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IL COMPLEANNO DEL RE

40 anni di Roger Federer

Roger Federer raggiunge la soglia degli “anta” in un momento molto delicato: lui vorrebbe prendere una direzione, ma il suo corpo sembra suggerirne un'altra. Dopo aver gestito alla grande ogni responsabilità, adesso gli tocca la più delicata: scegliere il momento giusto per dire addio.

Riccardo Bisti
8 agosto 2021

Il gesto più simbolico, forse, è anche il meno efficace. Prima che Ivan Ljubicic gli iniettasse il siero della convinzione, il rovescio era il colpo meno sicuro di Roger Federer. Ma è sempre stato uno spettacolo di tecnica, eleganza. Gestualità bella e aristocratica, così diversa dalla forza bruta che pervade il tennis attuale. Federer è una sorta di modello fuori produzione, ancor di più oggi che compie 40 anni. Età da ex giocatore, invece lui è a un bivio. Quest'anno ha giocato soltanto 13 partite, con i quarti a Wimbledon come migliore risultato. Ha perso nettamente contro Hubert Hurkacz, poi è tornato ai box perché il ginocchio non lo lascia in pace. Niente Olimpiadi, niente Toronto e niente Cincinnati. Il suo esercito di fan si è diviso in due fazioni: c'è chi spera di vederlo ancora in campo, nella speranza di un'ultima grande impresa. Altri preferirebbero l'addio, in modo da terminare un'agonia iniziata nel febbraio 2020, quando si è sottoposto al primo di due interventi al ginocchio. Da allora, Federer è un tennista part-time.

Tutti temono che salterà anche lo Us Open, laddove non vince dal 2008. Dovesse dire addio, chiuderebbe con 103 titoli (a 6 lunghezze dal record di Jimmy Connors), 310 settimane al numero 1 ATP e un conto in banca da capogiro: in soli premi ufficiali, ha guadagnato oltre 130 milioni di dollari. Nel 2019, il suo patrimonio netto è stato stimato in 450 milioni. L'anno prima aveva siglato un contratto decennale con Uniqlo: i ben informati parlano di 300 milioni. E allora, con quattro figli e un fisico malandato, ha senso andare avanti a 40 anni suonati? Il tennis è uno sport che lascia il segno. Boris Becker sacrificò la sua salute per il successo, Andy Murray si è dovuto ricostruire un'anca e Rafael Nadal sta chiedendo l'impossibile al suo corpo. Per Federer è diverso: ogni suo gesto lo fa sembrare leggero come una piuma. La sua più grande qualità, forse, è quella di mischiare potenza e precisione con apparente rilassatezza. C'è talento, certo, ma se la sua carriera ha scavallato i 20 anni è merito della sua profonda disciplina. Il talento ce l'hanno in molti, farlo fruttare è un'altra cosa. E Federer lo ha fatto. In questo modo, ha generato profonda frustrazione negli avversari.

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Il mondiale perso nel 2015 da Valentino Rossi ricorda un po' i due matchpoint sciupati da Federer nella finale di Wimbledon 2019. Sarebbe stato un sigillo da leggenda per entrambi, è diventato il lasciapassare per un declino lento ma inesorabile.

L'ultimo match di Roger Federer è stato il quarto di finale a Wimbledon contro Hubert Hurkacz

“Io gli ho lanciato il lavandino della cucina, ma lui è andato in bagno e mi ha rovesciato addosso una vasca”: parola di Andy Roddick dopo la finale di Wimbledon 2004. Modo colorito ma efficace per esprimere la sensazione di impotenza che Federer ha saputo trasmettere agli avversari. I successi di Rafael Nadal e Novak Djokovic stanno facendo un po' dimenticare il suo dominio nella prima decade del millennio, ma certi numeri non si possono dimenticare. Nel giorno del suo 40esimo compleanno, tuttavia, l'esercizio di statistica ha poco valore. Non è il momento per domandarci chi sia il più forte tennista di tutti i tempi. Ma non c'è dubbio che Federer sia il più amato.

Favorito da una transizione tecnologica senza precedenti, ha portato il tennis a incredibili livelli di popolarità. C'è riuscito pur arrivando da un piccolo Paese, la Svizzera, e da un'infanzia tutto sommato normale. Quando ha capito di poter diventare un'icona globale, ha svolto alla perfezione il suo compito. Sul campo è stato perfetto, ma fuori è stato altrettanto bravo. Da ragazzino poco attento al look è diventato un simbolo di eleganza, senza mai smarrire un carattere allegro e gioviale che lo ha fatto amare trasversalmente. Ha capito di avere responsabilità importanti, ben più complesse di un servizio a uscire su una palla break, ed è stato perfetto a gestirle. Il suo prossimo compito, tuttavia, sarà il più difficile: annunciare il ritiro nei modi e nei tempi giusti. Quando si è stato un campione da leggenda, è sempre un passaggio delicato. Lo sa bene Valentino Rossi, che qualche giorno fa ha comunicato l'addio a fine stagione.

Valentino Rossi ha annunciato il ritiro a fine stagione. Quel momento sembra sempre più vicino anche per Roger Federer

Una raccolta delle prodezze di Roger Federer

Ci sono alcune somiglianze tra i due, a partire da un'anagrafica che li separa di appena un paio d'anni. Entrambi sono emersi sul finire del millennio, entrambi hanno vissuto lunghi periodi da dominatore, entrambi hanno patito lo scorrere del tempo. Il mondiale perso nel 2015 da Valentino ricorda un po' i due matchpoint sciupati da Federer nella finale di Wimbledon 2019. Sarebbe stato un sigillo da leggenda per entrambi, è diventato il lasciapassare per un declino lento ma inesorabile. Entrambi amano alla follia il loro sport: “Fosse per me, correrei per altri 20-25 anni” ha detto Rossi. C'è da credere che Federer non smetterebbe mai di giocare a tennis, perché lo ama alla follia. Ce lo raccontano tanti piccoli dettagli, ma qui basti citarne due: quando fu pizzicato da una telecamera in players lounge, in piena esaltazione per aver visto un bel punto alla TV.

L'altro è molto recente: soltanto due settimane fa ha fatto un semplice esercizio “da cesto” insieme a Thierry Henry e alla figlia Myla. Indizi che fanno capire quanto sia difficile accettare l'idea del ritiro. La storia insegna che è quasi impossibile vincere qualcosa di importante superati i 40 anni. Nell'Era Open hanno fatto qualcosa di significativo soltanto Pancho Gonzales e Ken Rosewall, ma erano altri tempi. Oggi è maledettamente dura: Federer può ancora combattere per qualche record di longevità, e andrebbe benissimo. Intendiamoci: andrebbe benissimo qualsiasi scelta, perché Federer si è conquistato il diritto a qualsiasi scelta. La sensazione, tuttavia, è che non sappia bene cosa fare. Questi continui forfait, diluiti nel tempo, descrivono un atleta che vorrebbe giocare ogni settimana, assaporare l'abbraccio della gente e magari vincere ancora, ma che si scontra con un corpo che non reagisce più come prima. Una battaglia interiore che non può durare in eterno. Nel frattempo, tanti auguri Roger.