Ancora guai per Boris Becker: altri 37 milioni di debiti

ATTUALITÀ
23 luglio 2020
Riccardo Bisti

L'amministratore fallimentare britannico ha riconosciuto un credito di 34 milioni di sterline (37 milioni di euro) ad Hans-Dieter Cleven, ex socio in affari di Boris Becker. Aveva già intentato una causa nel 2015, ma in Svizzera ebbe la peggio. Si è rifatto in Gran Bretagna. 

Prosegue il calvario economico di Boris Becker. Aveva fatto scalpore, tre anni fa, la notizia della dichiarazione di fallimento decretata da un tribunale britannico dopo la richiesta di una banca privata. Circa un anno fa, l'ex campione tedesco aveva detto di essere in buona posizione per estinguere ogni debito dovuto alla sua ingenuità. Versava ai creditori il 52% dei suoi guadagni e sosteneva che avrebbe chiuso ogni vertenza entro la prima metà del 2021. Ma adesso emergono nuovi problemi: per una decina d'anni, Becker è stato rappresentato da Hans-Dieter Cleven, che era anche diventato suo socio in affari.

Quando uscirono le notizie delle difficoltà economiche dell'ex numero 1, Cleven è tornato alla carica parlando di un credito di circa 40 milioni di euro. Aveva fatto causa in Svizzera e l'aveva persa, ma aveva promesso di riprovarci in Gran Bretagna. Secondo la Bild ha avuto più fortuna, perché l'amministratore fallimentare della residenza londinese di Becker gli avrebbe riconosciuto una richiesta di risarcimento di quasi 34 milioni di sterline, circa 37 milioni di euro. Christian-Oliver Moser, avvocato di Becker, ha replicato: "Il mio cliente non ha mai ricevuto gli importi del prestito richiesti dal signor Cleven. Per questo si tratta di una richiesta completamente ingiustificata".

Tuttavia, il cosiddetto dividendo fallimentare è già stato trasferito sul conto di Cleven, senza che Becker presentasse obiezioni. L'ex top manager del gruppo Metro, oggi 77enne, ha detto: "Boris ha ripetutamente affermato falsità quando ha detto di non avere debiti personali con me, bensì con la società che avevamo creato insieme. Tutti i miei tentativi di trovare una soluzione amichevole sono falliti a causa della sua inaffidabilità". I due sono stati soci in affari a partire dal 1999, dopo la cessazione dell'attività della Boris Becker Marketing.

Quell'anno, l'attività passò alla BCI Holding di Cleven, che peraltro avevo acquistato anche una quota del marchio Volkl. La collaborazione è finita una decina d'anni dopo. I due avevano anche una sede comune, la stessa da cui Becker è ripartito nel 2011. Insomma: non c'è il rischio che l'ex Bum Bum faccia la fame, ma si tratta dell'ennesima sconfitta in sede giudiziaria per un uomo che ha fatto grandi cose sul campo, ma non si è certo rivelato un grande amministratore dei suoi guadagni.

Boris Becker e Hans-Dieter Cleven ai tempi della loro collaborazione