si è ferita al pollice della mano sinistra (lei è mancina). Non c'è stato verso di curarsi in campo, dunque fu costretta al ritiro e a un breve ricovero in ospedale, con tanto di applicazione di qualche punto di sutura. C'è da credere che la ceca non vorrà più avere a che fare con un ventilatore...

IL PUGNO DI MARC ROSSET
Se esistesse un Premio Ingenuità, il leader incontrastato sarebbe Marc Rosset. Campione Olimpico, top-10, ottimo giocatore, il simpatico Pippo è ricordato anche per l'incredibile incidente durante la Hopman Cup del 1996. Finale tra Svizzera e Croazia, doppio decisivo: in coppia con una giovanissima Martina Hingis, stavano affrontando Majoli-Ivanisevic ed erano 5-5 al terzo set. A un certo punto, Rosset ha annunciato il ritiro perchè non riusciva ad andare avanti. Troppo grande il dolore alla mano destra. Nel game precedente, dopo aver mancato quattro matchpoint (anzi, championship point) sul servizio di Ivanisevic, aveva tirato un pugno contro un cartellone pubblicitario. Era furioso per una chiamata arbitrale sfavorevole sul secondo matchpoint. Purtroppo per lui, dietro il cartellone pubblicitario c'era un muro. “Non avrei mai dovuto farlo, non avete idea di quanto mi dispiace – disse Rosset – ma a volte è difficile controllarsi”. Visitato dal dottor Gerard Taylor presso il St. John of God Hospital di Perth, si fratturò un osso alla base del mignolo. L'infortunio gli costò l'intera stagione australiana. La Hingis finì in lacrime.