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IL PERSONAGGIO

1.600 posizioni in tre mesi: la folle scalata di Yibing Wu

Ex fenomeno junior, Yibing Wu non ha giocato per tre anni. Quest'anno è ripartito e sembra inarrestabile: ha vinto tre Challenger di fila ed è a un passo dalla miglior classifica di sempre per un tennista cinese. I segreti? 10 chili in meno e uno staff senza una mamma un po' invadente, che gli aveva fatto perdere Sven Groeneveld.
Riccardo Bisti
31 luglio 2022

Quando Na Li giocava e vinceva nel circuito WTA, le chiedevano sempre dove fossero gli uomini cinesi. Sembra incredibile: con un bacino di un miliardo e trecento milioni di persone, la Cina non è ancora stata in grado di produrre un top-100 al maschile. Eppure hanno risorse, strutture e tornei (al netto della parentesi Covid, ancora presente). Il Masters 1000 di Shanghai ha vinto per anni il premio come miglior Masters 1000. Ma la miglior classifica mai raggiunta da un uomo cinese rimane la 136esima posizione di Zhizhen Zhang, colta nel 2020. Adesso il primato è destinato a cadere, frantumato dalle picconate di Yibing Wu. “Scusate il ritardo” potrebbe dire questo 22enne nato ad Hanzhou, considerato una sorta di messia quando ha vinto la prova junior allo Us Open nel 2017, firmando la doppietta singolare-doppio. Come se non bastasse, il giorno dopo prese il primo volo ed è andato a giocare un Challenger a Shanghai. Vincendolo. Sapete chi erano stati gli ultimi a vincere uno Slam junior e un Challenger nello stesso anno? Alexander Zverev, Nick Kyrgios e Taylor Fritz. Sia pure con traiettorie diverse, non possono certo essere considerati dei bluff. Al contrario, Wu ha rischiato di finire nel dimenticatoio dopo la gloria infinita di quel settembre 2017.

Per intenderci: il principale programma di notizie cinesi (Xinwen Lianbo) dedicò un servizio di 43 secondi al suo successo al Challenger di Shanghai, quasi lo stesso tempo dedicato al ritiro della leggenda del basket Yao Ming. E quasi mai superano il minuto. Figlio di un pugile, Wu ha conosciuto il tennis quando vide David Nalbandian vincere il Masters a Shanghai, nel 2005. Racconta di aver iniziato a giocare per perdere peso: per anni è stato un cruccio. Nel 2018, sullo stesso campo in cui si appassionò al tennis, ha giocato la sua partita più importante, scippando un set a Kei Nishikori. “Per un set ha giocato come un top-20, non potevo fare nulla” disse il giapponese dopo essersi imposto 3-6 6-0 6-3. Nella conferenza stampa post-match, un giornalista fece qualcosa di molto simile a quello che oggi viene definito body-shaming. “Hai mai considerato di perdere peso? Hai visto l'immagine in cui si mostrava la tua pancia?”. Il povero Yibing rispose con educazione glaciale. “Voglio aumentare la muscolatura durante il lavoro invernale. Ovviamente vorrei avere una forma migliore, e durante la offseason farò certamente di più. Sono un po' come mio padre: cerca di lavorare duramente sui muscoli della pancia, ma non si sono mai definiti. Quindi posso dire che sono proprio come lui”.

«Adesso ho un team molto professionale, devo ascoltare quello che mi dicono e non fare per conto mio» 
Yibing Wu
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Lo scorso gennaio, Yibing Wu ha celebrato così il suo ritorno nel circuito ATP... e su Instagram

Più che il padre, tuttavia, una figura importante della sua crescita è stata mamma Fang, arredatrice di interni che è stata la ragione del suo addio a coach Sven Groeneveld. Dopo i trionfi junior, Wu ha firmato con il colosso IMG e gli hanno messo a disposizione il noto tecnico olandese, che però è durato appena otto mesi, nei quali è arrivata la medaglia d'argento ai Giochi Asiatici. Con un polemico post su Twitter, Groeneveld annunciò la separazione, sostenendo che Wu avesse il diritto di lavorare con un coach “gradito alla madre”. Si narra che mamma Fang non rispettasse i ruoli e i programmi di Groneveld, costringendo il figlio ad allenamenti supplementari. E pare che sia questa la ragione del grave infortunio al gomito, che nel settembre 2019 l'ha costretto a operarsi. Osservando la sua carriera, si scopre un buco di tre anni. L'ex fenomeno junior non ha giocato dal marzo 2019 al gennaio 2022, diventando a tutti gli effetti un desaparecido della racchetta.

In questi tre anni non ha nemmeno aggiornato il suo profilo Instagram. In realtà non era del tutto scomparso: sistemato il problema al gomito, ha spadroneggiato nel circuito CTA, quello interno cinese, vincendo 23 partite di fila. Si è rivisto a livello internazionale a gennaio, poi ad aprile ha ripreso l'attività ed è partito dal numero 1749 ATP. Oggi è numero 174, forte di una scalata che lo ha visto guadagnare quasi 1.600 posizioni in tre mesi. Una crescita impressionante, che lo ha portato a pochi punti dal record di Zhang, gli garantisce un posto nelle qualificazioni dello Us Open e accende una luce nel buio del tennis maschile cinese. “Questa è la prima settimana in cui ci sono due cinesi tra i top-200 ATP” ha detto dopo il successo a Indianapolis, nel Challenger organizzato dalla fondazione di Rajeev Ram. Alludeva proprio Zhizhen Zhang, ottimo finalista a Trieste (battuto da Francesco Passaro, altro argonauta del 2022), capace di guadagnare 65 posizioni.

HEAD

Nel 2017, Wu ha vinto lo Us Open junior. Cinque anni dopo, giocherà il suo primo Slam "vero" proprio a New York, sia pure nelle qualificazioni

Nel periodo di assenza dai tornei internazionali, Yibing Wu ha spadroneggiato nel circuito interno cinese

Considerando la crescita del 17enne Juncheng Shang, sembra proprio che la Cina sia pronta a sbarcare nel grande tennis. Ma sul serio, e non in modo folkloristico come quando Ze Zhang (ex n.148 ATP) giocò il doppio con Federer a Shanghai. Ed è curioso che questa impennata arrivi in un periodo senza tornei in casa. Per il terzo anno di fila, la Cina è assente dal calendario ATP per le restrizioni di viaggio legate al COVID. Per questo, i successi di Wu e degli altri hanno ancora più valore. La sua scalata è impressionante: vittoria al torneo ITF di Orange Park quarti al Challenger di Zagabria (partendo dalle qualificazioni) e poi tre vittorie di fila: Orlando, Rome e Indianapolis. In quest'ultimo torneo ha vinto una finale-thriller contro Aleksandar Kovacevic: 6-7 7-6 6-3 dopo aver annullato sei matchpoint (in una finale Challenger non accadeva dal 2019, quando Marcos Giron fece altrettanto contro Ivo Karlovic a Houston). “Onestamente non ci ho pensato più di tanto. La verità è che non sapevo come rispondere al suo servizio – ha detto Wu – in alcuni game di risposta ho provato a conservare le energie perché serviva troppo bene, non sapevo come fare”.

Dopo la vittoria è scoppiato in lacrime, mostrando finalmente qualche emozione in un volto non così espressivo. “Adesso ho un team molto professionale, devo ascoltare quello che mi dicono e non fare per conto mio – ha aggiunto – lo Us Open? Dobbiamo trovare un modo per essere competitivo anche nei tornei più grandi. Per esempio, adesso mi riposerò per due settimane”. Detto, fatto. Ha dato forfait a Lexington e dovrebbe tornare in gara a Chicago, laddove sarebbe costretto a giocare le qualificazioni. Ma se continua così, ben presto lo vedremo nel circuito maggiore. Intanto ha perso una decina di chili, il fisico soddisfa le esigenze di un professionista del tennis e di mamma Fang non si sente più parlare. Dopo aver lavorato per un periodo con Yen-Hsun Lu, adesso è seguito dal coach argentino Gerardo Azcurra, un argentino trapiantato da anni negli Stati Uniti, che lo allena presso la IMG Academy. Argentino come quel Carlos Rodriguez (storico coach di Justine Henin) che lo ha forgiato in età adolescenziale, accogliendolo nella sua accademia a Shanghai. Magari è un segno del destino.