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MIAMI OPEN

Cerundolo, la fortuna non arriva mai per caso

La buona sorte di questi giorni è il giusto premio per gli sforzi di Francisco Cerundolo. Cresciuto nell'ombra, senza attività junior, ha avuto bisogno di tempo per trovare la sua dimensione. Un carattere non facile, tanta solitudine e il desiderio di studiare ne hanno rallentato la crescita. Ma oggi è la nuova stella del tennis argentino.

Riccardo Bisti
1 aprile 2022

“Francisco Cerundolo ha la mia età, ma da junior non lo conosceva nessuno. Giocava pochissimi tornei, quindi sarà emozionante incontrarlo”. Parola di Casper Ruud, (stra)favorito nella prima semifinale del Miami Open (ore 19, diretta Sky Sport). Il norvegese è stato fin troppo diplomatico. Non è che l'argentino giocasse pochi tornei: non ne ha proprio giocati, saltando a piè pari l'attività junior, a differenza del fratello Juan Manuel (n.9 ITF nel 2018). Nato un giorno dopo Stefanos Tsitsipas, il protagonista a sorpresa dell'Hard Rock Stadium ha vissuto una crescita particolare, in cui il tennis non è mai stato l'unica opzione. Problemi di autostima, passi falsi e solitudine hanno accompagnato i suoi primi passi nel tennis. Ma chi sa guardare oltre il proprio naso aveva capito tutto: dei due hermanos, il più talentuoso era proprio lui. Mentre Juan Manuel è il prototipo del terraiolo puro, un pallettaro anni '80 trasportato ai giorni nostri, il tennis di Fran è decisamente più moderno, aggressivo. Era una questione di tempo, se solo la sua testa avesse retto. “È un tipo particolare, ha un carattere un po' strano, simile a Gaston Gaudio” dice papà Alejandro (per tutti Toto), numero 310 ATP nel 1982. Cerundolo Sr. Dirige un'accademia a Buenos Aires ed era inevitabile che i due figli ci provassero col tennis.

Ma se il fratello minore ha avuto una crescita tradizionale, anche con l'aiuto di qualche sponsor, Fran ha avuto un percorso tutto suo. Per anni ha combattuto con fantasmi interiori, incerto su quali fossero le sue priorità. Una volta completate le scuole superiori, ha scelto di provarci con il college. Ricevette diverse offerte, poi optò per l'Università della Carolina del Sud, laddove fece squadra con Paul Jubb, altro giocatore che sta attraversando un buon momento. L'esperienza gli è servita per migliorare l'inglese e maturare come persona, ma ha capito che non era il suo percorso. Voleva provarci col tennis ma senza precludersi una carriera universitaria: mentre muoveva i primi passi nel circuito si è iscritto all'Università di Buenos Aires (UBA), poi ha sfruttato una convenzione tra l'Università di Palermo (quartiere residenziale della capitale) e l'ATP, iniziando un corso di laurea magistrale in management, con specializzazione in economia e finanza. “Per fortuna mi hanno convalidato gli esami sostenuti presso l'UBA” dice Cerundolo, che per adesso riesce a gestire il doppio impegno. Anzi, nell'ottobre 2020 ha vinto il suo primo ATP Challenger (a Spalato) dopo aver dato un esame.

«L'anno scorso era molto frustrato per il congelamento delle classifiche: faceva un mucchio di sforzi ma non li vedeva premiati. Credeva di valere il numero 60-70 ATP, invece restava fuori dai top-100» 
Alejandro "Toto" Cerundolo
ASICS ROMA

Il periodo negli Stati Uniti ha permesso a Francisco Cerundolo di sviluppare un ottimo inglese

Qualcuno ha ironizzato sul suo percorso a Miami, che lo ha portato a diventare il semifinalista peggio piazzato nella storia del torneo: da numero 103 ATP (ma è già certo di salire intorno alla 50esima posizione) ha superato il primato di Sebastien Grosjean, n.74 nel 1999. Il frascese sarebbe poi diventato top-5 ATP: traguardo ambizioso... ma mai dire mai, specie nelle praterie che si apriranno dopo il ritiro dei Big Three. Ironie, dicevamo. In effetti poteva andargli peggio: Tallon Griekspoor (suo avversario al primo turno) ha avuto un colpo di sole, poi ha approfittato del ritiro di Reilly Opelka e di qualche acciacco di Gael Monfils. Negli ottavi, il mal di schiena di Frances Tiafoe gli ha permesso di completare la rimonta. Ed è storia recente il ritiro di Jannik Sinner dopo appena cinque game, con l'altoatesino vittima di vesciche. Ha avuto parecchia fortuna, ma è l'indennizzo per chi ha dovuto penare parecchio e ha conosciuto il volto più crudele del tennis. Oggi viene intervistato negli studi di Tennis Channel, ma nessuno lo considerava quando nel maggio 2019 si trovava a Kiseljak, in Bosnia, per giocare un piccolo torneo ITF.

Piovve per tutta la settimana e si ritrovò a giocare quattro partite in giorno. Era il 2 giugno 2019 e fecero scattare il programma alle 8 del mattino. Quel giorno, Cerundolo giocò tre singolari e un doppio. Vinse il torneo battendo in finale Cristopher O'Connell, poi la mattina dopo prese il primo aereo per gli Stati Uniti. Destinazione Little Rock, Arkansas, laddove avrebbe giocato il suo primo Challenger sul cemento. Lo guardavano strano, perché si presentò con borsone e scarpe sporchi di terra battuta. Lui sosprese tutti battendo il gigante Michael Redlicki, 2 metri e 3 centimetri, numero 322 ATP e bombardiere di periferia. Per poco non superava Eubanks al secondo turno. È un tipo umorale, Cerundolo. Ha trascorso lunghi periodi senza punti di di riferimento, privo di allenatore. Ha giocato diversi tornei girando insieme al fratello e all'altro giocatore Francisco Comesana. In assenza di risorse economiche, papà Toto non poteva viaggiare con lui e lo allenava per telefono, o magari per messaggio. Stessa storia nel 2020, quando girava il tour con il cugino o con qualche amico.

Come tanti sudamericani, Franciesco Cerundolo ha giocato moltissimi tornei in Italia. Qui è impegnato al Challenger di Manerbio nel 2019 (Photo by Felice Calabrò)

I Cerundolo sono una famiglia di sportivi: oltre ai tennisti, la 21enne Constanza è una promessa dell'hockey su prato

Lo scorso anno sembrava poter segnare una svolta: dopo la clamorosa impresa del fratello, trionfatore a Cordoba, lui avrebbe raggiunto la finale a Buenos Aires. Perse contro Diego Schwartzman, ma sembrava l'inizio di una scalata. Niente da fare, da allora ha incontrato un mucchio di difficoltà e una classifica che non migliorava. “Era molto frustrato per l congelamento delle classifiche – racconta il padre – faceva un mucchio di sforzi ma non li vedeva premiati. Credeva di valere il numero 60-70 ATP, invece restava fuori dai top-100”. Qualche mese fa ha scelto di farsi seguire da uno psicologo, ma a modo suo: nessuno sa chi è, nemmeno i genitori. Vuole che sia una persona fuori da questo mondo, scelta in piena autonomia, senza nemmeno consultare mamma Maria Luz, che pure lavora nell'ambiente. In Australia si è fatto dare una mano da Andres Dellatorre, ex giocatore e coach del fratello, poi ha scelto di prendere in mano la sua carriera. Il nuovo team è composto da coach Kevin Konfederak (ex grande promessa, ritiratosi a 20 anni per studiare negli States), il preparatore atletico Mariano Gaute e il manager Mariano Ink. Si sono focalizzati sull'irrobustimento atletico e hanno lavorato duro sul servizio.

Come per magia, sono arrivati i risultati: vittoria a un Challenger in Bolivia, quarti a Buenos Aires e semifinale all'ATP 500 di Rio de Janeiro. Ma quello che ha fatto a Miami cambia per sempre il suo status: si è preso il tifo di Gabriela Sabatini, che ha voluto fare una foto con lui, ed è coccolato dalle decine di latinos che vivono a Miami. “Contro Tiafoe è stata una sensazione incredibile: siamo negli Stati Uniti e giocavo contro un americano, ma mi sembrava di essere in Argentina”. Il tifo non gli mancherà contro Casper Ruud, top-10 che è stato numero 1 junior quando lui frequentava il Colego Esquiù di Belgrano, altro quartiere di Buenos Aires, senza che il futuro fosse troppo chiaro. Inoltre era piccolino, senza particolari doti fisiche. “Non preoccupativi – diceva un medico – diventerà 1.86, 1.87”. Oggi Francisco Cerundolo è alto 185 centimetri ed è la nuova stella di famiglia, ancor più del fratellino e della sorellina Constanza, grande promessa dell'hockey su prato, in questi giorni impegnata ai mondiali giovanili in Sudafrica. Talvolta la fortuna sa arrivare al momento giusto. Basta avere pazienza e cercarla nel modo giusto.